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Chiude in Ticino il Giornale del Popolo

Dopo una storia quasi centenaria, il Giornale del Popolo di Lugano chiude i battenti. Lo comunica la curia vescovile, proprietaria unica del giornale. Per mancanza di liquidità la società ha depositato i bilanci. Venerdì l'ultima edizione. Il futuro resta incerto per i dipendenti.


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“Abbiamo annunciato la decisione più dura ma il nostro bilancio non era più sostenibile”. Il vescovo della Diocesi di Lugano Valerio Lazzeri, editore del Giornale del Popolo, non nasconde l’amarezza nello spiegare i motivi che hanno portato, dopo 92 anni di attività, alla chiusura del quotidiano. In causa c’è soprattutto il fallimento di Publicitas (agenzia di raccolta pubblicitaria fallita nelle scorse settimane) e la conseguente mancanza dei proventi pubblicitari raccolti dalla società. Un mancato apporto di circa 400 mila franchi a fronte di un budget di 4,6 milioni, ha spiegato la direttrice del giornale, Alessandra Zumthor.

“Se qualcuno vuole bene al Giornale del Popolo, è il momento di farsi vivi” 

“Un atto dovuto”

“Abbiamo dovuto, per legge, depositare i bilanci”, continua il vescovo, che alla domanda se è davvero finita per il quotidiano risponde: “Speranze per il futuro? La speranza, dicono, è l’ultima a morire ma ora è prematuro dare indicazioni in questo senso. Dobbiamo però sottolineare che lo spirito che ha animato il Giornale del Popolo non chiude: resterà nei nostri cuori, così come la volontà di far sentire la voce della Chiesa cattolica nel dibattito pubblico”.

Le spiegazioni del vescovo di Lugano

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Nessun piano sociale per i dipendenti

Per quanto riguarda la sorte della trentina di dipendenti del giornale, il titolare della Diocesi è cauto: “Per ora non possiamo dire niente. Il pretore sta esaminando le carte. Una volta decretato il fallimento, se non interverranno ulteriori elementi, saranno in disoccupazione”.

“Questa mattina – conclude Lazzeri – ho trovato una redazione certamente addolorata ma capace di comprendere una situazione che nessuno di noi avrebbe voluto vivere ma che ci troviamo ad affrontare insieme”.

La direttrice lancia un appello

La direttrice Alessandra Zumthor ha inoltre spiegato che “si è cercato di trovare delle vie alternative: non immaginavamo un fallimento in tempi così rapidi”. In diretta al Telegiornale ha inoltre lanciato un appello: “Se qualcuno vuole bene al Giornale del Popolo, è il momento di farsi vivi con me e con la redazione: abbiamo delle idee ma ci serve un sostegno finanziario”. Per il momento, ha aggiunto, non è previsto un piano sociale per i dipendenti.

Il partito di riferimento

Il Partito popolare democratico tramite una nota esprime “profonda tristezza per l’annunciata chiusura del Giornale del Popolo” e vicinanza innanzitutto a tutti i collaboratori e alla direzione del giornale, nonché a quanti – negli anni – hanno creduto e lavorato per il GdP”. I vertici del PPD sperando che “si trovino soluzioni a favore degli attuali dipendenti” deplorano “un nuovo impoverimento del panorama mediatico ticinese e svizzero” con la perdita di un media attento anche alle piccole realtà locali e alle loro tradizioni.

La storia del giornale

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