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“Alle federali di autunno ci sarà uno spostamento a sinistra”

Dopo anni di crescita, l'Unione democratica di centro (SVP in tedesco) potrebbe aver raggiunto il suo massimo splendore, sostiene la politologa Cloé Jans. Keystone

Alle elezioni federali di autunno, i Verdi e i socialisti dovrebbero confermare i successi ottenuti alle recenti elezioni cantonali, prevede la politologa Cloé Jans. Intervista.

La direttrice operativa dell’istituto di ricerca gfs.bern ritiene che i successi elettorali di ecologisti e socialisti a livello cantonale siano un’importante indicazione di quanto succederà alle elezioni federali del 20 ottobre.

L’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), il partito più votato in Svizzera a livello nazionale, è invece in difficoltà poiché non è abbastanza presente sulle tematiche attuali, tra cui il clima, osserva Cloé JansCollegamento esterno.

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Cloé Jans
Cloé Jans è la direttrice operativa dell’istituto di ricerca gfs.bern. gfsbern.ch

swissinfo.ch: I Verdi sono i chiari vincitori delle recenti elezioni cantonali. Un successo favorito dagli scioperi per il clima?

Cloé Jans: Sicuramente. Il movimento per il clima ha fortemente alimentato le forze ecologiste, compresi i Verdi liberali al centro. Questa tendenza era però già iniziata l’anno scorso: durante l’estate molto secca, la gente ha percepito il cambiamento climatico sulla propria pelle.

Anche il Partito socialista ha ottenuti buoni risultati alle urne. Come spiegare il suo successo dal 2015?

La politica è ciclica. L’ultima legislatura è stata dominata da dossier che hanno favorito i partiti conservatori e borghesi. Nell’attuale legislatura sono invece le tematiche della sinistra a essere in cima all’agenda politica. Tra gli argomenti attuali c’è anche la previdenza per la vecchiaia, un ambito in cui ci si auspica di assistere finalmente a una riforma efficace. Anche la politica sanitaria rientra tra le apprensioni principali dei cittadini.

I Verdi liberali hanno anch’essi il vento in poppa. Il piccolo partito riuscirà a replicare il grande successo ottenuto nel canton Zurigo, la sua roccaforte?

Quanto proposto dai Verdi liberali risponde alla richiesta di un’ampia base elettorale. Si tratta di un movimento giovane, moderno e liberale, nel quale gli abitanti di aree urbane, una categoria in crescita, riescono a identificarsi. Ora deve però dimostrare di avere un programma coerente che va al di là delle questioni ambientali ed economiche.

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Parliamo del Partito liberale radicale (PLR), un tradizionale partito liberale di centro che è riuscito a rallentare il suo lungo declino e a consolidarsi. Come ha fatto?

Ciò che ha giocato a favore della sinistra, dei Verdi e dei Verdi liberali in questa legislatura è la loro aura di partiti moderni, aperti e favorevoli a una società liberale. C’è poi la promozione delle donne e di nuovi modelli sociali. Negli ultimi anni, il PLR è riuscito a dimostrare in modo credibile che anch’esso sta affrontando queste nuove sfide.

Nulla di nuovo invece sul fronte del Partito popolare democratico (PPD), che continua a regredire. Come mai?

La base tradizionale del PPD sta scomparendo, mentre il partito fatica a rinnovarsi. Probabilmente, lo stesso PPD non sa se orientarsi verso sinistra, e tentare di essere più moderno e liberale, oppure se seguire la via conservatrice del presidente Gerhard Pfister e dirigersi verso destra.

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A livello cantonale, l’UDC è il chiaro perdente dell’attuale legislatura. Il partito più forte del paese ha dovuto subire una sconfitta dopo l’altra. Che cosa sta succedendo a questa formazione solitamente abituata ai successi elettorali?

Per anni, l’UDC è cresciuta a un ritmo incredibile, quasi sproporzionato. Ora potrebbe semplicemente aver raggiunto i suoi limiti. Ottiene vittorie quando riesce a mobilitare la gente. Ciò accade quando i suoi temi principali – migrazione, sovranità nazionale e allontanamento dall’Ue – sono di attualità. Ora, l’UDC è in perdita di velocità siccome le tematiche sono altre.

Il partito ha anche problemi strutturali. La vecchia guardia è stata soppiantata e le nuove forze non sono ancora arrivate. L’UDC ha inoltre un problema con le donne. Le ultime elezioni hanno mostrato che oggi vengono elette più donne nei parlamenti cantonali rispetto a dieci anni fa. L’elezione delle donne è oggigiorno una necessità. L’UDC afferma di aprire le porte alle donne, ma la cultura interna del partito non va in questa direzione.

Le elezioni cantonali offrono indicazioni attendibili in vista delle elezioni federali di ottobre?

Sì, senza ombra di dubbio. Lo si è visto anche in passato: i risultati delle elezioni nei cantoni sono una solida indicazione di quello che accadrà a livello nazionale. Va però detto che la mobilitazione in autunno sarà ancore più importante di quanto non lo sia ora nei cantoni. E in quest’ottica, i tre grandi partiti UDC, PLR E PS sono tradizionalmente avvantaggiati grazie alla maggiore forza della loro campagna elettorale.

Il 20 ottobre assisteremo quindi a uno spostamento a sinistra?

Penso di sì.

Alle elezioni federali del 2015, l’UDC è riuscita senza problemi a riconfermarsi il principale partito della Svizzera, distaccando di parecchio le altre formazioni. Quest’anno sarà però forse diverso…

Dobbiamo relativizzare: il panorama partitico svizzero è molto stabile. Se l’UDC dovesse perdere 5 punti percentuali, sarebbe uno scossone. La forza dei partiti non cambierà in modo sostanziale. I rapporti di maggioranza, invece, potrebbero modificarsi.

I partiti

UDC: Unione democratica di centro (destra conservatrice)

PS: Partito socialista

PLR.I Liberali: Partito liberale radicale (destra liberale)

PPD: Partito popolare democratico

PES: Partito ecologista svizzero

PVL: Partito dei Verdi liberali (centro)

PBD: Partito borghese democratico (centro)

GSS: gioventù socialista

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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