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Dichiarata la guerra agli sperperi energetici

I proprietari delle automobili più inquinanti dovranno passare alla cassa Ex-press

Promuovere le automobili più ecologiche, risanare gli edifici, autorizzare solo gli elettrodomestici poco voraci d'energia: sono alcune delle misure della nuova politica energetica portata avanti dal governo svizzero.

Il ministro dell’ambiente e dell’energia Moritz Leuenberger ha presentato lunedì 26 provvedimenti volti ad aumentare l’efficacia energetica e a valorizzare le energie rinnovabili.

Gli obiettivi della politica energetica svizzera erano stati resi noti due settimane fa: ridurre l’utilizzazione di energie fossili dell’1,5% all’anno entro il 2020, stabilizzare il consumo di energia elettrica al livello del 2006 e accrescere la proporzione delle energie rinnovabili nel consumo totale dal 16,2% al 24%.

Lunedì il ministro dell’ambiente e dell’energia Moritz Leuenberger ha pure chiarito come la Confederazione vuole raggiungere questi traguardi: 26 misure suddivise in due piani d’azione. I provvedimenti sono stati posti in consultazione fino a metà ottobre.

Favorire le auto

Il piano d’azione “Efficienza energetica” consiste in 18 misure nei settori dell’edilizia, della mobilità, degli apparecchi e dei motori elettrici, della ricerca e della formazione.

Per quanto concerne la mobilità, Leuenberger propone di introdurre una tassa sul CO2 su benzina e diesel, compresa tra 15 e 50 centesimi al litro.

Inoltre il ministro dell’ambiente vuole instaurare entro il 2010 un sistema di bonus-malus: grazie a sconti fiscali, le automobili più “ecologiche” dovrebbero costare 3-4’000 franchi in meno degli autoveicoli più inquinanti. La tassa cantonale sulle autovetture dovrebbe dal canto suo essere legata al consumo energetico.

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Consultazione

Questo contenuto è stato pubblicato al La consultazione è la procedura attraverso la quale viene richiesto il parere a tutti gli ambienti interessati o toccati da una modifica legislativa. Durante la preparazione di leggi importanti o di progetti di considerevole portata, il Consiglio federale o il Dipartimento incaricato del dossier presentano l’idea ai cantoni, ai partiti, ai comuni e alle varie…

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Risanare gli edifici

Gli esperti del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) vogliono pure intervenire nel settore degli elettrodomestici e dell’elettronica. In futuro dovrebbero essere autorizzati solo quelli meno “golosi” di energia. Per gli apparecchi in “stand by” sarà inoltre introdotto un consumo massimo, ad esempio 2 watt per un computer.

Un altro vasto ambito di intervento riguarda l’edilizia. La Confederazione vuole lanciare un programma di risanamento per gli edifici costruiti prima del 1995. Il costo dell’operazione – circa 215 milioni di franchi all’anno – sarà finanziato tramite una parte degli introiti della tassa sul CO2.

Per le nuove costruzioni, il DATEC vuole rendere obbligatorio lo standard MINERGIE (uso razionale dell’energia e ampio ricorso alle energie rinnovabili negli edifici).

Energie rinnovabili

Il secondo piano d’azione concerne le energie rinnovabili e comprende otto misure.

Le più importanti riguardano la produzione di calore: l’obiettivo è di sostituire gli attuali impianti che bruciano olio da riscaldamento con sistemi che utilizzano fonti di energia rinnovabili, attraverso ad esempio degli incentivi finanziari.

In particolare il DATEC vuole promuovere i collettori solari sui tetti delle case per riscaldare l’acqua (l’obiettivo è di installarne 100’000 a medio termine), le pompe a calore, la produzione d’energia a partire dalla biomassa o dagli impianti a legna (pellet), nonché apparecchiature per raccogliere il calore prodotto dalle acque di scarico o dagli impianti di incenerimento.

Centrali nucleari e a gas

“Più investiamo nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, meno sarà forte la domanda d’energia nucleare o prodotta dalle centrali a gas”, ha affermato Moritz Leuenberger.

Secondo il ministro dell’ambiente, se il pacchetto di misure sarà applicato “non vi sarà bisogno di una nuova centrale nucleare”.

Per Leuenberger, tutte le misure sono “politicamente realistiche”. L’obiettivo dei provvedimenti è anche di essere “sostenibili economicamente, neutrali per il bilancio dello Stato e compatibili sul piano internazionale”.

Il rincaro causato dall’introduzione di norme più severe per gli elettrodomestici non dovrebbe inoltre essere superiore a quello che si verificherà nell’Unione Europea.

In alcuni settori i prezzi potrebbero invece calare, ad esempio le spese di riscaldamento.

Reazioni contrastate


Le reazioni al piano presentato dal ministro socialista non si sono fatte attendere. A sinistra, il Partito socialista e i Verdi hanno parlato di un “passo decisivo”. Il mondo politico deve rendersi conto che siamo giunti a un punto tale che non vi è “più spazio per negoziare”, ha osservato Geri Müller, consigliere nazionale verde argoviese. Per l’esperto d’energia del Partito socialista Rudolf Rechsteiner “il tempo delle intese settoriali” è ormai finito e che è ora giunto il momento di prendere dei provvedimenti incisivi e globali.

Economiesuisse, l’organizzazione mantello dell’economia elvetica, ha respinto con veemenza la proposta di introdurre una tassa sul CO2. Questa misura – ha in sostanza affermato il portavoce Urs Näf – ha senso solo se viene concordata assieme agli Stati vicini. “

“L’economia si opporrà con tutti i mezzi a un simile provvedimento”, ha indicato dal canto suo Ulrich Giezendanner, membro dell’Associazione svizzera dei trasportatori stradali. Per quanto concerne le centrali nucleari, secondo il deputato dell’Unione democratica di centro (destra nazional-conservatrice) le affermazioni di Moritz Leuenberger sono solo propaganda elettorale: “La Svizzera non potrà non costruire una nuova centrale”, ha dichiarato.

swissinfo e agenzie

Emissioni di CO2 in Svizzera (mio. di tonnellate all’anno):

Stato 1990: 40,93
Stato 2006: 41,19
Obiettivo per il 2012: 36,84
Obiettivo del protocollo di Kyoto: 40,53

Se, come previsto dagli attuali studi, la temperatura globale salirà di 3 gradi Celsius, anche in Svizzera vi saranno perdite molto consistenti (1 miliardo di franchi, ovvero 0,15% del PIL nel 2050), che si moltiplicheranno poi rapidamente nella seconda metà del secolo (0,48% del PIL nel 2100).

A partire da questo livello di temperatura, per ogni grado di riscaldamento si prevedono in Svizzera ulteriori perdite di benessere comprese tra circa 0,6 miliardi e 1 miliardo di franchi all’anno.

Tuttavia, se verranno attuate le necessarie misure di adattamento, un aumento della temperatura globale inferiore ai 2 gradi Celsius comporterà per la Svizzera costi diretti relativamente contenuti e produrrà, entro il 2050, perdite di benessere pari a 500 milioni di franchi.

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