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L’ondata verde entra nel Parlamento svizzero

Giornata elettorale da incorniciare per la presidente dei Verdi Regula Rytz (a destra), ritratta accanto alla collega di partito Natalie Imboden. Keystone / Peter Schneider

I Verdi conquistano una vittoria di dimensioni storiche al Consiglio nazionale. Forte progressione anche per i Verdi liberali. In perdita di voti invece i partiti tradizionali: UDC, PS, PLR e PPD.

Giornata trionfale per i due partiti verdi, che si confermano i grandi vincitori di queste elezioni parlamentari. Il Partito ecologista svizzero (Verdi) guadagna 17 seggi in Consiglio nazionale, ossia il più alto numero strappato da un partito dall’introduzione del sistema elettorale proporzionale nel 1919. Il record precedente era detenuto dall’UDC, che nel 1999 aveva ottenuto 15 seggi in più. Progrediscono sensibilmente anche i Verdi liberali, che potranno contare su 9 seggi supplementari nella prossima legislatura.

In base ai risultati definitivi, i Verdi guadagnano 6,1 punti, salendo dal 7,1% delle preferenze di quattro anni fa al 13,2%. Da parte loro, i Verdi liberali raggiungono il 7,8% dei voti, contro il 4,6% raccolto nel 2015. 

In perdita di sostegni invece gli altri principali schieramenti politici nazionali: l’UDC rimane il primo partito svizzero, ma scende dal 29,4 al 25,6% delle preferenze, il suo peggior risultato dal 1999. Lo schieramento di destra deve cedere ben 12 seggi, il più alto numero perso finora da un partito in un’elezione federale.

Il PS ottiene il 16,8% dei suffragi, contro il 18,8% di quattro anni fa, e si mantiene al secondo rango. In terza posizione si piazza ancora il PLR, che deve però accontentarsi del 15,1% delle preferenze (16,4%). 

Il PPD non riesce neppure questa volta a bloccare il suo lunghissimo declino elettorale: i popolari democratici scendono dall’11,8% di quattro anni fa all’11,4%. Vengono così scavalcati dai Verdi e si ritrovano al quinto rango tra i maggiori partiti svizzeri. Da notare inoltre il nuovo ripiegamento del PBD, che raggiunge appena il 2,4% dei voti (4,1%).

Con l’inizio della nuova legislatura il Consiglio nazionale sarà così composto per quanto riguarda i maggiori partiti: UDC 53 seggi (-10 rispetto al 2015), PS 39 (-4), PLR 29 (-4), Verdi 28 (+17), PPD 25 (-2), Verdi liberali 16 (+9), PBD 3 (-4), PEV 3 (+1).

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La destra perde la maggioranza in Consiglio nazionale

L’ondata verde di questa domenica avrà importanti ripercussioni per quanto riguarda la composizione del Consiglio nazionale. Nel 2015 le forze di destra e centro destra erano riuscite a conquistare 101 dei 200 seggi disponibili. Questa volta sia l’UDC che il PLR vedono diminuire il numero dei loro rappresentanti e perdono così la maggioranza assoluta dei seggi, che detenevano assieme ad alcuni piccoli partiti, tra cui la Lega dei ticinesi.

La sconfitta del fronte di destra è simboleggiata anche dalla mancata rielezione di diversi rappresentanti della linea dura, in particolare del deputato friburgheses dell’UDC Jean-François Rime e del collega liberale radicale zurighese Hans-Ulrich Bigler. Il presidente e, rispettivamente, il direttore dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) avevano spesso difeso posizioni ultraliberali e oltranziste sia in Parlamento che quali rappresentanti delle piccole e medie imprese. 

Con il successo dei Verdi e dei Verdi liberali si rafforza invece il campo della sinistra e del centro, che consolida oltretutto la sua maggioranza di seggi anche al Consiglio degli Stati. Mentre i due partiti ecologisti approfittano della crescente sensibilizzazione in corso sui problemi ambientali, in particolare sui pericoli legati ai cambiamenti climatici, i quattro partiti storici – PLR, PPD, PS e UDC – non sono riusciti a mettere in primo piano le loro priorità nella campagna elettorale. PLR, PPD e PS si ritrovano così ai loro livelli più bassi dal 1919.  

In calo anche la partecipazione a queste elezioni federali: al voto ha preso parte solo il 45,1% degli aventi diritto, contro il 48,5% raggiunto quattro anni fa. A livello nazionale la partecipazione più bassa risale al 1995, quando era stata pari al 42,2%.

