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Diritti dell’uomo: Svizzera non impeccabile

Il commissario per i diritti umani Alvaro Gil-Roblès (a sinistra) durante la sua visita in Svizzera, in compagnia di Pascal Couchepin Keystone

Anche se il rispetto dei diritti dell'uomo è "molto alto", in Svizzera vi sono aspetti da migliorare per quanto concerne la politica d'asilo e la detenzione.

È questa la conclusione del rapporto sulla questione, presentato dal commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Alvaro Gil-Roblès.

La situazione relativa ai diritti umani in Svizzera è globalmente «molto buona», ma il rapporto del Consiglio d’Europa pubblicato mercoledì denuncia pecche in materia di asilo, razzismo e gestione delle carceri.

Il documento di 52 pagine è stato stilato dopo la visita nella Confederazione del commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Alvaro Gil-Roblès, lo scorso dicembre.

Dal canto suo, il Consiglio federale ha preso atto del documento e, pur non condividendo tutte le osservazioni formulate, lo trasmetterà al Parlamento e alle autorità federali e cantonali interessate.

Critiche sull’asilo

In materia di asilo, Gil-Roblès critica il rinvio immediato di alcuni richiedenti, non appena scesi dall’aereo. Questa pratica è infatti contraria al diritto internazionale. Il commissario raccomanda in particolare che un testimone verifichi se il presunto rifugiato ha la possibilità di inoltrare una domanda d’asilo al suo arrivo all’aeroporto prima di essere considerato «irricevibile».

Dal 1997, tra 5’000 e 8’000 domande sono state giudicate infondate e colpite da una non entrata in materia (NEM). Contrariamente a quanto avviene oggi, il rapporto suggerisce di non decretare una NEM anche se il richiedente non ha presentato i propri documenti entro 48 ore dopo la deposizione della domanda d’asilo. Il rapporto auspica inoltre che al candidato sia fornita assistenza giuridica e sociale nonché un traduttore. Il testo chiede infine un prolungamento dei termini per il ricorso contro una NEM.

Carceri sovraffollate

Oltre all’asilo, il rapporto insiste anche sui problemi a livello carcerario. Gil-Roblès deplora ad esempio la mancanza di guardie competenti per il trattamento di detenuti minorenni al carcere ticinese della Stampa, presso Lugano. Un altro problema è costituito dal sovraffollamento in varie prigioni, tra cui quella di Champ-Dollon a Ginevra, dove il tasso d’occupazione ha raggiunto il 150%. Gil-Roblès intende inoltre seguire da vicino l’applicazione delle misure di internamento a vita per criminali pericolosi, per verificarne la compatibilità con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Per risolvere queste due problematiche, il commissario caldeggia l’istituzione di un mediatore federale e di funzioni simili nei Cantoni e nelle città. Gil-Roblès si è pure dichiarato favorevole alla creazione di un organismo nazionale indipendente sui diritti umani.

Combattere il razzismo

Il documento propone pure varie misure di lotta contro il razzismo e la xenofobia, in particolare nell’ambito della formazione dei poliziotti. Gil-Roblès si è detto «scioccato» da alcune testimonianze di maltrattamenti da parte di gendarmi e chiede la creazione di un’istanza per indagare su tali accuse.

Il commissario auspica pure che la Svizzera ratifichi la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla tratta degli esseri umani. Il rapporto preconizza anche la creazione di più posti di stazionamento per gli zingari.

Aspetti istituzionali

Tra le altre misure proposte, il rapporto evoca provvedimenti nell’ambito delle violenze domestiche, malgrado «sforzi significativi» degli ultimi anni. Il testo sottolinea anche la necessità di preservare l’indipendenza del Procuratore generale della Confederazione e del Tribunale federale.

Le proposte di rafforzamento del controllo da parte del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) sul funzionamento del Ministero pubblico della Confederazione suscitano preoccupazione in quest’ottica.

Consiglio federale prende atto

Il Consiglio federale ha preso atto del rapporto, indica un comunicato diffuso mercoledì dal DFGP. Il Governo, pur ribadendo il suo impegno a favore dei diritti umani, rileva però che «riguardo a taluni temi non vi è uniformità di vedute» con il commissario. L’esecutivo «presterà comunque alle osservazioni e alle critiche tutta l’attenzione che meritano». Il documento sarà quindi trasmesso al parlamento e alle autorità federali e cantonali interessate.

Durante la visita alla fine dell’anno scorso, Gil-Roblès aveva incontrato i consiglieri federali Micheline Calmy- Rey, Christoph Blocher e Pascal Couchepin, alcuni parlamentari e rappresentanti di organizzazioni non governative.

swissinfo e agenzie

Nel suo rapporto, il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa Alvaro Gil-Roblès giudica positivamente il rispetto dei diritti dell’uomo in Svizzera.

Gil-Roblès critica invece alcuni aspetti inerenti le domande d’asilo e il rimpatrio dei richiedenti.

Inoltre, il commissario ha evidenziato problemi nelle carceri di Champ Dollon (Ginevra) e La Stampa (Lugano).

La visita in Svizzera del commissario si è svolta dal 29 novembre al 3 dicembre 2004.

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