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Diminuiscono i permessi di soggiorno negati

Uno in fila all altro i diversi permessi di soggiorno in Svizzera
Ottenere un permesso di soggiorno è diventato meno difficile. tvsvizzera

Sono decisamente diminuite le decisioni negative per il rilascio di un permesso di soggiorno per i cittadini stranieri in Ticino. Il motivo va cercato nella giurisprudenza del Tribunale federale, meno restrittiva rispetto alle regole delle autorità cantonali.

Le decisioni negative riguardo al rilascio di permessi a cittadini stranieri in Ticino sono state finora 27 motivate con un soggiorno fittizio e 13 con questioni di ordine pubblico dall’inizio dell’anno. Un dato in netto calo rispetto al recente passato, se si pensa che nel 2020 le prime superavano le 160 unità e le seconde sfioravano ancora il centinaio, dopo aver sfondato quota 200 nel 2017. 

I numeri in calo sono la conseguenza – è stato detto – della giurisprudenza del Tribunale federale, che non ha confortato la prassi restrittiva adottata dalle autorità cantonali, con due sentenze del novembre 2020 relative ad altrettanti casi ticinesi risalenti a 6 e 5 anni fa. “Ci adeguiamo ma manteniamo alta la guardia contro gli abusi”, ha detto il capo del Dipartimento delle istituzioni.

I motivi del Tribunale federale

Il Tribunale federale (TF) ha in particolare stabilito che l’aspetto del cosiddetto “centro vita e interessi” a cui si faceva riferimento nelle decisioni della sezione e confermate poi dal Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) “ha una portata circoscritta alla decadenza del permesso e anche in questo contesto non è affatto è il criterio principale”. Pochi giorni fa, la massima corte elvetica ha poi “chiarito in modo inequivocabile” la definizione di soggiorno. “Lo spostamento di domicilio e di centro di interessi da solo non determina la decadenza”, scrivono i giudici di Losanna, “che interviene quando c’è la notifica di una partenza per l’estero” o in caso di assenza continuata di almeno 6 mesi.

I controlli delle presenze restano da fare e sono la base delle decisioni sia positive che negative, anche da parte del TRAM e del TF. Solo di rado, ha precisato, sono necessari sopralluoghi, mentre nella stragrande maggioranza dei casi la documentazione fornita (per esempio le bollette dell’elettricità) è sufficiente.

Anche i criteri relativi al pericolo per l’ordine pubblico – fra i quali gravità e lontananza nel tempo dei reati commessi – sono stati precisati attraverso la giurisprudenza. 

La questione permessi tiene banco da un paio di anni ormai, sollevata da sindacati e padronato.

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