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Compie 75 anni l’Aiuto svizzero alla montagna

Un contadino dà da mangiare del pane secco ai suoi cervi in una fattoria, paesaggio collinare
La 'Fattoria dei cervi' di Semsales, Friburgo, uno dei progetti visitabili dal pubblico per il 75esimo. Yannick Andrea / www.trophy.berghilfe.ch

Compie 75 anni l'Aiuto svizzero alla montagna, fondazione che sostiene l'economia delle regioni alpine per contrastarne lo spopolamento. Vive di donazioni private e nel solo 2017 ha cofinanziato 490 progetti.


Aiutare i montanari a mantenere la loro autonomia economica per scongiurarne l’esodo, e se possibile creare nuovi posti di lavoro per ripopolare la montagna. Con questo spirito, dal 1943, Schweizer berghilfeCollegamento esterno ha sostenuto oltre 25 mila progetti con circa 700 milioni di franchi.

ProgettiCollegamento esterno che si sono evoluti insieme alla società, come spiega Eva Jaisli, del consiglio di Fondazione. 

“La tecnologia è arrivata anche sugli alpeggi, per cui finanziamo ad esempio la creazione di piattaforme grazie alle quali i contadini possono vendere i loro prodotti su internet, restando in montagna ma raggiungendo tutta la Svizzera e anche l’estero”.

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Per segnare la ricorrenza, la Posta svizzera ha emesso un francobollo specialeCollegamento esterno, disegnato dall’illustratrice vallesana Barbara Seiler e presentato giovedì a Zurigo. La giovane ha scelto il simbolo del ponte, per sottolineare la solidarietà tra la Svizzera urbana e le regioni discoste.

Del resto, anche nel 2017 gli svizzeri hanno mostrato di avere a cuore il futuro delle popolazioni di montagna, donando oltre 31 milioni di franchi. 

La Fondazione, finanziata esclusivamente da donazioni di privati, ha sostenuto 490 programmi in molti ambiti: agricoltura, selvicoltura, turismo, educazione, energia, commercio e salute.

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Furono diverse organizzazioni svizzere d’utilità pubblica, a indire per la prima volta nel 1943 una colletta sotto la bandiera ‘Berghilfe’, “aiuto alla montagna”, registrata come associazione nel 1953.

Dal 1978, dei volontari esperti effettuano sul posto un esame minuzioso dei progetti, per garantire l’uso efficace dei doni. Nel 2005 l’Aiuto svizzero alla montagna ha trasferito le sue attività alla Fondazione.

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