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Daniele Finzi Pasca, nomade per scelta

Il regista, attore e coreografo ticinese di fama internazionale Daniele Finzi Pasca Carlo Reguzzi/Ti-Press

Al regista e coreografo ticinese, è stato appena assegnato "Le Prix suisse de la scène 2008". Nel 2006 aveva vinto lo Swiss Awards nella categoria spettacolo.

Fondatore del Teatro Sunil, Finzi Pasca è stato catapultato sulla scena mondiale grazie al Cirque du Soleil e alle Olimpiadi di Torino, di cui ha curato la cerimonia di chiusura. Intervista.

swissinfo: Regista, autore, coreografo, clown: tanti talenti in una sola persona…

Daniele Finzi Pasca: Bisognerebbe partire dal clown. Nella tradizione teatrale i clown sono sempre, in qualche modo, registi e autori di se stessi. Forse perché siamo megalomani, forse perché pensiamo il teatro in una forma particolare.

Un attore clown danza con il pubblico, perlomeno questa è la mia forma di immaginare il mio stare sulla scena. Io danzo, cerco il pubblico, lo prendo tra le braccia, lo conduco e mi faccio condurre. Questa forma espressiva richiede la capacità di pensare il gesto nella sua complessità.

swissinfo: Come costruisce il suo rapporto con il pubblico?

D.F.P.: La migliore analogia è forse quella legata all’azione di fare addormentare un bambino. In quell’intento l’attore riproduce gesti e azioni che ha imparato. Sa cosa occorre fare perché lo intuisce. Ma non può riprodurlo meccanicamente, perché il gesto del cullare deve continuamente adattarsi. Perché ogni bambino è diverso. Ogni notte dello stesso bambino è diversa.

È per questo che si parla d’arte. Uno impara delle tecniche per comprendere. E se ha talento sviluppa l’ascolto. Non di quello che succede dentro di lui, ma di cosa succede nell’altro. L’adattamento continuo, come risposta ai bisogni dell’altro, è dunque fondamentale. Per fare ridere, per fare sognare.

swissinfo: Che cosa ha rappresentato l’incontro con il Cirque Eloize?

D.F.P: Julie Hamelin, la mia compagna, è una dei fondatori di questa compagnia. L’incontro con Eloize, sette anni fa, mi ha spinto a ritornare un poco all’acrobazia. Con loro si è sviluppato un progetto che ha permesso di unire certe mie idee con il loro mondo, dando esiti sorprendenti per la capacità di presentare spettacoli che un mercato non si aspetta e in luoghi totalmente inattesi, come Broadway.

swissinfo: Olimpiadi di Torino e Cinque du Soleil, altri mondi?

D.F.P.: Queste situazioni ti obbligano a misurarti con ben altre dimensioni. Nel confrontarmi con queste esperienze mi è stata di grande aiuto la mia formazione teatrale. Forse occorre spiegare che nel teatro ci sono sostanzialmente due approcci diversi. Pensando alla scultura, c’è chi modella e chi scolpisce.

Nel secondo caso, che è il mio, devi sapere precisamente dove stai andando, dal primo colpo di scalpello. Non c’è spazio per l’improvvisazione. Questo rigore, unito anche ad una visione architettonica dello spettacolo, mi ha aiutato nel concepire progetti più grandi – come le coreografie per Torino e le Cirque du Soleil – dove non hai possibilità di improvvisare.

swissinfo: Nei suoi viaggi ci sono state tappe che l’hanno segnata in modo particolare?

D.F.P.: Sarebbe peccato non elencarle tutte. Ci sono comunque luoghi dove sono successe cose particolari. In Uruguay ci sono stati 40 mila spettatori per il monologo Icaro. Sono stati importanti gli anni del Messico. E poi c’è il Canada, l’incontro con Eloize, Soleil, Carbone 14. Non dimentico l’Etiopia e l’India.

