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Scienza in Svizzera: le donne che guidano il cambiamento

La Svizzera è uno dei Paesi più innovativi del mondo e i suoi due istituti politecnici sono in cima alle classifiche mondiali. Nonostante ciò, ci sono ancora poche donne nella scienza. Modelli di successo e iniziative dedicate potrebbero, tuttavia, invertire questa tendenza.

Fisica, robotica, matematica: le discipline storicamente dominate dagli uomini non sono più un tabù per le donne. Molte donne in tutto il mondo vi stanno contribuendo in maniera preziosa. Ma il divario di genere nella ricerca scientifica rimane ampio. 

In Svizzera, in particolare, sono poche le donne che occupano posizioni di prestigio in ambito accademico – per esempio ci sono poche professoresse – e sono generalmente impiegate con contratti più precari delle loro controparti europee. Se consideriamo solo le discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), il numero di professoresse diminuisce ulteriormente. Ma il vento sta lentamente cambiando.

Le storie delle scienziate di successo ci ricordano che il cambiamento non solo è possibile, ma è già in corso. Margarita Chli è una di loro. Chli ricorda che, al suo arrivo in Svizzera per un assegno di ricerca in robotica, c’erano solo due ragazze in una classe di cinquanta studenti. Mentre studiava, Chli rimase affascinata dall’idea di combinare la robotica con la visione artificiale per creare macchine intelligenti che potessero ‘vedere’, percepire e interagire con lo spazio circostante. Il suo lavoro, ispirato dalla natura, ha contribuito al primo volo autonomo di un piccolo elicottero. Oggi, Chli è professoressa assistente al Politecnico federale di Zurigo (ETH), dove dirige il Vision for Robotics Lab. “Qualcuno una volta mi ha fatto riflettere sul fatto che il mio percorso professionale non era accessibile alle donne 20 anni fa. Questa è una grande responsabilità, ma anche un’opportunità molto eccitante”.

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Prima donna in 142 anni

Dall’estate del 2022, alla guida dell’EmpaCollegamento esterno c’è una donna. Tanja Zimmermann spiega come il venerabile Laboratorio federale svizzero di scienza e tecnologia dei materiali si sia sviluppato negli anni in uno dei centri di ricerca più innovativi e versatili del Paese e cosa intende fare per promuovere le carriere femminili.

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Gli ingredienti per il successo accademico

Determinazione, talento e ambizione sono solo alcuni degli ingredienti che hanno permesso alle donne di eccellere nei loro campi, che si tratti di robotica, epidemiologia o cosmologia. Il desiderio di rispondere a domande fondamentali per l’umanità e di spianare la strada alle future generazioni hanno fatto il resto.

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Le donne che stanno cambiando la scienza in Svizzera

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La difficoltà maggiore per Sonia Seneviratne all’inizio della sua carriera è stata l’assenza di modelli femminili in Svizzera, che ha invece incontrato negli Stati Uniti durante uno scambio accademico al Massachusetts Institute of Technology. “Mi hanno aperto nuovi orizzonti”, ha detto. Questa esperienza ha motivato Seneviratne a non rinunciare alle sue ambizioni professionali fino a quando le è stata offerta una cattedra al Politecnico di Zurigo all’età di 32 anni. 

Seneviratne è ora considerata una delle scienziate del clima più influenti al mondo. È anche autrice del rapportoCollegamento esterno del Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) che ha fatto notizia nel 2021 per aver evidenziato che le forti piogge e le ondate di calore sono il risultato delle emissioni di gas serra prodotte dall’uomo. La scoperta di Seneviratne in merito al collegamento diretto tra eventi meteorologici estremi e l’aumento delle temperature globali ha guidato il campo della scienza del clima noto come scienza dell’attribuzione. 

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Anche se le donne occupano poche posizioni di leadership nel mondo accademico, esse danno contributi significativi al progresso scientifico. Scienziate come Emma Hodcroft, Lavinia Heisenberg e Maria Colombo sono la prova vivente di questo panorama in evoluzione.

Emma Hodcroft è nota come “la cacciatrice di virus”. L’epidemiologa ha co-fondato la piattaforma NextstrainCollegamento esterno, che analizza e pubblica i dati genetici dei patogeni a livello globale. Il lavoro di Hodcroft è stato fondamentale nel tracciare l’evoluzione del virus SARS-CoV-2 in tempo reale attraverso l’analisi di nuove varianti. Hodcroft, che lavora all’Università di Berna, è stata anche elogiata per la sua comunicazione scientifica, in particolare su Twitter, dove ha quasi 80’000 follower.

