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Iniziative popolari locomotive di campagna elettorale? Sciocchezze!

Claude Longchamp a mezzo busto e sullo sfondo il Palazzo federale a Berna.
swissinfo.ch

In Svizzera le iniziative popolari sono uno strumento abituale dei partiti per profilarsi durante le campagne per le elezioni federali. Ma il loro potenziale di mobilitazione è sopravvalutato: esse causano ai partiti persino partenze false e contraccolpi.

I partiti popolare democratico (PPD) e socialista (PS) stanno cercando di rafforzare la campagna elettorale 2019 con le loro rispettive iniziative popolari. Entrambi i partiti propongono ricette di politica sanitaria. Secondo tutti i recenti sondaggi, la preoccupazione popolare dominante è come tenere sotto controllo i galoppanti costi della salute.

L’autore

Claude Longchamp è uno tra i politologi e analisti più noti e autorevoli della Svizzera.

Ha fondato l’Istituto di ricerca gfs.bernCollegamento esterno, che ha diretto fino al suo pensionamento e di cui è attualmente il presidente del consiglio di amministrazione. Per trent’anni Longchamp ha analizzato e commentato le votazioni e le elezioni per la radiotelevisione di lingua tedesca SRF.

Per swissinfo.ch e per la sua piattaforma sulla democrazia #DearDemocracy, Longchamp scrive ogni mese un testo sulle elezioni federali 2019.

Il PPD chiede di porre un freno ai costiCollegamento esterno. L’idea è che quando i costi aumentano più rapidamente dei salari, il governo federale deve intervenire. Il partito è convinto che nel sistema sanitario si possano risparmiare centinaia di milioni di franchi, senza alcuna perdita di qualità.

Il PS domanda invece una nuova ripartizione degli oneri finanziari. Nessuna economia domestica dovrebbe spendere più del 10% del proprio redditoCollegamento esterno per i premi dell’assicurazione sanitaria di base. Nel caso in cui si superasse questa soglia, la differenza sarebbe compensata con fondi pubblici.

Altre iniziative popolari navigano attualmente all’ombra di queste due proposte. In generale sono state ideate da partiti o da loro esponenti, ma sono promosse da comitati non legati ad essi. Ecco alcuni esempi:

Quando un partito punta su iniziative popolari in una campagna elettorale, si parla della sua funzione di mobilitazione. Grazie ad una rivendicazione su una tematica ben ponderata, si cerca di creare l’attenzione mediatica che consente più facilmente di discutere direttamente con i cittadini per strada. Lo si fa perché si presume che ciò frutti voti supplementari il giorno delle elezioni.

Iniziativa popolare garante di vittoria elettorale: un mito

L’idea che un’iniziativa popolare sia garante di una vittoria elettorale, per me è semplicemente un mito. L’ultima volta che ha avuto successo è stato nel 2007, quando l’Unione democratica di centro (UDC) ha lanciato il 1° agosto la sua iniziativa “Per l’espulsione degli stranieri che commettono reatiCollegamento esterno“. L’argomento è andato a segno immediatamente e le firme sono state raccolte in un battibaleno.

Dato che un’iniziativa popolare se raccoglie le firme necessarie deve essere sottoposta al voto popolare entro quattro anni, l’UDC ha potuto condurre una campagna elettorale permanente durante la legislatura seguente. E la votazione ha potuto aver luogo prima delle successive elezioni federali. Nonostante la feroce opposizione, alle urne l’iniziativa ha sfondato.

Il successo dell’UDC nel 2007 ha portato a una vera e propria ondata di iniziative popolari in vista delle elezioni del 2011. Ne sono state lanciate 23. Non tutte sono riuscite, ma per quasi tutta la legislatura dal 2011 al 2015, le autorità politiche hanno dovuto occuparsi di una vera e propria montagna di iniziative. All’epoca si è ampiamente criticato il fatto che partiti e gruppi vicini ad essi abusassero di questo diritto popolare.

Analisi oggettiva del potenziale di mobilitazione

In realtà, rimproverare i partiti non sarebbe affatto stato necessario. Il tentativo di copiare la formula magica dell’UDC per un’iniziativa popolare di successo è fallito miseramente già nel 2015. Il PPS e i Verdi liberali (PVL) avevano lanciato un’iniziativa popolare ciascuno in modo tale da poterla mettere in votazione popolare nell’anno elettorale. Entrambi, tuttavia, hanno fatto nettamente fiasco.

