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“Hanno distrutto il sistema”

Stando a quanto si dice, nell’ambasciata statunitense a Ginevra vi sarebbero sistemi capaci d’intercettare comunicazioni a 60 km di distanza. Keystone

Ginevra è finita sotto i riflettori questa settimana nella vicenda che vede accusata l'Agenzia per la sicurezza nazionale (NSA) americana di avere spiato a tappeto gli alleati degli Stati Uniti. Il giornalista investigativo britannico Duncan Campbell parla a swissinfo.ch della possibile sorveglianza USA in Svizzera.

Il giornalista e scrittore è stato consulente della rivista tedesca Der Spiegel nell’ultima indagine sulle installazioni per le intercettazioni della NSA, ai ripari da controlli grazie all’immunità diplomatica, che vengono utilizzate per effettuare massicci ascolti elettronici, di solito dai piani alti delle ambasciate degli Stati Uniti. Sulla base di un documento del 2010 fornito dall’ex agente della NSA Edward Snowden, lo Spiegel ha scritto che l’ambasciata degli Stati Uniti a Ginevra ospita una potente stazione di monitoraggio elettronica congiunta NSA-CIA.

Il “Collection Special Service” (SCS) di Ginevra, stando al settimanale tedesco, sarebbe uno dei circa 80 SCS che gli americani avrebbero nel mondo, di cui 19 sono in Europa in città come Berlino, Parigi, Madrid, Roma e Praga. L’ambasciata degli Stati Uniti e il servizio di intelligence svizzero hanno finora rifiutato di commentare l’articolo dello

Spiegel

.

Prima di rifugiarsi in Russia, l’ex dipendente della NSA Edward Snowden ha dichiarato di aver lavorato nel 2007 a Ginevra per conto della CIA. Proprio nella città sulle rive del Lemano si sarebbe reso conto dell’ampiezza delle operazioni di spionaggio. Durante il suo soggiorno in Svizzera, avrebbe partecipato al reclutamento di un banchiere del posto come informatore.

In giugno, il governo svizzero ha chiesto spiegazioni agli Stati Uniti e in settembre ha poi condannato qualsiasi attività di spionaggio, indipendentemente dagli autori.

Mercoledì 30 ottobre, il presidente della Confederazione e ministro della difesa Ueli Maurer ha cercato di relativizzare il caso scoppiato negli ultimi giorni, invitando a non cedere «all’isteria». Attualmente sono in corso chiarimenti, ha precisato Maurer. A un giornalista che gli ha chiesto se il governo intendesse convocare l’ambasciatore degli Stati Uniti e trasmettere una nota di protesta, il consigliere federale ha risposto: «Non confermo né smentisco». Il ministro della difesa ha inoltre ribadito che la Svizzera non collabora con l’Nsa e non le trasmette informazioni su politici. La collaborazione con i servizi segreti statunitensi si limita alla lotta contro il terrorismo.

Sempre mercoledì, il quotidiano El Mundo ha pubblicato un nuovo documento basato sulle rivelazioni di Edward Snowden. Secondo il giornale spagnolo, gli Stati uniti avrebbero stilato una classifica del grado di cooperazione degli altri paesi alle attività della NSA. Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda figurerebbero nel primo gruppo dei paesi che offrono una maggiore collaborazione. La Svizzera si trova nel secondo gruppo assieme a 18 altri paesi.

swissinfo.ch: Che cos’ha di così speciale il sito di Ginevra?

Duncan Campbell: avevo notato cambiamenti della sorveglianza elettronica sul tetto dell’ambasciata degli Stati Uniti quando ero venuto a tenere una conferenza presso il Centro di politica di sicurezza nel 2002-2003.

La missione americana a Ginevra domina la sede europea delle Nazioni Unite e il quartiere diplomatico, a est della città. La sua ubicazione le consente di intercettare ogni tipo di segnale elettronico non protetto emesso sia dal Palazzo delle Nazioni, che dalle sedi delle organizzazioni internazionali, dalle ambasciate.

swissinfo.ch : Un recente documentario della rete televisiva tedesca ZDF, riportato dal settimanale Schweiz am Sonntag, ha sostenuto che, dalla stazione di monitoraggio a Bad Aibling, vicino a Monaco di Baviera, la NSA ha un accesso diretto alle stazioni di ascolto in Svizzera e Danimarca, più precisamente nella località elevetica di Leuk e ad Heimenschwand. Il documentario sostiene che c’è un accordo segreto tra la NSA e i due paesi per lo scambio di dati. È plausibile?

D. C.: Per la Danimarca, sicuramente. Ma anche per la Svizzera sono certo che c’è un accordo di scambio con la NSA. Infatti, gli americani sono molto coinvolti nella stazione di Leuk. Bad Aibling è sempre stata una base della NSA, ma la gestione è passata al Bundesnachrichtendienst (BND), ma con un po’ di presenza americana. Quindi penso che la storia sia plausibile, ma non so se è vera.

duncancampell.org

swissinfo.ch : In agosto i giornali hanno pubblicato i nomi di sette società che collaborerebbero segretamente con l’agenzia britannica di informazioni elettroniche GCHQ e le darebbero accesso alle comunicazioni private dei loro clienti. Tra di esse vi sarebbe l’americana Level 3, che ha anche una filiale a Zurigo. Potrebbe svolgere un ruolo in Svizzera?

