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Volontari contro il degrado di Roma

C'è chi a Roma, in quartieri diversi e con progetti diversi, sta cercando di dare una risposta dal basso ai problemi della città. Da San Lorenzo all’Esquilino passando per l’Appia Nuova molti cittadini si sono organizzati in modo trasversale. Intanto la città vive da mesi l'emergenza rifiuti.

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Ne sono un esempio i volontari di RetakeCollegamento esterno, un movimento nato nel 2010, che si rimboccano le maniche per pulire i muri e le strade della città. “Proviamo a portare sollievo alle strade di Roma facendo anche la raccolta dei rifiuti”, spiega Alfredo.

Ma per ridurre i rifiuti si può partire anche dal cibo. È quello che stanno facendo ai mercati dell’Esquilino e dell’Alberone i migranti e i volontari romani di Roma SalvaciboCollegamento esterno. Raccolgono l’invenduto dai banchi di frutta e verdura a fine giornata e lo ridistribuiscono gratuitamente. “Arriviamo a picchi di 800 kg di invenduto” racconta Viola De Andreade Piroli, evidenziando come per ridurre i rifiuti si può partire a monte, impedendo che se ne creino di nuovi.

Emergenza rifiuti

Roma vive da mesi nell’emergenza rifiuti, con quartieri che ciclicamente vedono le strade invase da sacchetti di spazzatura che, per giorni, nessuno raccoglie. Se a ciò si agggiunge il fatto che l’11 dicembre 2018 un incendio al TmbCollegamento esterno – centro per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti – ha reso inagibile la struttura nella quale venivano lavorate ogni giorno fino a 700 tonnellate di rifiuti, il quadro è ancor più nitido.

“I cittadini se la prendono con gli operatori AmaCollegamento esterno (Azienda municipale ambiente). C’è una mancanza di consapevolezza collettiva. Non c’è nessuno che se la prende con chi non li mette in condizione di lavorare, non fa le scelte giuste per gestire una società (l’Ama ndr) che riceve 800 milioni di euro l’anno. La sindaca Raggi alimenta questa mancanza di consapevolezza”, dice Giovanni CaudoCollegamento esterno, presidente del Municipio Roma IIICollegamento esterno.

Il futuro del Tmb è ancora incerto. I gruppi di cittadini del quartiere chiedono che si proceda a una definitiva chiusura dell’impianto che per anni ha avvelenato l’aria e condizionato la loro vita. Sebbene la sindaca Raggi abbia promesso che l’impianto verrà chiuso e trasformato in un’area verde con biblioteche e parchi, molti cittadini “non si fidano e non si sentiranno sicuri fino a quando non vedranno le carte”, spiega Maria Teresa Maccarrone.

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