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E ora a Sarkozy serve un mezzo miracolo

I sostenitori di François Hollande sono fiduciosi in vista del secondo turno Keystone

Per la stampa svizzera di lunedì, il caso sembra essere praticamente chiuso: François Hollande sarà il prossimo inquilino dell’Eliseo. I commentatori constatano infatti che il presidente uscente Nicolas Sarkozy fatica a raccogliere voti al di fuori della sua famiglia politica.

«Non ho più pozione magica»: nella vignetta di Chappatte, pubblicata da Le Temps, un abbattuto Nicolas Sarkozy, in versione Asterix, sembra ormai essere giunto al capolinea.

Certo, i dadi non sono ancora tratti, tanto più che nessuno sa bene quali saranno i temi principali che spunteranno durante le prossime due settimane, scrive la Berner Zeitung. Secondo il Corriere del Ticino, un successo di François Hollande al ballottagio «potrebbe risultare meno facile di quanto già molti pronosticano». «Sarkozy, sottolinea il giornale ticinese, è un abile oratore e potrebbe avere gioco facile nello screditare agli occhi di molti francesi il candidato socialista e i suoi alleati poco raccomandabili, come Jean-Luc Mélenchon».

Con «l’acqua alla gola»

Comunque, la sensazione è che Sarkozy sia ormai «con l’acqua alla gola», come osserva la Neue Zürcher Zeitung. Per il giornale zurighese, il presidente uscente difficilmente riuscirà a «colmare le falle» che gli permetteranno di essere rieletto. Secondo la NZZ, nei prossimi giorni Sarkozy cercherà di «fare l’occhiolino agli elettori di centro (quelli che hanno votato François Bayrou, che ha raccolto il 9,1%, ndr), ma potrebbe essere troppo tardi».

Anche il Tages Anzeiger e il Bund, nel loro commento comune, non pensano che tra due settimane Sarkozy possa farcela. Domenica, Sarkozy «non ha perso solo il primo turno, bensì con grandi probabilità anche la chance di essere rieletto». «La sua riserva di voti borghesi è debole, la sua popolarità è ai minimi storici. Adesso avrà bisogno di un miracolo – e di molti elettori di Marine Le Pen», scrivono i due quotidiani.

Per il giornale di sinistra ginevrino Le Courrier «vi è un grande rischio di vedere il re del bling bling» lasciarsi andare «a una escalation di dichiarazioni relative alla sicurezza pubblica, identitarie se non addirittura xenofobe».

Un’opzione – quella di radicalizzare ancor di più il suo discorso per accaparrarsi i voti del Fronte nazionale – che era funzionata nel 2007, ma che questa volta non sembra per nulla essere garanzia di successo, visto l’astio che nutrono nei suoi confronti molti elettori di estrema destra.

L’ago della bilancia sarà quindi Marine Le Pen, che «detiene le chiavi del secondo turno», scrive Le Temps. La leader del Fronte nazionale «non farà però nessun regalo a Nicolas Sarkozy». Per questo, difficilmente il presidente uscente riuscirà ad invertire la tendenza: «In fondo, tutti hanno capito che il candidato dell’UMP ha perso la sua capacità di mobilizzare al di là del proprio campo», sottolinea il giornale della Svizzera francese.

Presentandosi come sola forza d’opposizione alla sinistra, ha di fatto screditato Nicolas Sarkozy, sottolinea dal canto suo il Journal du Jura.

Voto sanzione

Con il voto di domenica, i francesi hanno mostrato di «voler punire il personaggio, la sua ossessiva voglia di onnipresenza, il suo frenetico stile personale, la rincorsa dei temi (sicurezza, eccesso di immigrati, Islam) cari all’estrema destra xenofoba», osserva La Regione.

Un’analisi che in sostanza si ritrova in molti editoriali. Per Le Matin, ad esempio, gli elettori hanno voluto «porre fine al bling bling di Sarkozy, che li ha sempre più disgustati via via che il loro potere d’acquisto diminuiva».

«I francesi e le francesi – rincara Le Temps – sembrano stanchi delle sue promesse, delle sue cadute di stile e anche irritati da questo iperpresidente che presenta incessantemente nuove idee, con un’incoerenza tale che gli toglie ogni credibilità».

Questo malumore non può che aiutare il suo rivale. Per il Tages Anzeiger, i francesi aspirano «a più calma, a meno show e a una minore polarizzazione». Vogliono «più giustizia sociale ed umanismo». Valori che François Hollande, pur non essendo carismatico, riflette meglio di Nicolas Sarkozy.

Il candidato socialista non suscita né fervore né passioni, ma «rassicura una Francia che si sente brutalizzata da un potere poco rispettoso delle forme», sottolinea ancora Le Temps.

Timori degli estremi

Dai commenti emerge anche il timore per il rafforzamento dei partiti estremisti. La Tribune de Genève e 24 Heures osservano che l’operazione di «dediabolizzazione» intrapresa da Marine Le Pen è andata in porto.

«Il Fronte nazionale in versione bionda e tacchi alti non fa più paura», annotano i due quotidiani e la sua leader può adesso «raccogliere le macerie dell’UMP (il partito di Sarkozy, ndr) per costruire il grande partito della destra dura».

La Neue Zürcher Zeitung sottolinea «il dissanguamento del centro». Un terzo degli elettori ha votato o per il Fronte nazionale, che ha registrato il miglior risultato della sua storia, o per l’estrema sinistra. «Si tratta di un sintomo oltremodo pessimo dello stato in cui versa la società francese e anche di un segnale d’allarme per il prossimo capo dello Stato, chiunque esso sia», conclude la NZZ.

François Hollande (Partito socialista): 28,63%

Nicolas Sarkozy (UMP): 27,08%

Marine Le Pen (Fronte Nazionale): 18,01,%

Jean-Luc Mélenchon (Partito di sinistra): 11,13%

François Bayrou (Modem): 9,11%

Eva Joly (Verdi): 2,28%

Nicolas Dupont-Aignan (Debout la République): 1,8%

Philippe Poutou (NPA): 1,15%

Nathalie Arhaud (Lutte ouvrière): 0,57%

Jacques Cheminade (Solidarité et Progrès): 0,25%

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