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Ella Maillart, il gusto del viaggio e dell’avventura

Ella Maillart, al Club dei lavoratori dell'alimentazione, Mosca, 1930. Fonds Ella Maillart, Musée de l'Elysée, Lausanne

Atleta, fotoreporter e viaggiatrice. Due mostre a Losanna fanno spazio alla vita e alle avventure di Ella Maillart.

A sei anni dalla sua scomparsa, il Museo Olimpico e il Musée de l’Elysée espongono foto, video e testimonianze su un’artista molto speciale.

Nella foto della classe di regata, anno di grazia 1921, è l’unica donna. Alle Olimpiadi di Parigi del 1924 era la sola a navigare in solitaria e la più giovane fra le atlete che venivano da diciassette paesi del mondo.

Un ruolo di pioniera

Era stata sua madre, una scandinava appassionata di sport, a spingerla a cimentarsi in arti e mestieri che all’epoca erano appannaggio del genere maschile.

Al Museo Olimpico ci sono immagini e documenti della prima parte della sua vita: Ella Maillart l’atleta. Dalla vela allo sci all’hockey su ghiaccio. Vincente e infaticabile, fu lei a fondare la prima associazione di sciatrici e il primo club femminile di hockey in Svizzera.

Divenne giornalista, fotografa e scrittrice per poter viaggiare: rappresentava la Confederazione nelle competizioni internazionali, ma doveva pagarsi da sola le trasferte e così lavorava come inviata per La Tribune de Géneve.

In una sala non grande, che pure contiene immagini molto suggestive, scorrono gli scatti che raccontano le sue mille imprese, non solo sportive: eccola attrice nei film di montagna, grazie all’abilità sugli sci. E ancora regista e doppiatrice, modella e insegnante.

Si racconta lei stessa, il viso bello e intenso già segnato dall’età, in una videointervista da vedere al Museo Olimpico: “La navigazione sul lago Lemano mi ha aperto le porte alla vita”, racconta con un atteggiamento semplice scolpito in faccia.

“A che età ha iniziato, molto presto immagino. Magari a quindici anni?”, chiede il giornalista. Lei candida risponde: “Ne avrò avuti nove o forse dieci. Navigavamo sotto la guida di marinai esperti, che ci insegnavano con grande serietà il modo giusto, professionale, di entrare in contatto con il lago”.

Il Caucaso, la Moskova, l’Everest, il Cachemire

Negli anni trenta cominciano i suoi grandi viaggi: le immagini sgranate in bianco e nero la mostrano intenta alla traversata del Caucaso, mentre si allena sul fiume Moskova e cammina sull’Everest. E ancora in una vallata del Cachemire, intenta a mostrare un libro alle guide locali – tutti uomini naturalmente, con gli occhi che brillano di curiosità. Un viaggio in un’altra vita che prosegue con le sue foto, esposte nella villa affacciata sul Lemano che ospita il Musée de l’Elysée: appunti di viaggio raccolti esplorando regioni che all’epoca erano impenetrabili per un occidentale, figuriamoci donna.

Sono le vie dell’Oriente: Ella Maillart le percorre a piedi o con i mezzi di trasporto tipici di quelle zone. E fotografa panorami a perdita d’occhio, tribù del Caucaso, templi e riti buddisti e indù. Emozioni tutte da scoprire o riscoprire a Losanna, sbirciando nella sua biografia avventurosa e godendosi le sue foto. Ma anche leggendo uno dei tantissimi libri che ha scritto e illustrato, oppure con i suoi documentari all’Auditorium del Museo Olimpico.

swissinfo, Serena Tinari, Losanna

Ella Maillart è in mostra a Losanna fino al 19 ottobre 2003.

“Ella Maillart, sur les routes de l’Orient” è al Musée de l’Elysée (aperto tutti i giorni dalle 11 alle 18); “Ella Maillart sportive” è al Museo Olimpico (aperto tutti i giorni dalle 9 alle 18).

All’Auditorium del Museo Olimpico il 3 settembre alle 18.30 si proietta “Nomadi afgani” (1939), l’11 settembre sarà la volta di “Sola in Nepal”, una pellicola del 1951. L’ingresso è gratuito.

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