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Nobel per la pace contro gli stupri di guerra

Il ginecologo congolese Denis Mukwege e l'attivista yazida Nadia Murad sono i due personaggi vincitori del Nobel per la pace di quest'anno.

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Il premio, ha fatto specificato il comitato norvegese, è stato assegnato ai due “per i loro sforzi volti a porre fine all’uso della violenza sessuale come arma di guerra e conflitto armato”.  

Il medico africano Denis Mukwege si è impegnato per almeno due decenni in favore delle vittime delle violenze sessuali. In particolare ha fondato nel 1998 il Panzi Hospital, struttura sanitaria specializzata nelle terapie contro i danni fisici interni causati da stupro. Esperienza che ha convinto nel 2014 il Parlamento europeo ad attribuirgli il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.

Percorso diverso e più doloroso, ma sempre nell’ambito di questo genere di traumi, per l’altra vincitrice di questo alloro internazionale. Nadia Murad venne rapita nell’agosto del 2014 dai miliziani dello Stato islamico a Kocho, il villaggio della minoranza yazida dove viveva nell’Iraq settentrionale.

Da quel giorno ha vissuto il suo calvario, raccontato nel libro autobiografico “L’ultima ragazza”, fatto di sistematiche e continue violenze da parte degli uomini dell’Isis che l’avevano segregata come schiava sessuale.

Dopo la sua miracolosa fuga ha iniziato a battersi per far conoscere al mondo i crimini perpetrati dall’Isis contro la sua comunità ed è stata nominata nel settembre 2016 ambasciatrice dell’ONU per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di esseri umani.

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