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Dipendenti dei trasporti e insegnanti in sciopero a Ginevra

Dipendenti cantonali in protesta.
Lavoratori e lavoratrici in protesta. © Keystone / Salvatore Di Nolfi

Quasi novecento i collaboratori e le collaboratrici della funzione pubblica e dei trasporti pubblici ginevrini sono scesi in piazza e per alcuni la protesta continua domani.

Lo sciopero di parte del personale dei trasporti pubblici ginevrini, iniziato oggi, proseguirà anche domani. Riunitasi nel pomeriggio, l’assemblea formata da rappresentanti degli impiegati e dei sindacati ha deciso con oltre il 90% di continuare nell’azione di protesta.

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“L’assenza di proposte da parte della direzione per porre fine al conflitto ha alimentato la collera dei dipendenti”, scrivono il Sindacato del personale dei trasporti e transfair in una nota. A loro avviso, il servizio minimo predisposto oggi dai Transports publics genevois (TPG) ha peggiorato la situazione invece che migliorarla, sia per la popolazione che per i lavoratori.

La direzione di TPG ritiene che la decisione di rinnovare lo sciopero non rispetti l’accordo firmato con le parti sociali nel 2018, precisa un comunicato. L’accordo deve in particolare consentire l’implementazione di un servizio minimo e ad è necessario un preavviso di sciopero di 10 giorni perché l’azienda si organizzi.

Presa alla sprovvista, TPG ha annunciato che “difficilmente sarà in grado di fornire i propri servizi giovedì”. La rete sarà di conseguenza molto perturbata, sottolinea. L’offerta, soprattutto in città, potrebbe essere molto limitata. L’azienda raccomanda pertanto di utilizzare giovedì, quando possibile, mezzi di trasporto diversi dagli autobus e dai tram.

Circa 400 dipendenti hanno partecipato ai picchetti per impedire ai mezzi pubblici di uscire dai depositi. Gli scioperanti chiedono l’indicizzazione completa dei loro salari per il 2022, con un aumento pari all’1,2%: si tratta di una rivendicazione avanzata già all’inizio dell’anno. La direzione dell’azienda è per contro disposta a concedere solo lo 0,6% e unicamente a partire da settembre, più un versamento una tantum di 400 franchi.

Braccia incrociate anche per i dipendenti pubblici

Oltre a parte del personale dei trasporti, a Ginevra hanno scioperato oggi anche i dipendenti cantonali, in particolar modo gli insegnanti.

Fra le rivendicazioni figura l’indicizzazione degli stipendi del 3%, mentre il governo, nel progetto di bilancio per il 2023, vuole fermarsi all’1,35%.

“Se il nostro potere d’acquisto diminuisce, anche il privato ne patirà le conseguenze”, ha affermato Olivier Baud, presidente del Cartello intersindacale del personale statale, organizzazione che ha indetto lo sciopero.

Un’altra richiesta è di mantenere i 488 nuovi posti previsti per l’anno prossimo. Inoltre, il cartello chiede allo Stato di farsi carico dell’aumento dei costi dell’energia, in modo che non siano compensati da una riduzione dei servizi e degli stipendi. Durante un’assemblea è poi stata votata una risoluzione, nella quale si rivendica anche l’indicizzazione delle pensioni.

La maggior parte dei 350 presenti a questa assemblea lavora nell’insegnamento. La mobilitazione ha invece avuto meno successo in altri settori, come la sicurezza, la sanità e il sociale, dove si impone un servizio minimo.

Come detto, la data dell’agitazione si è sovrapposta su quella dello sciopero dei trasporti pubblici. Quest’ultimo proseguirà pure domani.

La giornata si è conclusa con una manifestazione, partita dalla stazione Cornavin con un migliaio di persone. Se non ci saranno progressi sulle richieste, la protesta potrebbe durare fino al dibattito parlamentare sul budget di metà dicembre.
 

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