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Donazione di organi: consenso esplicito o presunto? Decide il popolo

Oggi, in Svizzera, la donazione di organi segue il principio del consenso esplicito. © Keystone / Martial Trezzini

L'elettorato svizzero sarà chiamato a esprimersi il prossimo 15 maggio sulla delicata questione della donazione degli organi. Un nuovo modello del consenso, che mira a incrementare il numero di trapianti, passerà al vaglio della votazione popolare.

Di cosa si tratta?

Attualmente, in Svizzera, è possibile prelevare organi o tessuti da una persona deceduta soltanto se quest’ultima, prima di morire, ha dato il proprio consenso o se gli stretti congiunti possono presumere che lo volesse. Il popolo dovrà decidere il 15 maggioCollegamento esterno se capovolgere il principio, ovvero considerare che tutti siano favorevoli all’espianto, a meno che in vita non abbiano dichiarato il contrario.

Perché cambiare?

Tutto parte da un’iniziativa popolare presentata nel 2019 dalla Jeune Chambre Internationale Riviera (JCI), che raggruppa imprenditrici e imprenditori della regione romanda Vevey-Montreux. L’organizzazione voleva promuovere un progetto utile alla società e la presidente di allora decise di battersi per la donazione d’organi, ispirata dalla condizione di un suo amico in attesa di un rene da molti anni.

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Sostenuta da medici, esponenti del mondo politico e da associazioni impegnate nella promozione della donazione di organi, la JCI è riuscita a raccogliere le 100’000 firme necessarie alla riuscita dell’iniziativa. Il testo chiede di iscrivere nella Costituzione federale il principio secondo cui una persona deceduta consente a donare i suoi organi, a meno che da viva non abbia espresso il suo rifiuto. L’obiettivo è di salvare delle vite ed evitare anni di attesa a chi necessita di un trapianto.

Il Consiglio federale (governo) ha elaborato un controprogetto indiretto all’iniziativa, ovvero una modifica della Legge federale sui trapianti che introduce il modello del consenso presunto senza togliere ai congiunti la possibilità di riferire le volontà del/la defunto/a. Il comitato d’iniziativa, soddisfatto della proposta, ha ritirato il suo testo. Ma contro la modifica di legge approvata da Governo e Parlamento è stato lanciato il referendum, pertanto il popolo dovrà pronunciarsi il 15 maggio.

Cosa cambierebbe?

Oggi, in Svizzera, la donazione di organi segue il principio del consenso esplicito. In caso di morte, organi, tessuti e cellule possono essere trapiantati solo se la persona ha manifestato il suo accordo, per esempio informandone la famiglia o compilando una tessera di donatore/trice oppure ancora registrando le proprie intenzioni nella cartella medica. Se nessuna informazione è disponibile, si consultano gli stretti congiunti e tocca a essi prendere una decisione, pur rispettando “la volontà presunta”.

La nuova legge mira a capovolgere la logica basandosi sul “consenso presunto” della persona deceduta, parte cioè dal presupposto che tutti siano favorevoli alla donazione d’organi. Chi non lo è deve dunque esplicitarlo. La legge tutela i diritti dei congiunti, che in assenza di indicazioni chiare continueranno ad avere la possibilità di farsi latori della volontà del/la defunto/a.

Chi ha lanciato il referendum?

Un comitato interpartiticoCollegamento esterno, co-presieduto da un’ostetrica e consigliera comunale socialista di Bienne e da un medico di Winterthur, ha raccolto le 50’000 firme necessarie per sottoporre a votazione popolare la modifica della Legge federale sui trapianti. Il comitato include rappresentanti di vari ambiti: medicina, (bio-)etica, teologia, diritto e politica, sia di destra che di sinistra.

Tutti coloro che ne fanno parte provengono dalla Svizzera tedesca. Contestano che il silenzio possa valere come assenso, in particolare quando è in gioco il diritto all’integrità fisica garantito dalla Costituzione. Ritengono peraltro che un “sì” esplicito sia necessario per qualsiasi tipo di intervento medico.

Chi ha promosso il referendum teme che la comunicazione possa non raggiungere le fasce di popolazione più deboli o di origine straniera, e che esse non intraprendano dunque i passi necessari ad opporsi alla donazione d’organi non perché favorevoli, ma perché inconsapevoli. Le persone all’origine del referendum denunciano inoltre la crescente pressione sui parenti prossimi dei defunti e delle defunte: un rifiuto li taccerebbe immediatamente di comportamento non solidale, si legge nell’argomentario.

Al voto in Parlamento, la maggioranza degli esponenti dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e parte dell’Alleanza del centro si sono opposti alla nuova legge, poiché ritengono che il “consenso presunto” non rispetti il diritto all’integrità fisica e all’autodeterminazione. Reputano inoltre che le riflessioni di carattere religioso o etico non siano state prese sufficientemente in considerazione e che il dubbio non possa essere interpretato un’approvazione.

Chi sostiene il progetto?

La modifica della Legge federale sul trapianto di organi, tessuti e cellule proposta dal Governo è sostenuta da una netta maggioranza del Parlamento, secondo la quale l’introduzione del consenso presunto permetterà di aumentare il numero di donazioni e di recuperare il ritardo sugli altri Paesi europei.

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Deputate e deputati hanno evidenziato un paradosso: quasi il 75% della popolazione si dice favorevole alla donazione di organi, ma il tasso di rifiuto da parte dei congiunti che si trovano a dover prendere una decisione è del 60%. Spesso, in assenza di informazioni chiare, i parenti decidono di non consentire l’espianto. La maggioranza del Parlamento stima che il passaggio al consenso presunto possa invertire questa tendenza e incoraggiare le famiglie a favorire i trapianti.

Il controprogetto riscuote un largo consenso proprio perché coinvolge i congiunti nel processo decisionale. Senza indicazione esplicita, essi potranno continuare a opporsi alla donazione se credono che ciò corrisponda alla volontà di chi non c’è più. Inoltre, in caso di dubbio e se la famiglia è irraggiungibile, il trapianto non sarà consentito.

Il Consiglio federale ha intanto indicato che sarà istituito un registro nazionale, affinché tutti possano specificare facilmente la propria posizione. Sono previste delle campagne informative per sensibilizzare tutta la popolazione ai cambiamenti introdotti dalla nuova legge.

Cosa dicono le statistiche?

Nel 2021, in Svizzera, sono stati trapiantati gli organi di 484 individui deceduti, perlopiù reni e fegato; 125 organi sono stati espiantati da donatori viventi. È quanto indica la Fondazione nazionale per la promozione, lo sviluppo e il coordinamento della donazione e del trapianto di organi Swisstransplant.

A fine anno si contavano però 1’434 persone ancora in lista d’attesa e 72 pazienti che hanno perso la vita nei dodici mesi precedenti per mancanza di donatori.

Il numero di organi a disposizione è dunque ben inferiore alle necessità. La Svizzera, in questo senso, è in ritardo rispetto a molti Stati europei, nella maggior parte dei quali vige appunto il consenso presunto. Tra i Paesi confinanti, solo la Germania ha un tasso di donatori e donatrici inferiore a quello svizzero. Anche la legislazione tedesca si basa sul consenso esplicito.

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Traduzione dal francese di Rino Scarcelli

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