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Belfast nell’occhio del ciclone europeo

Pas de frontière, pas de Brexit.
"Niente confini, niente Brexit". Un messaggio spesso diffuso in Irlanda del Nord e firmato qui da Sinn Féin, il partito cattolico che ora si batte per la riunificazione dell'Irlanda. Alain Meyer, swissinfo.ch

Belfast attira sempre più aziende straniere, come la banca zurighese Julius Bär. I nordirlandesi eleggono venerdì i loro tre membri del Parlamento europeo in un clima teso e con una Brexit irrisolta.

A Belfast, la pace è stata generalmente rispettata negli ultimi vent’anni. L’anno scorso nuovi alberghi sono sorti nel centro cittadino, in attesa un giorno dell’apertura di quello dedicato al grande eroe locale, il leggendario ex calciatore George Best, ancora in costruzione. Le aziende non esitano più a investire in servizi e infrastrutture in questa città, immersa in un clima di rinnovata euforia economica.

Tra queste società, la banca privata Julius Bär, con sede a Zurigo, ha aperto un nuovo ufficio in aprile. Tre dipendenti nordirlandesi lavorano a Belfast, diretti dalla sede centrale di Julius Bär International a Londra. “È un segnale del nostro impegno per l’Irlanda del Nord. Anche se la Brexit ha creato un clima di incertezza, operiamo in un mercato che tiene conto delle specificità locali”, dichiara un portavoce della banca a swissinfo.ch.

Carte de l Irlande
Mentre la Repubblica d’Irlanda rimane membro dell’UE, l’Irlanda del Nord sta per uscirne, controvoglia, assieme alla Gran Bretagna. Kai Reusser / swissinfo.ch

Julius Bär non è stata particolarmente toccata dalla Brexit, aggiunge il portavoce: “Non abbiamo dovuto ridurre il nostro personale per questo motivo”. Oltre a Belfast, la banca svizzera ha recentemente aperto filiali a Edimburgo (Scozia), Manchester e Leeds (Inghilterra).

Invitato a parlare lo scorso ottobre nella capitale nordirlandese in occasione di un evento organizzato proprio dalla Banca Julius Bär, l’ambasciatore svizzero a Londra, Alexandre Fasel, non aveva esitato a parlare di “infinite trattative in arrivo” tra Londra e Bruxelles, ricorda Ryan McAleer, giornalista economico del Belfast Telegraph.

“Dovrete sempre adattarvi a ciò che fa l’Unione Europea”, aveva aggiunto il diplomatico svizzero di fronte a un pubblico di ospiti, prevedendo per l’Irlanda del Nord un tasso dell’80% di oppositori all’UE nel giro di una generazione. Questo, tenendo conto dello scarso interesse che un’adesione all’Unione suscita in Svizzera, 27 anni dopo il no allo Spazio economico europeo (SEE).

Aumenta la tensione a Derry

Mentre l’Irlanda del Nord si sta riprendendo economicamente, molti cittadini soffrono ancora le conseguenze (lesioni, traumi, ecc.) del lungo conflitto interno e sono tuttora incapaci di lavorare normalmente. “Lo Stato li sostiene”, rileva Ryan McAleer. “Dei 32 studenti che erano nella mia classe negli anni ’60, 19 sono morti nel conflitto (1968-1998). Solo una decina di noi sono rimasti vivi e possono testimoniarlo”, ricorda un uomo di 70 anni, incontrato recentemente a Belfast.

La società civile non ha finito di guarire le sue ferite, come dimostra il fatto che l’Irish Times e il Belfast Telegraph citano ogni giorno l’anniversario di un attacco o di un regolamento di conti. Non passa giorno senza che il passato riemerga. Il risentimento tra i protagonisti rimane tenace, nonostante l’accordo del Venerdì Santo del 1998 e il riconoscimento da parte di Londra della “dimensione irlandese”. Oggi, mentre i nordirlandesi tornano alle urne, tre anni dopo aver detto un chiaro no (56%) alla Brexit, molti a Belfast sono preoccupati per la crescente tensione a Derry.

Un mese fa una giovane giornalista è stata assassinata in questa città simbolo, situata a due ore di autobus a nord-ovest della capitale. Derry, dove il conflitto aveva preso inizio nel 1968 in Duke Street, durante la prima marcia di protesta repressa dalla polizia britannica. Il conflitto in Irlanda del Nord ha provocato la morte di 3700 persone e il ferimento di altre 47’500. Erano state piazzate circa 16’000 bombe. Attualmente, a causa dei ritardi di Londra sull’accordo di uscita dall’UE e dell’improvvisa ripresa della questione dei confini tra le due Irlande, l’esito delle elezioni europee di venerdì sarà seguito con grande attenzione sia a Londra che a Bruxelles.