L’iniziativa “Sostenere le famiglie” promossa dal PPD non ha ottenuto nemmeno il 25% di sì dai votanti, e quella dei PVL denominata “Imposta sull’energia invece dell’IVA” ha persino stabilito un record storico negativo, con il 92% di no. Entrambi i partiti hanno subito le conseguenze del loro passo falso alla partenza dell’anno elettorale. La sconfitta elettorale è stata particolarmente dolorosa per i Verdi liberali, che in precedenza avevano avuto successo.

Oggi, i vertici dei partiti vanno più cauti con le iniziative popolari in campagna elettorale. Gli strateghi di partito cercano di evitare una votazione nell’anno elettorale, calcolando per bene la tempistica. In vista delle elezioni federali 2019, tutti, tranne i Giovani Verdi, ci sono riusciti. La bocciatura alle urne della loro iniziativa “contro la dispersione degli insediamenti“, il 10 febbraio scorso, alla fin fine non ha tuttavia pesato, semplicemente perché nel frattempo tutti i dibattiti si sono focalizzati sulla questione del riscaldamento climatico.

Altri sviluppi

Altri partiti, come l’UDC, puntano su una votazione popolare con sufficiente anticipo rispetto alle elezioni. La sua iniziativa “per l’autodeterminazione” è stata sottoposta al voto popolare nel novembre 2018. Ha subito un rovescio più forte di quanto si immaginasse e ha mandato a monte l’avvio della campagna del partito per l’anno elettorale.

Ma non nell’anno delle elezioni

Ancora diversa è la drammaturgia dell’iniziativa “Per un’immigrazione moderata”, nota anche come “Iniziativa per la limitazioneCollegamento esterno“, annunciata da Christoph Blocher come la sua ultima battaglia. L’elettorato svizzero deciderà in merito nel 2020. Il suo lancio è stato ritardato così a lungo che un voto popolare nell’anno elettorale 2019 è diventato improbabile.

Ma anche queste tattiche partitiche possono essere relativizzate. A quanto si dice, il PPD sta avendo difficoltà a raccogliere le firme per l’Iniziativa per un freno ai costi, per cui ha dovuto assumere precocemente persone a pagamento per farlo. Quanto al PS non vuole dire nulla sull’andamento della raccolta delle firme per la sua iniziativa per premi meno onerosi.

Da notare inoltre, che nella corrente legislatura, tutte le 14 iniziative popolari giunte all’esame delle urne sono state respinte.

Altre funzioni sono più importanti

Nulla di tutto questo è sfuggito all’attenzione dei politologi. Studi sul lungo termine in merito alle funzioni delle iniziative popolari hanno valutato da tempo che l’effetto di mobilitazione è molto inferiore all’eco mediatica.

Le loro analisi mettono piuttosto altre due funzioni in primo piano. In primo luogo, la definizione dell’agenda, cioè arricchire il dibattito pubblico con nuovi temi o ampliarlo con nuove opzioni.

Secondo gli analisti politici, l’iniziativa popolare ha un’altra funzione più importante: quella di un impegno a negoziare, piuttosto che di un motore di mobilitazione. Tramite i diritti popolari, un gruppo di interesse extraparlamentare può diventare un interlocutore per il parlamento.

Attenzione alle esagerazioni

A mio parere, sarebbe una buona idea contrastare il tema dell’iniziativa popolare come strumento di mobilitazione, che è stato fortemente alimentato dai media, con la freddezza autunnale che arriverà quando i risultati elettorali saranno disponibili il 20 ottobre.

Metto esplicitamente in guardia contro le speranze esagerate di aver trovato una chiave per la vittoria elettorale: i partiti contro le aspettative irrealistiche; i loro critici contro le imputazioni altrettanto irrealistiche a questo interessante diritto popolare.


I partiti che formano Gruppi in parlamento

UDC: Unione democratica di centro (destra conservatrice)

PS: Partito socialista (sinistra)

PLR: Partito liberale radicale (destra liberale)

PPD: Partito popolare democratico (centro destra)

PES: Partito ecologista svizzero (sinistra)

PVL: Partito dei Verdi liberali (centro)

PBD: Partito borghese democratico (centro)

(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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