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Zurigo si tinge di verde (e rosa)

Le manifestazioni sul clima (qui lo sciopero degli scolari a Zurigo lo scorso 2 febbraio) hanno contribuito al risultato elettorale a favore dei partiti ecologisti. Ennio Leanza /Keystone

Sette mesi prima delle elezioni federali, verdi e verdi liberali escono vincitori dalle elezioni cantonali zurighesi. Entrambe le formazioni guadagnano nove seggi nel parlamento cantonale. Con Martin Neukomm il Partito ecologista riesce a rientrare in governo dopo quattro anni, a scapito dei liberali radicali. Nell'esecutivo del più grande cantone svizzero c'è ora una maggioranza femminile.

Le elezioni cantonali zurighesi, tradizionalmente considerate una prova generale per le elezioni federali, si sono concluse domenica con un segnale inequivocabile: sull’onda dei dibattiti e delle manifestazioni per il clima, i partiti di ispirazione ecologista trionfano.

I verdi guadagnano 4,7 punti percentuali, raggiungendo l’11,9% dei consensi, i verdi liberali crescono del 5,3 punti al 12,9%. Per entrambi i partiti il successo si traduce in un aumento di 9 seggi: i verdi hanno ora 22 seggi nel parlamento cantonale, i verdi liberali 23 (in totale i seggi sono 180).

Insieme raggiungono lo stesso numero di seggi dell’Unione democratica di centro (UDC – destra nazionalconservatrice), il primo partito del cantone, che subisce la più importante sconfitta elettorale degli ultimi 30 anni: 5,6 punti percentuali in meno e perdita di nove seggi.

L’UDC non è l’unico partito del centro destra a lasciarci le penne: il Partito borghese democratico (PBD), nato dalla scissione dell’ala moderata dell’UDC, manca la soglia del 5% ed esce dal parlamento cantonale, perdendo i suoi cinque seggi. Anche il Partito liberale radicale PLR (-2 seggi), il Partito popolare democratico PPD (-1) e il Partito socialista PS (-1) registrano leggere flessioni.

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L’ondata verde comporta un mutamento degli equilibri politici nel parlamento cantonale: il centro e la destra (UDC, PLR e PPD e Unione democratica federale) non hanno più la maggioranza assoluta. Da 99 deputati su 180, i quattro partiti sono scesi a 87 deputati; Partito evangelico (PEV) e verdi liberali sono ormai l’ago della bilancia.

Verdi di nuovo in governo

Ma l’onda verde non si limita a lambire il parlamento: la vera sorpresa – pur se annunciata dai sondaggi nelle ultime settimane – è la conquista di un seggio in governo ha parte del 32enne verde Martin Neukomm a scapito del PLR, che per la prima volta nella sua storia occupa ora un solo seggio nell’esecutivo cantonale zurighese.

Neukomm, deputato nel parlamento cantonale da soli quattro anni, sconosciuto ai più fino a pochi mesi fa, è riuscito non solo a impedire l’elezione del candidato del PLR Thomas Vogel, da anni capogruppo del suo partito nel parlamento cantonale, ma anche a incassare più voti della candidata dell’UDC Natalie Rickli, un volto molto noto a livello nazionale. Neukomm è uno dei più giovani consiglieri di Stato mai eletti nella storia della Svizzera.

L’elezione di Natalie Rickli d’altro canto dà alle donne la maggioranza in governo. Accanto a Rickli, nel gioverno del canton Zurigo siederanno la socialista Jacqueline Fehr, la popolare democratica Silvia Steiner e la liberale radicale Carmen Walker Späh. La minoranza maschile è formata dal socialista Mario Fehr, dall’UDC Ernst Stocker e dal neoeletto Neukomm.

Onda lunga degli scioperi per il clima

I commentatori sono piuttosto unanimi nel leggere i risultati della votazione zurighese alla luce dell’intenso dibattito sul clima degli ultimi mesi e delle mobilitazioni degli studenti a favore di una politica più incisiva per ridurre le emissioni di gas serra.

“Evidentemente con il loro voto le elettrici e gli elettori volevano porre la questione climatica, che dopo le diffuse proteste degli scolari è diventato rapidamente il tema elettorale numero uno, in posizione prominente nell’agenda politica”, scrive la Neue Zürcher Zeitung.

“Verdi e verdi liberali non hanno sedotto solo l’elettorato urbano, come era prevedibile, ma anche gli abitanti delle campagne”, osserva dal canto suo la Tribune de Genève. “Questo successo non cade dal cielo. Ricompensa i due partiti che con costanza hanno messo la difesa del pianeta al centro del loro messaggio politico.”

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Barometro elettorale

L’attenzione è posta in particolare sulle possibili indicazioni che dal voto zurighese si possono trarre in vita delle elezioni federali di ottobre. Il voto nel cantone più popoloso della Svizzera, caratterizzato dalla presenza di due aree urbane (Zurigo e Winterthur) piuttosto progressiste e da ampie aree rurali piuttosto conservatrici, è spesso considerato un barometro affidabile delle tendenze a livello nazionale, tanto più che si tiene sempre mezz’anno prima delle elezioni federali.

Certo, osserva la Neue Zürcher Zeitung, i trend legati a questioni ecologiche passano “come nuvole di pioggia nel cielo”. Nel 2011 i verdi avevano approfittato dell'”effetto Fukushima”, ma i seggi conquistati in quell’occasione erano stati persi nuovamente quattro anni dopo. “Scommettere che la questione climatica scompaia dalle prime pagine dei giornali entro l’autunno sarebbe però rischioso”, scrive il quotidiano zurighese, con l’occhio rivolto soprattutto al PLR. Di recente la presidente del PLR svizzero Petra Gössi aveva annunciato di voler dare un profilo più ecologista al suo partitoCollegamento esterno in vista delle elezioni federali.

Considerato l’effetto indicatore delle elezioni zurighesi, il risultato di domenica è destinato però a creare qualche grattacapo soprattutto all’UDC: “I risultati zurighesi confermano il trend negativo delle passate elezioni cantonali. Confermano l’immagine negativa fornita dal partito a livello nazionale. L’UDC appare priva di strategia”, scrive la Solothurner Zeitung. Va ricordato che la marcia trionfale del partito nazional-conservatore a livello federale era cominciata proprio a Zurigo una trentina di anni fa.

L’evoluzione dei partiti a livello cantonale dalle ultime elezioni federali:

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