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“L’obiettivo non è di ritirare il passaporto agli svizzeri all’estero”

Un intervento parlamentare nel Gran Consiglio del Canton Zugo ha suscitato il malcontento tra le svizzere e gli svizzeri all'estero. La mozione intende mettere fine alla doppia cittadinanza in Svizzera. Nel mirino non ci sarebbe però la diaspora elvetica, sostiene il politico dell'UDC che ha depositato la mozione. 

Una svizzera o uno svizzero deve possedere una sola nazionalità. È quanto chiede la mozione di Thomas Werner, parlamentare del Canton Zugo e membro dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). Il suo progetto ha poche chance di riuscita in quanto non verrà probabilmente sostenuto dalla maggioranza dei granconsiglieri del Cantone.

La sua idea però ha suscitato un certo malcontento tra le svizzere e gli svizzeri all’estero. La direzione dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) ha addirittura preso posizione al riguardo. “L’adeguamento proposto avrebbe importanti ripercussioni negative”, scrive l’OSE. Infatti, 582mila cittadine e cittadini all’estero possiedono più di una nazionalità; sono il 75 per cento della diaspora elvetica.

“È per gli immigrati in Svizzera”

“Non voglio ritirare il passaporto elvetico alle svizzere e agli svizzeri all’estero a causa del fatto che possiedono anche un’altra nazionalità”, spiega il promotore della mozione Thomas Werner. “Voglio invece impedire agli immigrati in Svizzera di ottenere la doppia cittadinanza”.

Thomas Werner
Poliziotto e politico: Thomas Werner, UDC, Canton Zugo. zvg

Thomas WernerCollegamento esterno, 49 anni, è un politico attivo a livello cantonale che si interessa di questioni legate alla sicurezza. Il suo percorso politico è esemplare. Lavora presso la polizia della città di Zurigo e si occupa di protezione dell’infanzia. È sposato, padre di due figli e vicepresidente della sezione cantonale dell’UDC. Si definisce un politico che lotta contro “l’immigrazione nel quadro dell’asilo” e a favore della “sicurezza in Svizzera”.

“Stranieri criminali con passaporto svizzero”

Al telefono ci parla delle sue esperienze nella polizia e degli “stranieri criminali con passaporto svizzero” che ottengono la cittadinanza elvetica nonostante parlino a stento una lingua nazionale. Racconta di immigrati con il passaporto rosso con la croce bianca che hanno addirittura bisogno dell’interprete per intrattenersi con le autorità. Werner è giunto infine alla conclusione che “gli immigrati non dovrebbero ottenere la doppia cittadinanza”.

Questa situazione lo ha motivato a presentare una mozione in Gran Consiglio (Parlamento cantonale). L’ha scritta quando sono avvenuti gli attacchi di matrice jihadista a Morges e Lugano, i primi atti di questo tipo in Svizzera, e l’ha depositata nel novembre del 2020.

Il Consiglio di Stato del Canton Zugo ha ora il compito di prendere posizione al riguardo e di presentare il testo in Parlamento. Il Gran Consiglio conta 80 seggi, di cui 18 sono occupati dall’UDC. Sarebbe quindi piuttosto sorprendente se il Parlamento cantonale dovesse dichiarare “rilevante” la mozione. Se ciò dovesse succedere, il testo verrebbe inoltrato come iniziativa cantonale al Parlamento federale, dando così maggior peso all’idea di Werner.

Prima che si arrivi a tanto, il granconsigliere vuole “spiegare meglio ciò che intende per doppia cittadinanza”. “Mi impegnerò affinché una simile soluzione non sia un problema per le svizzere e gli svizzeri all’estero”.

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Ciononostante, l’indignazione tra i rappresentanti della Quinta Svizzera è enorme. L’Organizzazione degli Svizzeri all’estero è irritata dalle parole usate nella mozione: “La Svizzera e altri Paesi europei sono confrontati con un sistema che impedisce loro di espellere le persone pericolose, persino i terroristi, poiché possiedono la doppia cittadinanza. Questi immigrati commettono crimini violenti e reati sessuali. Sono addirittura autori di attacchi terroristici”.

È un’affermazione inaccettabile per l’OSE che si dice indignata dal fatto che tutti gli immigrati vengano definiti dei criminali.

Thomas Werner ha letto la presa di posizione dell’OSE e ribadisce che non voleva certo far irritare la Quinta Svizzera.

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Nel frattempo, alcune cittadine e alcuni cittadini della diaspora all’estero hanno contattato tramite posta elettronica il parlamentare di Zugo, seguendo l’invito di un post – con tanto di indirizzo e-mail del granconsigliere – pubblicato sulla pagina Facebook di un gruppo di svizzere e svizzeri all’estero. Werner ha dichiarato di aver risposto a tutti, chiarendo così il malinteso.

La doppia cittadinanza è una spina nel fianco per l’UDC

Il malumore dei cittadini della Quinta Svizzera e dell’OSE ha origini lontane. In passato, l’UDC ha già toccato questioni controverse, come  la doppia cittadinanza, facendo arricciare il naso alle svizzere e agli svizzeri all’estero.

La doppia cittadinanza è una spina nel fianco dell’UDC. Per questo motivo, i suoi esponenti hanno inoltrato diverse iniziative parlamentari per limitare il diritto di voto ed eleggibilità dei cittadini della Quinta Svizzera. Nel 2018, il consigliere nazionale del Canton Nidvaldo Peter Keller ha deposto un’interpellanzaCollegamento esterno in cui invitava il Consiglio federale a regolamentare meglio il diritto alla doppia cittadinanza. “Gli svizzeri all’estero dovrebbero decidere se il diritto di voto spagnolo, thailandese, francese o altro è più importante della partecipazione politica in Svizzera”.

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Già nel 2016, Lukas Reimann, consigliere nazionale dell’UDC, aveva affermato: “Oggi, di fatto, le persone che hanno un solo passaporto sono discriminate rispetto a quelle che ne hanno due, tre o anche di più”. Il problema sarebbe che “si può partecipare alla politica di due Paesi”.

Di fronte all’osservazione che la questione riguardava soprattutto gli svizzeri all’estero, Reimann ha fatto parzialmente marcia indietro, specificando che “nessuno svizzero all’estero dovrebbe rinunciare al proprio passaporto elvetico”.

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