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Parlamento più giovane e femminile

Nella prossima legislatura un numero record di donne occuperà i seggi del Consiglio nazionale: per la prima volta vi saranno infatti 85 deputate, che corrispondono al 42,5% degli eletti. A titolo di paragone, all’inizio dell’ultima legislatura arrivavano al 32%. La tendenza all’aumento delle deputate negli ultimi decenni si è quindi confermata: dal 2003 si registra un incremento di 3 o 4 punti percentuali ad ogni elezione. Quest’anno il risultato è quindi migliore del solito.

Gli svizzeri hanno eletto quest’anno anche il più giovane Consiglio nazionale della storia. L’età media dei deputati per la legislatura 2019-2023 è di esattamente 49 anni, contro i 50,3 della precedente. Nel 2011 l’età media era di 50,2 anni, mentre nel 2007 di 51,4. Solo due volte si era scesi sotto i 50 anni, nel 1991 (49,7) e nel 1987 (49,8).

Il calo registrato questa domenica è strettamente legato alla forte progressione dei Verdi e dei Verdi liberali. I primi hanno infatti l’età media più bassa della Camera, 44,8 anni, mentre i secondi arrivano a 48. Anche i socialisti sono sotto la media, con 47,1. Ad alzare la media ci sono soprattutto l’UDC (49,6), il PLR (50,6) e il PPD (51,8), ma anche il PEV (51) e il PBD (56), anche se hanno solo tre deputati a testa.

Balzo a sorpresa dei Verdi in Ticino

Nel canton Ticino, la lista Verdi e Sinistra alternativa è riuscita a guadagnare ben 9,9 punti percentuali, salendo al 14,5%. Quattro anni fa gli ecologisti correvano da soli e si erano fermati al 4%.

Diversamente a quanto avvenuto a livello nazionale, in Ticino i Verdi liberali non hanno tratto profitto dall’ondata ambientalista: non sono andati oltre l’1% (0,8% nel 2015). In controtendenza rispetto ai dati svizzeri anche l’UDC, che a sud delle Alpi ha guadagnato 1,4 punti salendo al 12,7%.

I partiti

UDC: Unione democratica di centro (destra conservatrice)

PS: Partito socialista (sinistra)

PLR.: Partito liberale radicale (destra liberale)

PPD: Partito popolare democratico (centro)

PES: Partito ecologista svizzero, I Verdi (sinistra)

PVL: Partito dei Verdi liberali (centro)

PBD: Partito borghese democratico (centro)

PEV: Partito evangelico svizzero (centro)

In calo invece gli altri partiti, in particolare la Lega che ha perso 4,8 punti percentuali, scendendo al 16,9%. Il PLR è calato di ben 3,2 punti percentuali, fissandosi al 20,5%, il PPD ha perso 1,9 punti al 18,2% e il PS 1,5 al 14,1%.

La lista Verdi e Sinistra alternativa è riuscita così a sottrarre un seggio alla Lega dei Ticinesi al Consiglio nazionale. L’ecologista Greta Gysin farà la sua entrata a Berna a scapito di Roberta Pantani, che dopo otto anni deve lasciare la sua poltrona.

Oltre a Greta Gysin, che sarà la prima verde della deputazione ticinese, sono stati eletti gli uscenti Rocco Cattaneo, Lorenzo Quadri, Fabio Regazzi, Marina Carobbio, Marco Chiesa, mentre il capogruppo in Gran Consiglio Alex Farinelli sostituirà Giovanni Merlini, candidato solo per gli Stati.

Volti nuovi nei Grigioni

Cambiamenti importanti per la delegazione grigionese al Consiglio nazionale: l’UDC perde uno dei suoi due mandati, quello di Heinz Brand, e il PBD la sua unica poltrona, quella di Duri Campell, mentre rientra alla Camera del popolo il PLD. Il PS passa da uno a due seggi e il PDC difende il suo.

L’unico seggio dell’UDC sarà occupato da Magdalena Martullo-Blocher, residente nel canton Zurigo, che ha raccolto il maggior numero di preferenze tra tutti i candidati in corsa. È riuscito a salvaguardare il suo mandato anche Martin Candinas del Partito popolare democratico cristiano (PDC, vale a dire il PPD).

Il Partito liberale democratico (PLD, vale a dire il PLR) – assente da otto anni a Berna – sarà rappresentato da Anna Giacometti, sindaca di Bregaglia. Per il PS siederanno sotto la cupola federale Jon Pult, ex presidente della sezione cantonale del PS e presidente dell’Iniziativa delle Alpi, assieme alla granconsigliera Sandra Locher Benguerel.

