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Organizzazione svizzeri all’estero progetta classifica candidati

I membri del Consiglio degli svizzeri all estero seduti nell aula del parlamento di Berna mentre dibattono.
Alla seduta del Consiglio degli svizzeri all'estero, il 23 marzo a Berna, l'OSE ha illustrato le sue priorità per le elezioni federali 2019. swissinfo.ch

L'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE) vuole esaminare attentamente i parlamentari che si ricandidano alle elezioni legislative federali 2019. Se il loro orientamento politico è in linea con gli interessi della Quinta Svizzera, l'OSE intende formulare una raccomandazione di voto.

In vista delle elezioni federali del prossimo 20 ottobre, l’OSECollegamento esterno prevede di mettere in luce quei parlamentari che sostengono attivamente i suoi obiettivi di tutela degli interessi degli espatriati. In occasione della sessione di primavera del Consiglio degli svizzeri all’estero (CSECollegamento esterno), sabato a Berna, l’OSE ha reso noto il suo progetto di raccomandare agli svizzeri all’estero di votare i parlamentari che si impegnano a favore dei loro interessi.

Questa operazione trasversale riguarderebbe esclusivamente i membri dell’Intergruppo parlamentare Svizzeri all’esteroCollegamento esterno che alle elezioni federali 2019 si mettono nuovamente in corsa per un seggio al Consiglio nazionale o al Consiglio degli Stati.

Con un elettorato di circa 170’000 aventi diritto di voto, la Quinta Svizzera ha un peso non indifferente.

L’OSE ha elaborato un catalogo elettorale in otto punti, affinché i suoi principali obiettivi siano chiari e concreti. Per poter beneficiare di una raccomandazione di voto se ne dovrebbero soddisfare almeno sei.

Ecco gli otto criteri progettati:

1.    Agevolare l‘esercizio dei diritti polici svizzeri all’estero.
In primo luogo si tratterebbe di introdurre l’e-voting per tutti gli svizzeri all’estero. Ma non solo. In questo punto rientrano anche il diritto di voto alle elezioni del Consiglio degli Stati e la promozione dei progetti pilota per l’invio del materiale di voto tramite Internet.

2.    Permettere svizzeri all‘estero di aprire o mantenere una relazione bancaria in un istituto di credito in Svizzera.
Dal 2008, molti svizzeri all’estero hanno avuto grandi difficoltà a tenere un conto presso una banca svizzera. Tuttavia, questo è talvolta indispensabile, ad esempio per il versamento delle rendite di pensione del secondo pilastro, oppure per i pagamenti legati alle assicurazioni malattie, ai prestiti ipotecari o ai canoni di locazione in Svizzera. A livello politico, sono già stati fatti diversi tentativi per obbligare delle banche a permettere agli svizzeri all’estero di avere un conto, ma finora senza alcun successo.
3.    Incentivare la mobilità internazionale della popolazione svizzera.
Al centro di questo punto vi sono l’accordo bilaterale Svizzera-UE sulla libera circolazione delle persone, l’eliminazione degli ostacoli alla mobilità e un miglior coordinamento dei sistemi di previdenza e sicurezza sociale (AVS/AI, assicurazione sanitaria…). Circa 450’000 svizzeri all’estero vivono nell’UE e vorrebbero continuare a beneficiare dell’acquis di Schengen. Gran parte di costoro vedono un pericolo concreto nella cosiddetta iniziativa “Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)Collegamento esterno “, che chiede l’abrogazione della libera circolazione delle persone con l’UE. Ciò riguarderebbe direttamente ben 100’000 cittadini svizzeri residenti nell’UE che non sono in possesso di un doppio passaporto.

4.    Favorire il mantenimento di una rete consolare adeguata.
Negli ultimi anni la rete consolare svizzera è stata ridotta. Per gli svizzeri all’estero, una rete consolare sufficiente è capitale. Ma sono anche fondamentali il rafforzamento del ruolo dei consoli onorari e la cooperazione consolare con i cosiddetti Paesi amici.
5.     Promuovere l‘estensione della rete di scuole svizzere all’estero.
Tra le preoccupazioni in primo piano in questo campo vi sono le condizioni del personale dirigente delle 18 scuole svizzere “affinché la swissness delle scuole svizzere possa essere trasmessa”, chiede l’OSE.

6.    Rafforzare ed estendere la presenza internazionale della Svizzera.
Si tratta di dare il necessario sostegno alla rete swissnexCollegamento esterno, alle reti culturali svizzere all’estero e alla ricerca internazionale.

7.    Agevolare il consolidamento del Consiglio degli svizzeri all‘estero quale organo rappresentativo della Quinta Svizzera.
Il CSE attualmente è composto principalmente di delegati di associazioni e circoli svizzeri all’estero. L’obiettivo è di rendere questo organismo più rappresentativo dell’intera comunità svizzera all’estero, tramite l’elezione diretta dei suoi delegati.

8.    Incentivare lo sviluppo della comunicazione con la Quinta Svizzera.
Si tratta del supporto ai canali di comunicazione esistenti per gli svizzeri all’estero, in particolare la “Schweizer Revue/Revue Suisse” e la “Gazzetta Svizzera”, il portale indipendente della SRG SSR swissinfo.ch e la piattaforma dell’OSE SwissCommunity.org.

Questionario all’attenzione dei candidati

Questi otto punti costituirebbero il cosiddetto “Manifesto elettorale” 2019 dell’Organizzazione degli Svizzeri all’estero.

Per confrontare gli interessi dell’OSE con le posizioni politiche dei candidati, l’organizzazione sta preparando un questionario che intende inviare a tutti i membri dell’Intergruppo parlamentare Svizzeri all’estero che si ricandidano. A costoro sarebbero rivolte domande su ciascuno degli otto punti. Per ogni singolo punto, dovrebbero anche specificare se lo sosterranno durante la legislatura 2019-2021.

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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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