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Lavinia Heisenberg è una fisica di fama mondiale e professoressa di cosmologia all’ETH di Zurigo. Heisenberg cerca le risposte sull’origine dell’universo studiando la forza di gravità. La sua lista di pubblicazioni è impressionante e le sue scoperte hanno plasmato la ricerca gravitazionale, aprendo nuove strade per comprendere come funzionano le leggi che governano l’universo. Heisenberg è convinta che lo studio della fisica avrà implicazioni sociali inimmaginabili, contribuendo, per esempio, a trovare nuove fonti di energia e alla mobilità intelligente.

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Maria Colombo è una matematica. È entrata al Politecnico federale di Losanna (EPFL) nel 2018 ed è stata nominata professoressa nel 2021, all’età di 32 anni. Il lavoro di Colombo ha fatto avanzare la comprensione delle equazioni matematiche che descrivono l’evoluzione dei fluidi, dal movimento dei corsi dei fiumi alla dinamica delle nuvole di gas e polvere che si verificano nello spazio interstellare. E come si comportano le nuvole nel cielo? “Quando guardo le nuvole, penso alle equazioni”, ha detto.

Più professoresse in arrivo

Oltre ad attirare i migliori talenti in Svizzera, le istituzioni di ricerca e le fondazioni sono impegnate ad aumentare la rappresentanza delle donne nelle scienze. Oggi esistono diverse borse di studio destinate alle donne, che mirano a promuovere condizioni di lavoro eque, tutoraggi e reti di lavoro comuni. Un esempio è la borsa PRIMACollegamento esterno del Fondo nazionale svizzero per la scienza (FNS), che eroga finanziamenti fino a 1,5 milioni di franchi (circa 1,4 milioni di euro) a ricercatrici promettenti.

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Altre borse di studio, aperte sia a donne che a uomini, puntano ad aiutare le ricercatrici a effettuare un avanzamento di carriera. La geochimica Denise Mitrano ha ricevuto un altro sussidio dell’FNS nel 2020, la borsa di studio accademica EccellenzaCollegamento esterno. Grazie a essa, ha potuto creare il suo gruppo di ricerca al Politecnico di Zurigo in qualità di professoressa assistente. 

Da allora Mitrano ha sviluppato un metodo innovativo, veloce e preciso per capire quanta plastica c’è nell’acqua che beviamo o nel cibo che mangiamo. Per farlo, Mitrano ha avuto l’idea di aggiungere chimicamente dei metalli alle nanoparticelle di plastica e usarli come marcatori. Il suo nuovo metodo di tracciamento potrebbe indirettamente contribuire a ridurre l’inquinamento da plastica, aiutando l’agricoltura e l’industria a identificare quali materiali sono più problematici e incoraggiando questi settori a trovare alternative biodegradabili. Mitrano dà lo stesso consiglio a tutti i suoi studenti e a tutte le sue studentesse dell’ETH di Zurigo: “Non lasciatevi scoraggiare dalle critiche o dai fallimenti. Abbiate fiducia nelle vostre idee. Ci vuole coraggio, ma ne vale la pena”.

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nanoplastiche

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L’occhio della scienza sul mondo delle nanoplastiche

Questo contenuto è stato pubblicato al Quanta plastica c’è nell’acqua e nel cibo? Una ricercatrice americana in Svizzera è stata premiata per il suo lavoro sulle nanoplastiche.

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Se la maggior parte delle professoresse conduce le proprie ricerche sulla superficie terrestre, c’è chi invece cerca le risposte nel sottosuolo. Cara Magnabosco, in passato aspirante calciatrice e ora professoressa di Geobiologia al Politecnico federale di Zurigo ETHZ, sta studiando le profondità della Terra dal “BedrettoLab”, un laboratorio dell’ETHZ a 1’500 m sottoterra, per comprendere quando è iniziata la vita nell’universo.

La geobiologa crede che anche altrove, nell’Universo, ci possa essere una forma di vita sotto le superfici dei corpi celesti. “Può essere che gli ingredienti generali per ciò che consideriamo vita – acqua e roccia – siano presenti anche su altri pianeti.”

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