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Donne sempre più attratte dal pallone

Calcio svizzero al femminile: un momento della partita Luwin-Seebach Keystone

Il numero di giocatrici di calcio in Svizzera è triplicato nel corso degli ultimi cinque anni: non si tratta più di uno sport esclusivamente maschile.

La storica Marianne Meier, ricercatrice specializzata in tematiche calcistiche, spiega in quale modo e per che motivo sono cambiate le condizioni quadro, rendendo possibile una maggiore partecipazione delle donne al mondo del calcio.

Marianne Meier, calciatrice, ha scritto un libro sul calcio femminile e partecipa attivamente – nel quadro della sua attività presso la Swiss Academy for Developement – alla diffusione di questo sport nei paesi in via di sviluppo.

swissinfo: Com’è cambiato, in Svizzera, l’atteggiamento delle donne nei confronti del calcio?

Marianne Meier: L’evoluzione può essere illustrata ricorrendo alle cifre. Nel 2003, vi erano circa 8’000 donne e ragazze calcisticamente attive; oggi se ne contano 20’000.

Il momento della svolta si è verificato quando l’Associazione svizzera di calcio ha riconosciuto il movimento femminile come parte integrante dell’organizzazione, parificandolo a quello maschile. In tal modo, è stata veicolata l’idea che giocare al pallone è perfettamente normale anche per le ragazze.

Inoltre, durante gli ultimi dieci anni numerosi stadi sono stati modificati, aumentando notevolmente il livello di comodità (sedili confortevoli, mescite, servizi igienici adeguati), ciò che consente di accogliere al meglio le appassionate. A Berna, per esempio, in occasione di una speciale «giornata delle donne», le tifose possono assistere alla partita della squadra locale per soli dieci franchi.

swissinfo: Com’è visto attualmente il calcio dalle donne?

M.M.: Questo sport sta diventando sempre maggiormente commerciale, gode di grande visibilità ed è ora socialmente presentabile. Infatti, non si tratta più di un passatempo esclusivamente maschile della domenica pomeriggio. I calciatori sono a loro volta diventati veri e propri idoli delle folle, al pari dei cantanti, e non sono più visti come semplici atleti. Ciò ha contribuito a rendere il calcio ancora più popolare.

Le cifre mostrano pure che il pubblico femminile – allo stadio e davanti al televisore – cresce in misura proporzionale all’importanza dell’evento. Durante il campionato nazionale svizzero la percentuale di donne è meno importante, ma raggiunge comunque il 30% degli spettatori.

swissinfo: Esiste un lato femminile nel calcio?

M.M.: Se si paragona, per esempio, il tennis maschile a quello femminile, il primo risulta più potente fisicamente rispetto al secondo. Ciononostante, molti appassionati preferiscono la versione femminile poiché vi è una maggiore componente tecnico-tattica e parecchia creatività.

Tornando al calcio: quello femminile si è sviluppato nel corso degli anni. Se si paragonano i campionati mondiale del 1991 a quelli dello scorso anno, risulta evidente l’enorme evoluzione. I miglioramenti a livello tecnico sono impressionanti: il gioco è diventato più rapido e le tattiche maggiormente complesse.

swissinfo: Questi cambiamenti contribuiranno a portare più pubblico alle partite di calcio femminile?

M.M.: L’attenzione da parte dei media e degli sponsor è focalizzata soprattutto sul calcio maschile. In Svizzera, le partite femminili sono viste unicamente da amici e famigliari delle giocatrici.

La situazione è invece diversa in Germania, dove le atlete godono di grande popolarità e i media parlano diffusamente di calcio femminile. Quest’ultimo ha dunque acquisito una notevole visibilità, eliminando i vecchi stereotipi.

swissinfo: Un’evoluzione simile è immaginabile in Svizzera?

M.M.: A mio parere vi è un potenziale reale nell’ottica dei campionati mondiali del 2011 in Germania. Il paese, dopo la coppa del mondo maschile del 2006, dispone di strutture moderne e di conoscenze approfondite a livello di marketing. Queste condizioni quadro consentiranno di promuovere al meglio il calcio femminile; spero che ciò abbia un effetto catalizzatore per gli altri paesi.

Nella Confederazione, la Swiss Academy for Developement organizza campi di allenamento per le ragazze di 13 e 14 anni a Huttwil (cantone di Berna). Attualmente, vi si trovano una ventina di atlete. L’investimento formativo permetterà di aumentare la qualità del calcio femminile svizzero: tra un paio d’anni, i frutti saranno chiaramente visibili.

swissinfo, Matthew Allen
(traduzione e adattamento: Andrea Clementi)

Il calcio femminile è stato ufficialmente riconosciuto in Svizzera nel 1970. Lo stesso anno, la nazionale elvetica ha disputato la sua prima partita ufficiale, battendo l’Austria per 9-0.

Nel 1993, la lega femminile è stata integrata completamente nell’Associazione svizzera di calcio. Nel 1970 si contavano 270 giocatrici tesserate e 18 club. Nel 2003, le cifre facevano stato di 8’000 giocatrici. Attualmente, le donne che praticano il calcio in Svizzera sono circa 20’000 e le squadre 799.

Presso il centro sportivo nazionale di Huttwil è stato inoltre creato un polo di competenza dedicato al calcio femminile. A livello internazionale, la Svizzera si situa al 28esimo posto e sta cercando di qualificarsi per i campionati europei del 2009 in Finlandia.

Marianne Meier ha ottenuto una laurea in storia dopo avere studiato alle università di Friburgo e Siena. Sempre a Friburgo, ha poi conseguito un diploma in scienze politiche; tra il 1995 e il 1996, ha svolto un soggiorno di studio negli Stati Uniti.

Attualmente responsabile di progetto nel settore «sport e sviluppo» presso la Swiss Academy for Development, Marianne Meier ha lavorato in qualità di analista strategico presso l’Ufficio federale di polizia (2003-2004).

Calciatrice per passione, la sua tesi di laurea ha ricevuto – nel 2004 – il premio dell’università di Friburgo per la ricerca sulle donne. Il suo libro «Zarte Füsschen am harten Leder… – Frauenfussball in der Schweiz 1970-1999» è stato pubblicato il medesimo anno.

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