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Expo 2015 riapre il dibattito sulle radici identitarie

Mini programma nel Canton Ticino anche per Expo Milano 2015. Keystone

Il popolo ticinese ha respinto un credito destinato a finanziare la partecipazione del Cantone a Expo Milano 2015. Il risultato, che ha messo sotto pressione il governo cantonale, evidenzia il diffuso sentimento anti-italiano in Ticino. Per l’Expo è ora previsto un programma ridotto, finanziato da privati. 

Il responso delle urne è stato chiaro: la proposta di finanziare con denaro pubblico la presenza del Cantone all’esposizione universale è stata bocciata dal 54,5% dei ticinesi. La partecipazione al voto è stata del 51%. Il risultato era prevedibile dopo che la Lega dei ticinesi non aveva incontrato grandi difficoltà a raccogliere quasi il doppio delle 7’000 firme necessarie per il referendum. 

I ticinesi erano chiamati ad esprimersi su un credito di 3,5 milioni di franchi, approvato in aprile dal parlamento cantonale. Questo importo era stato nel frattempo ridotto a circa 2 milioni, dal momento che le autorità avevano preferito lasciar cadere alcuni progetti. Ma la maggioranza dei votanti non si è mostrata disposta a stanziare neppure questo importo.

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Nei giorni seguenti si è aperto un grande dibattito su come andava interpretato il verdetto popolare. Per la maggior parte degli osservatori, il popolo non si era espresso solo contro il credito in sé, ma anche contro una partecipazione del Cantone all’esposizione universale. “Niente soldi pubblici per l’Expo e per l’Italia”, questo il messaggio uscito dalle urne. 

Governo sotto pressione 

Il risultato della votazione ha messo in difficoltà il governo cantonale. Prima del voto, il Consiglio di Stato aveva dichiarato di disporre di un piano B in caso di rifiuto popolare del credito: la partecipazione all’Expo sarebbe stata finanziata con contributi privati, mentre il fondo Swisslos avrebbe garantito la copertura di eventuali disavanzi. 

Ora sembra cadere anche l’opzione Swisslos: i proventi della lotteria intercantonale sono da considerare a loro volta fondi pubblici. Il governo non vuole essere accusato di non rispettare la volontà espressa dal popolo.

Dal momento che il Canton Ticino ridimensionerà ad un minimo la sua presenza a Milano, solo 1,1 milioni di franchi saranno necessari per finanziare i progetti. Quasi l’85% di questo importo sarà messo a disposizione da privati, in particolare le associazioni economiche, l’Associazione bancaria ticinese e negozianti. “Manterremo le nostre promesse”, ha dichiarato Enzo Lucibello, presidente dell’associazione dei distributori ticinesi (Disti). 

Salvataggio dei privati 

Può ora apparire un po’ strano il fatto che sia l’economia privata a finanziare la partecipazione del Canton Ticino all’esposizione universale. “La Confederazione prende atto di questa decisione. Siamo fiduciosi che il governo ticinese, con il sostegno dei privati, troverà i mezzi necessari per far fronte ai suoi impegni verso i Cantoni partner del Gottardo e verso la Confederazione nel quadro della presenza della Svizzera a Expo 2015”, dichiara Andrea Arcidiacono, responsabile del programma Italia/Expo Milano 2015 presso il Dipartimento federale degli affari esteri. 

Già da tempo, il Canton Ticino aveva deciso di basare la sua partecipazione all’esposizione universale su un progetto di cooperazione con gli altri Cantoni del Gottardo: Uri, Grigioni e Vallese. Rappresentanti del governo urano e di quello vallesano si sono detti dispiaciuti per il fatto che i Cantoni del Gottardo abbiano perso la loro “locomotiva”, in seguito al voto popolare. 

Confooderatio Helvetica 

La partecipazione della Confederazione a Expo Milano 2015 è affidata nelle mani di Presenza Svizzera, l’organismo del Dipartimento federale degli affari esteri incaricato di promuovere l’immagine della Svizzera all’estero. 

Governo e parlamento hanno concesso un credito di 23,1 milioni di franchi per il padiglione svizzero, “Confooderatio Helvetica”, di cui 8 milioni dovranno essere finanziati da sponsor pubblici e privati: cantoni, città e aziende. 

“Confooderatio Helvetica” è il terzo padiglione per superficie di tutta l’esposizione, dopo quello italiano e tedesco. Comprende 4 torri di vetro e legno, contenenti prodotti alimentari svizzeri, che potranno essere riutilizzate alla fine dell’esposizione. 