Altri sviluppi

Grandi risentimenti

“La violenza non è mai veramente cessata da parte di piccoli gruppi nazionalisti, contrari a qualsiasi accordo di pace”, dice Ryan McAleer. “I giovani di Derry sono indottrinati da vecchi attivisti. Il ritorno di un confine potrebbe portare ad una nuova escalation e i valichi di frontiera potrebbero diventare obiettivi prioritari”. Né Dublino né Belfast sono favorevoli al ripristino di una vera e propria frontiera lungo gli oltre 300 km che separa i due paesi.

“Lyra McKee era una nota e talentuosa giornalista. La sua morte il 18 aprile è stato uno shock, perché non ci aspettavamo che dei giornalisti venissero di nuovo uccisi da queste parti. Ma i risentimenti sono ancora enormi in alcune fazioni attiviste”, spiega il giornalista del Belfast Telegraph. L’associazione professionale dei giornalisti ha dovuto reagire rapidamente alle recenti minacce lanciate contro tutti i media da parte del gruppo di estrema sinistra Saoradh, attivo nelle due Irlande. “Vogliamo che gli assassini di Lyra siano processati”, ha dichiarato qualche giorno fa Seamus Dooley, segretario della National Union of Journalists (NUJ), mentre la polizia perquisiva due residenze di Derry per trovare le tracce degli assassini della giornalista.

Ansia permanente

I cittadini devono decidere venerdì a chi assegnare i tre seggi riservati all’Irlanda del Nord nel Parlamento di Strasburgo, su un totale di 73 seggi disponibili per la Gran Bretagna. Con sullo sfondo la spaventosa e irrisolta questione della Brexit. “Brexit and You: make sure you’re prepared” (Brexit e voi: fate in modo di essere preparati) indica senza alcuna ironia un volantino posto all’ingresso della stazione di Belfast. Nel contesto attuale, la riunificazione delle due Irlande non è più solo una visione vaga per contrastare gli effetti di un divorzio che un giorno potrebbe avvelenare i rapporti tra la Gran Bretagna e l’Unione europea.

Gli abitanti di Belfast, che in alcuni quartieri hanno respinto nel 2016 la Brexit con quasi l’80% dei voti, considerano la lontananza da Bruxelles come una grave minaccia per l’economia locale. “Abbiamo molto di più da perdere degli inglesi”, ripetono i giornalisti. Il commercio giornaliero nelle zone di confine potrebbe venir gravemente compromesso.

La stessa osservazione è stata fatta alla fine della scorsa settimana alla fiera agricola di Balmoral, vicino a Belfast, appuntamento d’obbligo per i politici alla vigilia di un’elezione. “Una Brexit senza un accordo sarebbe un disastro per gli agricoltori locali”, ha avvertito l’associazione che riunisce i contadini nordirlandesi. Ma questa posizione chiara e questo appello verso Bruxelles troveranno un’espressione concreta nelle urne questo venerdì? 

Chantier à Belfast
Il centro di Belfast mostra un grande dinamismo con progetti e cantieri, come quello per la costruzione di un albergo dedicato a George Best, considerato il più grande calciatore nordirlandese. Alain Meyer, swissinfo.ch

Doppio rompicapo

“Ci definiamo sempre più come irlandesi dal 1998 e dalla smilitarizzazione del confine”, osserva Ryan McAleer. E se domani si dovesse tenere una nuova votazione sulla Brexit, un maggior numero di cittadini nordirlandesi si opporrebbe, ritiene il giornalista. Ma il paese è rimasto bloccato in una crisi politica negli ultimi due anni. Nessuna coalizione è riuscita a colmare il vuoto di potere in uno Stato che naviga a vista dal gennaio 2017.

“Ci troviamo di fronte a due enigmi: Brexit e la mancanza di autorità. Le elezioni europee, che finora sono state di scarso interesse, quest’anno assumono un significato particolare. L’affluenza alle ultime elezioni del 2014 (62%) sarà probabilmente superata. È come votare una seconda volta sulla Brexit “, sottolinea Ryan McAleer. Resta da vedere dove penderà l’ago della bilancia tra i pro e i contro. Aggiudicandosi una maggioranza di due seggi, gli anti-Brexit invierebbero un messaggio chiaro sia a Londra che a Bruxelles. Ma i sondaggi prevedono già risultati stretti e voti sparsi. 

Traduzione di Armando Mombelli

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