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Ebrei svizzeri contro il WJC

I protagonisti della disputa: Alfred Donat, presidente della FSCI (a sinistra), e Israel Singer, ex-dirigente del WJC. Keystone

Prosegue il conflitto tra Federazione svizzera delle comunità israelitiche e Congresso mondiale ebraico (WJC) a causa di presunte irregolarità finanziarie.

La disputa riguarda il versamento di 1,2 milioni di dollari su un conto a Ginevra da parte di Israel Singer.

La Federazione svizzera delle comunità israelitiche (FSCI), in una lettera inviata al Congresso ebraico mondiale (WJC), ha chiesto spiegazioni su presunte irregolarità finanziarie in relazione alla chiusura dell’ufficio del WJC di Ginevra nello scorso aprile.

La notizia, riportata dal settimanale ebraico svizzero «Tachles» e ripresa da altri media svizzeri, è stata confermata dal portavoce della FSCI Thomas Lyssy.

In gioco vi sono 1,2 milioni di dollari, depositati su un conto UBS dell’ufficio del WJC a Ginevra (ignoto agli stessi dirigenti dell’ufficio) da Israel Singer, ex segretario generale del Congresso ebraico mondiale e presidente della «World Jewish Restitution Organisation».

Versamenti illegali?

Il denaro sarebbe stato fatto affluire illegalmente in Svizzera sottraendolo al controllo degli organismi di sorveglianza. Nel luglio 2003 Singer avrebbe versato il denaro all’avvocato israeliano Zwi Barak, che secondo il settimanale Tachles l’avrebbe a sua volta girato su un conto londinese da lui gestito per conto di Israel Singer e sua moglie.

Solo dopo un intervento dell’ufficio ginevrino del WJC il denaro sarebbe tornato negli Stati Uniti, su un conto del Congresso mondiale ebraico. L’ufficio ginevrino l’intervento avrebbe però pagato l’intervento con la chiusura.

Il WJC nega però con decisione l’accusa e sostiene che l’ingente somma era destinata al versamento di rendite pensionistiche a favore di funzionari del WJC.

FSCI vuole indagine indipendente

Già in aprile il presidente della FSCI Alfred Donath si era rivolto per iscritto al presidente del WJC Edgar Bronfman, chiedendo informazioni sulla repentina decisione di chiudere l’ufficio ginevrino e rivendicando un’indagine indipendente. Il WJC aveva respinto l’istanza, indicando che chiarimenti interni avevano escluso qualsiasi irregolarità.

Nella vicenda è intervenuto anche il Congresso ebraico europeo (EJC), che la scorsa settimana – in occasione di una riunione della presidenza – ha cercato di esercitare pressioni sulla FSCI affinché ritiri le proprie rivendicazioni nel giro di 14 giorni.

Tensioni interne

In caso di rifiuto, ha detto il portavoce Lyssy, il presidente della FSCI Donath rischia di perdere il proprio seggio nel presidio dell’organizzazione europea. La direzione della FSCI, secondo Lyssy, non è però disposta a cedere, pur dicendosi aperta al dialogo.

In un’intervista alla «NZZ am Sonntag» l’ex presidente della FSCI Michael Kohn ha peraltro indicato che all’interno del WJC si è venuta a creare una fazione che chiede «cambiamenti sul piano organizzativo».

Se non si giungerà a un’intesa, afferma Kohn, le conseguenze saranno pesanti: «l’unità degli ebrei, più che mai necessaria in questo periodo di crescente antisemitismo, risulterà notevolmente indebolita».

swissinfo e agenzie

Il conflitto tra WJC e FSCI risale all’improvvisa chiusura dell’ufficio WJC a Ginevra il 1° aprile 2004.
La chiusura sarebbe avvenuta in relazione ad un versamento di 1,2 milioni di franchi su un conto dell’ufficio ginevrino, ad insaputa dello stesso ufficio.
La FSCI ha chiesto un’inchiesta indipendente sulla vicenda.

Secondo il settimanale ebraico svizzero «tachles», il Congresso mondiale ebraico aveva un conto speciale a Ginevra, chiuso il 1° aprile 2004.

Il conto sarebbe stato liquidato poco prima che la direttrice dell’ufficio di Ginevra ottenesse la firma per accedere ai tre conti del WJC a Ginevra (oltre al conto speciale, due conti in franchi e dollari).

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