Per far conoscere la Svizzera in Italia in margine all’esposizione universale, la Confederazione ha inoltre avviato un programma di attività, intitolato “Verso l’Expo Milano 2015”.

All’indomani della votazione sul finanziamento pubblico di Expo 2015, l’ex consigliere di Stato Luigi Pedrazzini, delegato del Cantone Ticino all’esposizione universale, ha rimesso nella mani del governo il suo mandato. Su richiesta del Consiglio di Stato, Pedrazzini si è detto disposto a proseguire per ora il suo mandato, ma non sembra intenzionato a rimanere a lungo delegato all’Expo. 

Poco interesse da parte italiana 

La decisione del popolo ticinese e i dibattiti dei giorni seguenti non hanno suscitato un grande interesse in Italia. Secondo il Corriere della Sera, può comunque consolare il fatto che, contrariamente al Canton Ticino, la Confederazione tenga molto al suo progetto Confooderatio Helvetica. Le quattro torri del padiglione svizzero “offriranno cibo locale ai visitatori. Con buona pace dei ticinesi”, scrive il giornale italiano. 

Una visione condivisa dal leghista Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia: “Rispetto sempre il voto del popolo, ma il risultato per noi è ininfluente, perché la Svizzera parteciperà comunque a Expo, dunque per noi non cambia nulla, cambia per loro che avranno meno opportunità per sfruttare Expo. Expo è una grande opportunità e noi vogliamo fare grandi cose con la Svizzera, i Grigioni e il Ticino stesso, ma se il Canton Ticino non è interessato, ci rivolgeremo ad altri”. 

Più dura la reazione di Giuseppe Guzzetti, presidente della fondazione Cariplo. A suo avviso, il referendum contro il credito di 3,5 milioni di franchi per il finanziamento della partecipazione del Canton Ticino a Expo 2015 era “assolutamente fuori luogo”. 

Spirito anti-italiano 

Mancano ancora circa 200 giorni fino all’apertura dell’esposizione universale. Mentre a Milano sono in corso i lavori di costruzione dei padiglioni, vi è da prevedere che nel Canton Ticino, a pochi chilometri di distanza, proseguiranno i dibattiti sul dopo-voto e sulla partecipazione al mega-evento. 

Secondo Carlo Piccardi, ex direttore di Rete 2, la rete culturale della RSI, la votazione sul credito e sulla presenza del Canton Ticino a Expo 2015 si è trasformato in un voto “pro o contro l’Italia”. Ai suoi occhi, il risultato è stato quindi catastrofico. 

Il responso del voto corrisponde ad una negazione della radice etnica e culturale dei ticinesi, afferma Piccardi. “Infatti in due secoli di storia cantonale è la prima volta che il principio su cui si basa il carattere distintivo del Cantone nel contesto elvetico, quello dell’italianità, costantemente rivendicata in ogni occasione ufficiale, viene messo in discussione, non da agenti esterni bensì dallo stesso popolo ticinese”. 

I sentimenti anti-italiani sono effettivamente molto diffusi nel Canton Ticino e si sono sensibilmente accresciuti negli ultimi anni. Questa realtà era già emersa in occasione della votazione federale del 9 febbraio scorso sull’iniziativa popolare “Contro l’immigrazione di massa”. Il testo era stato approvato dal 69,2% dei ticinesi, la media più alta registrata in tutta la Svizzera. Secondo molti ticinesi, si è trattato innanzitutto di un voto di protesta contro il crescente afflusso di frontalieri italiani.

Expo Milano 2015 

L’esposizione universale di Milano ha luogo dal 1° maggio al 31 ottobre 2015. 

Il tema di Expo 2015, “Nutrire il pianeta – Energia per la vita”, mira ad affrontare il problema della nutrizione per l’uomo, nel rispetto della Terra, da cui attinge le sue risorse. 

I paesi partecipanti sono chiamati a presentare le loro competenze nei settori dell’agricoltura, della produzione industriale, del commercio di prodotti alimentari e della ricerca scientifica, in modo da trovare dei modelli per assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione sana, sufficiente e sostenibile. 

All’esposizione universale sono attesi almeno 20 milioni di persone, di cui 5 milioni provenienti dall’estero. Tra questi ultimi 2 milioni di svizzeri.

Traduzione di Armando Mombelli

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