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A sud aumenta il disagio sociale

Una donna nel quartiere Forcella nel centro di Napoli con due borse della spesa.
La paura è che l'emergenza alimentare potrebbe diventare socialmente più dirompente di quella sanitaria. Keystone / Ciro Fusco

L'emergenza sanitaria comincia a diventare una 'bomba' sociale per quel pezzo d'Italia che già faticava ad arrivare a fine mese. Con il venire meno dei piccoli lavori, spesso in nero, e delle mense scolastiche che comunque assicuravano almeno ai bambini un pasto al giorno, le famiglie bussano ancora di più alle porte degli enti caritativi. Intanto in Italia sono stati superati i 100'000 contagiati.

Il Banco Alimentare Collegamento esternoè sommerso da mail e telefonate per le situazioni più disperate. Bussano alla porta anche i Comuni per aiutare i loro concittadini. Il Banco, una onlus che promuove il recupero delle eccedenze alimentari e la redistribuzione alle strutture caritative, stima che le richieste in questi giorni sono aumentate mediamente del 20%, con punte anche del 40% in alcune Regioni come la Campania.       

I numeri italiani 

L’Italia supera i centomila contagiati dal coronavirus. A 40 giorni dalla scoperta del “paziente uno”, il numero di coloro che hanno contratto il virus, comprese le vittime e i guariti, è di 101’739.

I morti sono 11’591 i morti, con un aumento rispetto a domenica di 812, ha reso noto dalla Protezione Civile. Domenica l’aumento era stato di 756. 

Le persone guarite sono 14’620, 1590 in più di domenica. È l’incremento più alto dall’inizio dell’emergenza. Domenica l’aumento dei guariti era stato di 646.

Il problema è stato evidenziato anche dal Papa. Cominciano già a farsi sentire “alcune conseguenze della pandemia, una di queste è la fame”, ha sottolineato nella messa mattutina a Santa Marta, invitando a pregare “per le famiglie che cominciano a sentire il bisogno a causa della pandemia”.   

Dal governo italiano è la ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova a dire che “bisogna provvedere subito a un coordinamento per l’assistenza alimentare agli indigenti”. E per fare fronte a questa emergenza, anche dopo l’assalto al supermercato di Palermo, sarebbe in arrivo una ordinanza della Protezione Civile per dare più risorse ai Comuni per finanziare le iniziative di solidarietà alimentare. 

Il ‘Cura Italia’ già prevede 50 milioni di euro per l’assistenza alimentare alle persone più indigenti. “Ci arrivano nuove domande di aiuto, per esempio anche dai sindaci, soprattutto dai Comuni del Sud. 

“Ci aspettiamo una esplosione del bisogno”, sottolinea il presidente della Fondazione Banco Alimentare Giovanni Bruno. Il Banco già normalmente assiste attraverso 21 banchi regionali e circa 7500 strutture oltre un milione e mezzo di poveri ogni giorno. Le richieste di cibo stanno aumentando in tutta Italia da chi è già assistito ma aumentano anche le nuove richieste.

La paura è che questa emergenza potrebbe diventare socialmente più dirompente di quella sanitaria. 

Ecco il servizio sull’emergenza alimentare del nostro corrispondente dall’Italia:

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400 milioni per i buoni spesa

L’attivazione del Fondo di 400 milioni di euro finalizzato all’acquisto di buoni spesa per generi alimentari o di prodotti di prima necessità ha attivato la macchina dei comuni italiani, che non avranno l’obbligo di rendicontazione a terzi di quanto speso.

Si tratta tuttavia di un’operazione complessa, che deve tener conto di molti fattori, tra questi: la creazione di un elenco degli esercizi commerciali, individuandone le tipologie; l’individuazione dei beneficiari dei buoni; la scelta dei criteri di priorità dei beneficiari; l’eventuale coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore e l’eventuale integrazione del finanziamento assegnato con fondi propri. Definito anche l’elenco dei prodotti di prima necessità, che dovrebbe comprendere pasta, riso, latte, farina e olio di oliva. 

I Sindaci, che tra l’altro per lunedì alle 12 hanno lanciato l’iniziativa delle bandiere a mezz’asta per ricordare le vittime del coronavirus, ora sono chiamati a soddisfare le necessità delle famiglie meno abbienti, nonostante proprio domenica abbiano denunciato, in tanti, di poter contare su risorse esigue, almeno in questa prima fase. 

Su questo in giornata ha cercato di tranquillizzare gli animi, forse anche a nome del governo, il vice del Ministero dello sviluppo economico (Mise) Stefano Buffagni, secondo il quale sui buoni spesa “400 milioni per due settimane sono capienti, non creiamo allarmismi”. In piena sintonia il viceministro all’Interno Matteo Mauri: “deve essere chiaro a tutti che i 400 milioni sono destinati a chi non riesce a comprare da mangiare. E che da domani invece lo potrà fare. E altri ne arriveranno nei prossimi interventi, che già sono in preparazione”.

Lavoro in nero

In Campania, ad esempio, il tasso di lavoro nero è stimato al 20% a fronte di un 13,1% di media italiana. Su un milione e ottocentomila lavoratori nella regione, dunque, lavorano in modo irregolare circa 360’000 persone. 

Nei campi la percentuale di lavoratori a nero è stimata per la Campania al 33,4%, segue l’edilizia al 30%. “Non si tratta di grandi evasori – spiega Delio Miotti, dirigente ricerca della Svimez Collegamento esterno– ma di lavoratori considerati marginali in un mercato del lavoro segmentato e attribuibile alla fragilità del nostro sistema economico. E poi bisogna pensare agli immigrati che lavoravano a nero e che non hanno neanche il reddito di cittadinanza”. Per loro la situazione sarà ancora più drammatica. 

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