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wecollect, in un anno oltre 140mila firme

Un uomo sta guardando la piattaforma wecollect su un laptop
In futuro i diritti della democrazia diretta svizzera si eserciteranno completamente online? Per ora da internet si possono solo scaricare e stampare i formulari per iniziative popolari e referendum. La firma elettronica non è ancora autorizzata. SRF-SWI

Da un anno, la piattaforma wecollect.ch permette di raccogliere online firme per iniziative e referendum, strumenti fondamentali della democrazia diretta svizzera. Felice di questo successo, il suo promotore è però irritato dalla mancanza di entusiasmo delle autorità.

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“Con 100mila sarei già stato contento, ma 140mila è un risultato decisamente fantastico, anche se quasi la metà di queste firme [più di 59’000] sono state destinate a sostenere una sola iniziativa, quella per il congedo paternità”, commenta Daniel Graf, co-fondatore e attuale animatore di wecollect.chCollegamento esterno.

Da notare che tramite la piattaforma i cittadini possono sì essere raggiunti online sia per le iniziative popolari, sia per i referendum, ma questi non possono essere firmati per via elettronica. Gli aventi diritto di voto che vogliono firmare – o fare firmare anche da altri – un’iniziativa o un referendum devono stampare su carta il relativo formulario e questo deve essere poi firmato di proprio pugno.

Solo per determinate cause

Per il congedo paternità, per cure infermieristiche forti, contro la vendita di armi all’estero, per la trasparenza del finanziamento dei partiti: la filosofia di wecollect è quella di sostenere progetti che considera “progressisti” (sinistra liberale). Non vi si trova quindi traccia di raccolte di firme organizzate dall’UDC (Unione democratica di centro, destra conservatrice), benché il partito faccia ampio uso degli strumenti di democrazia diretta. “Ma ci hanno copiati, al punto di utilizzare le stesse frasi, per il loro referendum contro la strategia energetica 2050 [poi accettata in votazione popolare il 21 maggio, NdR.], osserva Daniel Graf. Quindi credo che quelle cerchie creeranno presto una piattaforma simile a wecollect”.

Da 10 a 15 anni per la “Landsgemeinde digitale”

L’attivista zurighese è convinto che tra 10 o 15 anni, si dovrebbe passare dalla “democrazia delle cassette della posta” alla raccolta delle firme su smartphone. “Non foss’altro che per il fatto che ci sono sempre meno cassette postali”. In tale contesto, Graf considera “scandaloso” che il governo federale svizzero abbia recentemente deciso contemporaneamente di promuovere l’e-voting e di interrompere i lavori sull’e-collecting.

Appena all’inizio

“La democrazia è un gioco di fiducia, ricorda Daniel Graf, e la democrazia svizzera e gode di un grado di fiducia elevato. Ciò comprende anche il fatto di accettare che non tutto può essere sicuro al cento per cento. Inoltre, non si deve dimenticare che, nel caso delle raccolte di sottoscrizioni, la validità delle firme viene poi controllata in ogni caso. C’è dunque una doppia sicurezza”.

Per Daniel Graf, d’altronde, non è lì che risiede la questione fondamentale: wecollect vuole semplificare l’esercizio della democrazia (e comprimere i costi). Sul futuro è ottimista: “siamo solo all’inizio della storia”, pronostica.


(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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