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La scuola è in ritardo per la riapertura in sicurezza

.Un aula vuota del liceo Newton di Roma pronta a ricevere gli studenti.
Un'aula vuota del liceo Newton di Roma pronta a ricevere gli studenti. Enrico Marra

La curva dei contagi è sotto controllo e la scuola ripartirà in presenza il 14 settembre. Nel panorama delle incertezze che la crisi epidemiologica ha riversato sul sistema scolastico la ferma presa di posizione del governo, con il via libera del comitato tecnico scientifico, non può che confortare.

Le famiglie italiane sono cariche di aspettative, sfiancate da sei mesi di privazione della scuola in cui hanno dovuto fronteggiare drammatiche conseguenze socio economiche.

Meno confortante è lo stato di sicurezza degli istituti in questa ripartenza. La maggiore preoccupazione è che non si riesca a garantire la continuità del sistema scolastico soprattutto in autunno quando si prevede un aumento della circolazione del coronavirus.

Nonostante il tempo a disposizione molte scuole mostrano ancora troppe fragilità. Le numerose ipotesi messe sul tavolo per aumentare la sicurezza a scuola si sono dimostrate inconsistenti e nonostante il tempo a disposizione non si sono fatti progressi rispetto allo scorso 5 marzo quando la pandemia decretò la fine anticipata dell’anno scolastico.

Misure di sicurezza

Dal plexiglass alle lezioni all’aperto passando per l’impiego d’immobili inutilizzati, quasi tutto è tramontato. I lavori di adeguamento e le forniture sono in forte ritardo. A un niente dal primo giorno di scuola mancano tre milioni di banchi monoposto per il distanziamento degli studenti e dello spazio che gli enti locali avrebbero dovuto reperire alle scuole per la didattica se ne vede molto poco.

L’organico dei docenti e del personale scolastico alla vigilia della ripartenza dei corsi è ridotto molto più che negli anni passati e le carenze si traducono in maggiore sforzo a carico dei docenti precari che già godono di minori tutele anche sul piano sanitario oltre che contrattuale.

Sotto accusa anche le linee guida nazionali per la sicurezza che regoleranno la convivenza a scuola, centrate sui soliti tre pilastri, il distanziamento interpersonale (un metro), l’uso delle mascherine (oltre i sei anni di età) e l’igiene. Molti sono i dubbi sull’uso prolungato delle mascherine soprattutto per i più piccoli.

Non convince la lunga permanenza nelle aule seppur nel rispetto delle distanze. Dubbi anche sulla misurazione della temperatura che prevede la corresponsabilità dei genitori. Conflitti con il corpo dei docenti per i test diagnostici.

Numerosi insegnanti hanno già annunciato di non voler tornare in classe a queste condizioni e dal lato degli studenti si moltiplicano le famiglie che decidono di affidare i propri figli a insegnanti privati.

La scuola ripartirà nonostante gli ostacoli e sarà il banco di prova dell’effettiva ripartenza del Paese. La mobilità nelle grandi città sarà messa a dura prova. Raddoppieranno gli utenti del trasporto pubblico per cui è stato necessario aumentare la capienza massima consentita delle vetture all’80%.

Il Paese cercherà di tornare a una vita normale accettando un misurato aumento dei rischi, mentre si va incontro alle influenze stagionali che contribuiranno a rendere tutto più confuso. Alternative ad ogni modo non ce ne sono.

Reportage

Il Liceo scientifico Isacco Newton di Roma sta ultimando i lavori per consentire l’inizio delle lezioni. La dirigente Cristina Costarelli ha finanziato i lavori con il bilancio della scuola incluso l’acquisto di una prima parte di banchi singoli che permettono di ottimizzare gli spazi della didattica.

La scuola ha installato la fibra ottica per la banda larga per garantire efficienza alla didattica a distanza. Un piano molto dettagliato per sfruttare al massimo le potenzialità della scuola in attesa di nuovi spazi e ulteriori forniture dal Ministero. Ecco il reportage dal Liceo Newton:



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