D. C.: Tutti i documenti pubblicati dai giornali mostrano che la complicità delle società, un’ottantina in tutto il mondo, è andata ben oltre ciò che è stato loro legalmente imposto. La vendita di informazioni sui loro clienti alle agenzie di spionaggio è uno degli aspetti più orrendi delle divulgazioni di Snowden. Le operazioni della Level 3 in Gran Bretagna e all’estero fanno parte di questo.

swissinfo.ch : Lei ha dedicato gran parte della carriera giornalistica alle investigazioni sulla sorveglianza illegale. Cosa l’ha sorpresa di più nelle rivelazioni sulla NSA?

D. C.: L’aspetto più scioccante delle coraggiose rivelazioni di Edward Snowden è il grado di sorveglianza. Tutti quelli che, come me, sono addentro in questo campo, non sono stati sorpresi da ciò che è possibile fare. Ma avevano la speranza che fossero operazioni limitate e proporzionate, pur essendo consapevoli che non si attenevano solo al terrorismo.

Ma ogni singolo documento,  presentazione e slideshow mostra che un branco di giovani pazzi ha preso il controllo del manicomio. E costoro sono ebbri delle proprie capacità di spiare tutto, per tutto il tempo. Questo è ciò che vogliono fare. Hanno perso ogni sorta di bussola morale e di rispetto dei valori civici.

Questo è uno shock e l’effetto è che la sicurezza di Internet e di molti delle sue componenti, sia fisiche che elettroniche, sono in questione. Hanno distrutto il sistema, hanno distrutto la sicurezza.

swissinfo.ch: Ma raccogliendo così tante informazioni, non saranno semplicemente sommersi dai dati?

D. C.: Le rivelazioni di Snowden fanno pensare che i sistemi tecnologici sono stati adattati per affrontare anche la crescente massa di informazioni su internet. Hanno la capacità di elaborare forse tre quarti di quello che succede su internet in questo momento.

Giornalista investigativo, consulente e produttore televisivo, Duncan Campbell è specializzato nei temi che riguardano l’intelligence, la sorveglianza e le libertà civili.

È spesso chiamato a testimoniare nelle aule in qualità di specialista informatico.

Nel 1976, Campbell è stato il primo giornalista a rivelare l’esistenza del Government Communications Headquarters (GCHQ, Quartier generale governativo per le comunicazioni), il servizio britannico di spionaggio e controspionaggio nell’ambito delle comunicazioni. In seguito a questo scoop, è stato processato nel 1978 con l’accusa di violazione della legge sui segreti ufficiali e condannato a una pena sospesa condizionalmente.

Nel 1988 ha invece svelato il programma di sorveglianza ECHELON, un sistema mondiale di intercettazione delle comunicazioni private e pubbliche portato avanti da Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Nel 2000 ha redatto per conto del Parlamento europeo il rapporto intitolato Interception Capabilities 2000.

swissinfo.ch: La NSA è ora di fronte a un ampio riesame negli Stati Uniti, con molteplici sforzi per tenere a freno i programmi di sorveglianza, da cui la Casa Bianca sembra distanziarsi. Quali cambiamenti si potranno vedere?

D. C.: Il principale riguarderà la sorveglianza dei cittadini americani, poiché questi ultimi tendono a curarsi di sé stessi e a dimenticare che i cittadini di altri paesi hanno o dovrebbero avere pari diritti. Quindi il dibattito proseguirà su questo aspetto.

swissinfo.ch: Il Parlamento europeo ha da poco votato l’inasprimento delle norme sulla privacy dei dati sulla scia delle rivelazioni di Snowden. Una nuova regolamentazione potrebbe bloccare il trasferimento di dati personali a società americane. È fattibile?

Il problema è che molti paesi europei – soprattutto, ma non esclusivamente, la Gran Bretagna – sono stati complici di queste attività, a causa di favori, scambi o incentivi. Fondamentalmente la NSA, nel corso degli anni, con l’assistenza della Gran Bretagna, ha in sostanza cercato di sovvertire aziende e governi in un impero di sorveglianza, che è quasi un’impresa sovranazionale.

Politici europei e governi dovranno passare al setaccio questi accordi e scoprire la verità. Non sono nemmeno sicuro che in questo momento la cancelliera [tedesca Angela] Merkel sappia la piena verità sui rapporti tra l’Intelligence del suo paese con quelli americani. E in Svizzera manifestamente dovrebbero essere poste le stesse domande.

Non c’è una guerra fredda o una grossa minaccia terroristica. In ogni paese in cui sono attivi collaboratori della NSA, si dovrebbe chiedere che cosa stanno facendo, ottenere cifre e dati, e accertare se è garantita la protezione dei cittadini.

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi e Daniele Mariani)

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