In termini di partiti, l’UDC è rimasta la prima formazione politica con il 29,9% delle preferenze (+0,2 punti percentuali rispetto al 2015), seguita dal PS con il 17,1% (-0,5), il PDC con il 16,3% (-0,5), il PLD con il 13,6 (+0,3), il PBD con il 9,1% (-5,4), il PVL con l’8,3% (+0,4) e “Verda – I verdi grigionesi” con il 5,5% (invariato).

Primi eletti nel Consiglio degli Stati

Nel canton Ticino, nessun candidato ha ottenuto la maggioranza assoluta di 52’882 voti. Il “senatore” uscente Filippo Lombardi (PPD) è in “pole position” con 34’318 voti, davanti a Marco Chiesa dell’UDC con 32’576. Seguono Giovanni Merlini del PLR con 30’371 voti e Marina Carobbio del PS con 30’263 voti.  Il ballottaggio si terrà il prossimo 17 novembre.

Tutto come prima per quanto riguarda la delegazione del canton Grigioni al Consiglio degli Stati: i due “senatori” uscenti Stefan Engler (PDC/PPD) e Martin Schmid (PLD/PLR) sono stati rieletti senza problemi. Engler ha ottenuto il miglior risultato, con 30’033 voti, mentre Schmid ha raccolto 26’629 preferenze.

A Zurigo, il senatore uscente Daniel Jositsch (PS) è rieletto al primo turno. Per la seconda poltrona si andrà al ballottaggio tra l’attuale consigliere agli Stati del PLR Ruedi Noser e il consigliere nazionale dell’UDC Roger Köpper, giunto al terzo rango.

Nel canton Lucerna il consigliere agli Stati uscente Damian Müller (PLR) rimane in carica, superando di 300 schede la maggioranza assoluta. Per il secondo seggio lucernese alla Camera dei cantoni si dovrà attendere il turno di ballottaggio del 17 novembre tra la consigliera nazionale Andrea Gmür (PPD) e il collega dell’UDC Franz Grüter.

Nel canton Zugo, un solo candidato è stato eletto al primo turno al Consiglio degli Stati. Si tratta del senatore uscente Peter Hegglin (PPD), che si è piazzato dinnanzi al candidato del PLR Matthias Michel e al democentrista Heinz Tännler.

Nel canton Argovia bisognerà aspettare il turno di ballottaggio del prossimo 24 novembre per sapere chi occuperà le poltrone lasciate libere dai due “senatori” uscenti Pascale Bruderer (PS) e Philipp Müller (PLR). Ampiamente in testa si è piazzato Thierry Burkart (PLR), seguito da Hansjörg Knecht (UDC) e dal socialista Cédric Wermuth.

Si dovrà attendere il secondo turno, previsto per il 17 novembre, per conoscere il nome degli eletti del canton San Gallo al Consiglio degli Stati. I due “senatori” uscenti Benedikt Würth (PPD) e Paul Rechsteiner (PS) sono chiaramente in testa, ma non hanno raggiunto la maggioranza assoluta.

Soltanto uno dei due “senatori” uscenti, Pirmin Bischof (PPD), è riuscito a farsi rieleggere al primo turno nel canton Soletta. L’altro consigliere agli Stati in carica, Roberto Zanetti (PS), dovrà attendere il risultato del ballottaggio. Il suo principale sfidante sarà Christian Imark (UDC).

Seggio socialista a rischio a Basilea Campagna: il PS non è infatti riuscito a confermare la poltrona finora occupata da Claude Janiak. Il miglior risultato è stato ottenuto da Daniela Schneeberger (PLR), che ha superato la consigliera nazionale dei Verdi Maya Graf e il deputato socialista Eric Nussbaumer. Il ballottaggio avrà luogo il 24 novembre.

Il seggio di Basilea Città agli Stati resta invece nelle mani del PS: l’attuale consigliera di Stato Eva Herzog si è imposta sui candidati borghesi, ottenendo ben il 66% dei suffragi. 

Nel canton Glarona, si è assistito a una sorpresa per l’elezione al Consiglio degli Stati. Solo uno dei “senatori” uscenti, Thomas Hefti (PLR), è stato riconfermato, mentre non ce l’ha fatta Werner Hösli (UDC). Al suo posto è stato eletto il Verde Mathias Zopfi.

La composizione partitica della deputazione del canton Turgovia agli Stati non cambierà: oggi è stata riconfermata la “senatrice” uscente Brigitte Häberli-Koller (PPD), mentre Jakob Stark (UDC) è stato eletto al posto del compagno di partito Roland Eberle.

Ad Appenzello esterno si riconferma in carica, come pronosticato, il senatore del PLR Andrea Caroni, che occuperà per altri 4 anni il solo seggio disponibile per il semi-cantone al Consiglio degli Stati.

