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L’onda verde ingrossata da chi ha votato per la prima volta

locale di voto con due urne al centro
Chi ha votato i diversi partiti e perché? Il sondaggio post-elettorale SSR-Sotomo fornisce le chiavi di lettura delle elezioni federali svizzere 2019 . Keystone / Alessandro Della Valle


Come si spiega la storica vittoria dei Verdi alle elezioni parlamentari svizzere 2019? Perché la grande vincitrice del 2015, l’UDC, ha subito perdite così significative? Le risposte del sondaggio realizzato dall’istituto Sotomo, per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SSR).

17 seggi in più per i Verdi (PES), 9 in più per i Verdi Liberali (PVL), 12 in meno per l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). Per gli standard svizzeri, si tratta di massicci spostamenti di elettori. Come vi si è arrivati?

Dall’influsso della migrazione a quello del clima

Nel 2015, la migrazione è stata il tema principale della campagna elettorale. Benché la destra conservatrice avesse fatto della politica estera il suo cavallo di battaglia già da anni, a causa dei flussi di profughi l’argomento ha improvvisamente fatto presa anche fra l’elettorato al centro dello spettro politico.

All’epoca, il 42% degli intervistati nel sondaggio all’uscita delle urne considerava la questione “stranieri, immigrazione” come la più importante sfida per il Paese. Molti hanno quindi dato il voto al partito che ha fatto della questione la sua massima priorità, appunto l’UDC. Allora, solo il 7% degli intervistati ha citato le questioni ambientali come la sfida più importante.

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“L’impatto a breve termine sarà enorme”

Questo contenuto è stato pubblicato al La storica vittoria dei Verdi e dei Verdi liberali alle elezioni svizzere lascia senza parole anche l’analista politico di lunga data Longchamp.

Di più “L’impatto a breve termine sarà enorme”

Nel 2019, il clima è diventato il tema principale. Una problematica sulla quale da anni era focalizzata la politica del Partito ecologista svizzero/I Verdi (PES). In passato, questo partito è riuscito a mobilitare solo una piccola minoranza per la sua causa. Ma con Greta Thunberg & Co e con la visibilità delle conseguenze del cambiamento climatico, la questione negli ultimi mesi si è radicata anche fra l’elettorato di centro.

Nel sondaggio post-elezioni di quest’anno il tema “ambiente, clima compreso” è stato indicato come la più grande sfida dal 27% degli intervistati. Molti di costoro hanno quindi votato a favore di quei partiti che hanno il termine “verde” ancorato nel loro nome, vale a dire il PES e il PVL. La tematica “stranieri”, invece, è stata designata come la sfida più importante soltanto dall’11%.

Soprattutto al centro dello spettro politico, dove ci sono più elettori che cambiano rispetto ai cosiddetti “soldati di partito” dei poli, la questione della migrazione è oggi molto meno importante del clima.

Questa è la spiegazione principale dell’istituto di ricerca SotomoCollegamento esterno per lo spostamento di voti insolitamente elevato registrato alle elezioni federali del 20 ottobre.

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Verde colore politico prediletto dei neoelettori

Oltre a coloro che hanno cambiato partito, sul conto perdite e profitti di questi ultimi ha inciso pesantemente la fascia dei nuovi elettori. Dall’analisi dei dati del sondaggio post-elettorale di Sotomo è emerso chiaramente che la marcata oscillazione a vantaggio dei partiti verdi e della sinistra è principalmente il risultato di una mobilitazione unilaterale. Solo i Verdi e i Verdi liberali hanno tratto beneficio dai nuovi elettori. E questo in misura notevole. “Il 28% degli attuali elettori dei Verdi e il 26% di quelli dei Verdi liberali non ha partecipato alle elezioni del 2015”, precisano i ricercatori di Sotomo.

I Verdi sono il partito che ha raccolto il maggior sostegno da parte dei giovani: un elettore su cinque della fascia di età 18-25 anni ha votato per il PES il 20 ottobre. A titolo di paragone, l’UDC ha ottenuto il 17% dei voti in questa fascia d’età e il PS solamente il 13%. Se aggiungiamo coloro che hanno votato a favore dei Verdi liberali, più di un giovane su tre ha votato per un partito il cui programma è focalizzato sulla tutela dell’ambiente.

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I tre quarti hanno altre preoccupazioni

Nonostante il forte balzo in avanti, la questione ambientale nel 2019 non è così dominante come lo era quella migratoria nel 2015. Con il 28%, il tema “assicurazioni sociali” (assicurazione malattie, assicurazione vecchiaia…) è stato citato un po’ più spesso di quello dell’ambiente (27%) come la maggior sfida politica per la Svizzera. Un ulteriore 14% ritiene che l’ambiente sia “una delle tre questioni più importanti”.

Come influisce il risultato elettorale sulla politica concreta? Sebbene i due partiti verdi siano cresciuti in modo straordinario e abbiano raggiunto una quota di votanti cumulata del 21% (PES 13%, PVL 8%), l’UDC, che ha esplicitamente minimizzato il problema del clima nella campagna elettorale, resta il partito che ha raccolto più consensi per il Consiglio nazionale: pur avendo perso terreno rispetto a quattro anni fa, ha ottenuto il 26% dei voti.

Nella classifica delle priorità che il neoeletto parlamento deve fissare secondo i pareri dell’elettorato, al primo posto si colloca una “riforma riuscita della previdenza per la vecchiaia”. Al secondo posto ci sono “misure per alleggerire l’onere dei premi dell’assicurazione malattie”. Solo al terzo posto si situa “una legge efficace per ridurre le emissioni di CO2”. Soltanto il 36% degli intervistati ritiene che questo tema sia particolarmente urgente. Ciò dimostra che la questione del clima non riveste affatto uguale importanza per l’intero elettorato.

Ora arriveranno misure incisive in materia di CO2?

Lo spostamento degli elettori a favore delle questioni ecologiche non significa necessariamente che porterà all’adozione di misure incisive per la tutela dell’ambiente da parte del parlamento.

I partiti verdi possono continuare a contare sul sostegno del Partito socialista (PS) per le questioni ambientali, ma i cosiddetti partiti borghesi di centro e di destra – quello popolare democratico (PPD) e quello liberale radicale (PLR) – che durante la campagna elettorale si sono dati una pennellata verde, combatteranno le proposte di ridurre le emissioni di CO2 che gravano sul portafoglio dei loro elettorati.

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Svizzeri all’estero rivelatori di una tendenza

Anche i voti dei cittadini elvetici che risiedono fuori dai confini nazionali hanno spinto l’onda verde. Dall’indagine di swissinfo.ch nei dieci cantoni in cui sono disponibili i dati sul voto degli svizzeri all’estero emerge che, rispetto ai connazionali in patria, gli espatriati hanno votato ancora più chiaramente a favore dei Verdi e nettamente meno a favore dell’UDC, come mostra il grafico seguente.

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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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