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Dietro la bellezza dei fiumi ticinesi le insidie

La magia del fiume a Ponte Brolla può trasformarsi in tragedia swissinfo.ch

La bellezza dei fiumi ticinesi richiama lungo le rive molti bagnanti e molti turisti che, attratti dalle acque limpide e fresche, spesso non si curano e non si preoccupano dei pericoli.

L’anno scorso, per esempio, solo nella prima settimana del mese di agosto l’imprudenza è costata la vita a quattro persone, tre nel fiume Maggia e una nel Lago Maggiore.

Eppure ormai da diversi anni il cantone Ticino promuove regolarmente una campagna di prevenzione su sei mesi – da maggio ad ottobre – per sensibilizzare in particolar modo i turisti sui pericoli dei corsi d’acqua, non immediatamente percettibili ed identificabili ma non per questo meno insidiosi.

All’imbocco della Valle Maggia, subito a Ponte Brolla, ai bordi della strada il cartellone della campagna di prevenzione richiama l’attenzione. “So nice, so dangerous”, “Così bello, così pericoloso”: è il semplice ma immediato messaggio che spicca sullo sfondo idilliaco del fiume. E cartelli come questo sono disseminati su tutto il territorio cantonale.

Acque azzurre e chiare ma non sempre chete

Curata dalla Commissione cantonale “Fiumi ticinesi sicuri”, la campagna di prevenzione, prevede anche la distribuzione di opuscoli in alberghi, campeggi, enti turistici nella speranza di raggiungere il maggior numero di persone. Nei punti dei fiumi particolarmente pericolosi, altri cartelli – a volte ignorati o sottovalutati – vietano esplicitamente tuffi e balneazione.

“La prevenzione, la sensibilizzazione e l’informazione – spiega a swissinfo Claudio Franscella, presidente della Commissione – non possono però, e purtroppo, sostituirsi al buon senso di ognuno e alla conoscenza dei propri limiti”.

“La sicurezza come qualità di vita non dipende, infatti, solo da norme, leggi o misure di protezione. E’ dentro di noi. E’ in noi che dobbiamo scoprirla, riconoscerla. In gioco, ricordiamocelo, c’è la nostra vita”.

Negli ultimi trent’anni il Ticino si è spesso trovato al primo posto sulla lista degli annegamenti. “In questo stesso lasso di tempo – aggiunge Franscella – nei fiumi ticinesi sono stati notificati 300 incidenti e i decessi sono stati più di 160: una media di 6 all’anno”.

Grazie al costante lavoro di prevenzione, si registra da qualche anno una leggera flessione nel numero degli incidenti. Ma uno, è sempre uno di troppo.

Non solo tintarella, anche sport estremi

Se fino a poco tempo fa i massi levigati dei fiumi Verzasca e Maggia venivano presi d’assalto per la tintarella e le rive dei due fiumi per immergersi in una natura selvaggia e quasi incontaminata, oggi le abitudini stanno cambiando.

“E’ in particolare la pratica del canyoning – osserva Franscella – ad aver cambiato la geografica dei corsi d’acqua. I fiumi che fino ad oggi erano poco conosciuti o poco frequentati, oggi stanno diventando sempre più a rischio”.

In Ticino ci sono attualmente una quarantina di corsi d’acqua che si prestano al canyoning e che sono attrezzati per consentire la pratica di questo sport, che richiama sulle rive dei fiumi ticinesi da 4 a 5 mila persone all’anno.

Ma attenzione: “Una ventina di questi torrenti – spiega il presidente della Commissione – sono situati a ridosso di prese idroelettriche. Ciò significa essere esposti a repentini innalzamenti dell’acqua e a bruschi cambiamenti di corrente”.

Ricordi belli, non sono in cartolina

Tenuto conto che i fiumi ticinesi fanno parte dell’immagine turistica del Ticino, la campagna di prevenzione – sostenuta appunto anche dall’ente cantonale del turismo – punta molto su aspetti razionali dell’informazione, tralasciando la dimensione emotiva. Così si spera di costruire una cultura duratura della sicurezza.

“La scelta dello slogan e del tipo di campagna di prevenzione – aggiunge Claudio Franscella – è infatti il frutto di un lungo lavoro di riflessione. Abbiamo cercato di trovare un giusto equilibrio tra la valorizzazione delle risore naturalistiche e turistiche del Ticino e l’immediatezza del messaggio preventivo”.

“Sensibilizzare non vuole dire incutere timori, ma piuttosto responsabilizzare attraverso un’informazione chiara e diretta”. Per vivere, con la ragione, le emozioni che natura e paesaggio regalano. Tutti, insomma, devono poter trascorrere delle vacanze piacevoli e sicure. Ma per farlo occorre anche sapere ascoltare, in particolare la gente del posto che ben conosce i fiumi e le loro insidie.

E occorre anche accettare l’idea che la bellezza della natura ha le sue regole e impone certi limiti che l’essere umano deve imparare a rispettare.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Il governo del canton Ticino ha istituito la Commissione cantonale “Fiumi ticinesi sicuri” nel mese di settembre del 2001.

Scopo della commissione elaborare una strategia comune di prevenzione, informazione e sorveglianza per tutelare gli interessi della popolazione indigena e turistica che frequenta tutti i nostri fiumi.

Grazie alla localizzazione delle diverse tipologie di frequenza si è percepito immediatamente che fiumi che fino ad ora non erano conosciuti ed erano poco frequentati, con l’avvento dei nuovi sport estremi, stanno diventando sempre più a rischio.

Negli ultimi 30 anni in Ticino sono stati notificati 300 incidenti.
I morti sono stati oltre 160.
La campagna di prevenzione “Fiumi sicuri” è proposta in 4 lingue.
Tra il 2007 e il 2009 si cercherà di sensibilizzare anche altri utenti del fiume, come pescatori, campeggiatori, canyonisti e sub.

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