Nel canton Uri uno dei due seggi al Consiglio degli Stati sarà occupato per la prima volta nella storia da una donna: Heidi Z’graggen (PPD)  affiancherà il “senatore” uscente del PLR Josef Dittli alla Camera dei cantoni.

A Sciaffusa sono stati riconfermati i due “senatori” uscenti Hannes Germann (UDC) e Thomas Minder (senza partito, ma affiliato al gruppo dell’UDC).

Nel canton Svitto, il senatore uscente dell’UDC Alex Kuprecht è stato rieletto già questa domenica per un nuovo mandato. Il secondo seggio verrà attribuito nel ballottaggio del 24 novembre. Il consigliere nazionale democentrista Pirmin Schwander si è piazzato al secondo rango, davanti al consigliere di Stato del PPD Othmar Reichmuth.

Nel canton Ginevra, si sono piazzati nettamente in testa al primo turno i due candidati rosso-verdi, l’ecologista Lisa Mazzone e il socialista Carlo Sommaruga. Risultano chiaramente staccati in vista del ballottaggio i candidati borghesi: Hugues Hilpoldt (PLR), Béatrice Hirsch (PPD) e Céline Amaudruz (UDC).

Le due candidate rosso-verdi sono in testa anche nel canton Vaud: l’ecologista Adèle Thorens e la socialista Ada Marra. Segue, ma molto staccato, il “senatore” uscente del PLR Olivier Français. Il secondo turno è previsto il 10 novembre.

Sarà ballottaggio generale nel canton Friburgo, dove i due senatori uscenti, Christian Levrat (PS) e Beat Vonlanthen (PPD), non hanno raggiunto la maggioranza assoluta. Il presidente del PS Levrat ha ottenuto di gran lunga il risultato migliore, seguito da Vonlanthen, dalla candidata del PLR Johanna Gapany e dall’UDC Pierre-André Page.

Ballottaggio generale pure nel canton Vallese, dove nessun candidato è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta. Il senatore uscente Beat Rieder (PPD) è risultato in testa davanti alla collega di partito Marianne Maret e al socialista Mathias Reynard.

Sorpresa a Neuchâtel nell’elezione del Consiglio degli Stati: la candidata dei Verdi Céline Vara è stata eletta sottraendo il seggio ai socialisti. Il consigliere nazionale Philippe Bauer (PLR) è riuscito dal canto suo a difendere il seggio del partito, finora in mano a Raphaël Comte.

Nel canton Giura, i due favoriti nella corsa per il Consiglio degli Stati si ritrovano in testa: la socialista Elisabeth Baume-Schneider sta difendendo bene la poltrona lasciata libera da Claude Hêche, mentre Charles Juillard (PPD) succederà probabilmente alla collega di partito Anne Seydoux-Christe.
 

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Nessuna chance per la Quinta Svizzera

Niente da fare per gli svizzeri all’estero: dei 73 candidati che si erano presentati per il Consiglio nazionale, nessuno è stato eletto. Solo nel 2015 un rappresentante della Quinta Svizzera, il socialista Tim Guldimann, era riuscito ad entrare nella Camera del popolo.

Inoltre, a differenza di quattro anni fa, gli svizzeri all’estero non hanno più potuto utilizzare il voto elettronico in alcun cantone, poiché il governo federale ha sospeso le prove in corso per motivi di sicurezza. 

Gli svizzeri all’estero che si sono iscritti in un registro elettorale in patria, possono partecipare alle elezioni al Consiglio nazionale e in alcuni cantoni anche alle elezioni al Consiglio degli Stati.

Tuttavia, secondo informazioni pervenute dalla Quinta Svizzera a swissinfo.ch, molti cittadini espatriati che avrebbero voluto votare sono rimasti esclusi a causa di ritardi nell’invio del materiale di voto.

Ballottaggi

Circa 5,3 milioni di cittadini svizzeri avevano il diritto di partecipare alle elezioni parlamentari del 20 ottobre. 

Per quanto riguarda il Consiglio degli Stati, in diversi cantoni si dovrà andare al ballottaggio, poiché le elezioni si svolgono con il sistema di maggioranza. Ciò significa che per essere eletti già al primo turno occorre ottenere più del 50% dei voti. 

Laddove sono in competizione diversi candidati con un certo seguito elettorale, superare tale soglia è praticamente impossibile. Dunque, in diversi casi sarà necessario un secondo turno elettorale. 

Il sistema bicamerale del parlamento svizzero è paritetico: i due Consigli hanno uguali poteri.




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