Ho scelto di fare un certo tipo di teatro, un teatro nomade, proprio per poter avere questa meravigliosa opportunità di viaggiare. Il viaggiatore incontra la gente, respira da dentro l’aria di un paese. Ogni volta è un’esperienza che umanamente mi sorprende.

swissinfo: Molti dei suoi spettacoli hanno titoli che evocano il cielo e il firmamento, che cosa l’attira del mondo di lassù?

D.F.P.: Ci sono popoli che non vedono il verde, perché vivono nel deserto. Ce ne sono altri che non sanno cosa sia l’oceano. Il cielo lo sanno tutti. Forse per questo mi sono occupato di parlare di cielo. Credo che sia per tutti il punto di riferimento che ci accomuna.

Il cielo è anche gli dei, il mistero, il destino. Dio è un grande drammaturgo. È per questo che si spiegano, forse, tanti drammi, che si consumano molte tragedie. Sono perlomeno le risposte che io mi do, guardando sempre verso l’alto, nelle mie questioni da clown.

Nel 2006 il Swiss Award e nel 2008 il Prix suisse de la scène. Cosa rappresentano questi riconoscimenti?

D.F.P.: Dei magnifici regali, soprattutto perché vengono dalla mia terra. Gli Swiss Awards non li conoscevo, per cui sono stato molto sorpreso. Mi sono piombati addosso con quella loro dimensione mondana.

Il premio della scena ha una valenza diversa, perché è dato a gente di teatro da gente di teatro. Gente alla quale io sono legato, che mi tocca davvero profondamente. Non è facile fare teatro. Ci vuole molta determinazione, nel lottare, nel continuare a portare avanti un’idea, un sogno. Ricevere un riconoscimento da persone che amo molto e rispetto, è un piacere immenso.

A livello internazionale, qual è il laboratorio di idee attualmente più interessante?

D.F.P.: A Montréal, per esempio, si stanno agitando delle cose straordinarie. C’è questa commistione tra un mondo americano e statunitense di pensare le produzioni – quindi in un’ottica di business – e una visione più culturale, tipicamente europea. A Montréal si sta polarizzando una quantità di gente che arriva con idee e progetti molto innovativi.

Anche Messico e Brasile stanno conoscendo un grande fermento culturale molto interessante. Sono però convinto che alcuni fenomeni culturali nascano dove c’è una compressione della libertà. L’arte nasce molto spesso come forma di resistenza. E perciò credo che da quei paesi attualmente costretti a nascondere persino la creatività, giungeranno grandi sorprese.

intervista swissinfo, Françoise Gehring

Daniele Finzi Pasca nasce a Lugano nel 1964, in una famiglia di fotografi. È regista, autore, coreografo e clown. Ha fondato il Teatro Sunil nel 1983.

Ha scritto e diretto una quindicina di opere che hanno fatto il giro del mondo, tra cui: Rituale, Viaggio al Confine, Dialoghi col Sonno, Percorsi Obbligati, Giacobbe, 1337, Aitestás, Te amo e Visitatio, in coproduzione con Carbone 14 di Montréal.

Il Cirque Eloize lo invita a scrivere e dirigere la loro nuova creazione. Nel 2002 nasce “Nomade – La nuit, le ciel est plus grand”, uno spettacolo che ottiene immediatamente importanti riconoscimenti internazionali. Nel 2003 presenta “Rain – Comme une pluie dans tes yeux”. Questi spettacoli fanno il giro del mondo: New York, San Francisco, Parigi, Londra, Hong Kong, Madrid, Vienna, Roma e Milano.

Il Cirque du Soleil gli affida la creazione e la regia di un nuovo spettacolo. Nell’aprile del 2005 debutta a Montréal “Corteo”, ed è subito un grande successo. Nebbia – il suo nuovo spettacolo coprodotto da Cirque Eloize e Teatro Sunil – è stato presentato il 4 dicembre 2007 a Ginevra.

Daniele Finzi Pasca è ha inoltre firmato la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Torino e si è aggiudicato lo Swiss Award nella categoria spettacolo. Nello stesso anno è stato nominato per il “Desk Award” a Broadway. Nel 2008 ha vinto il “Prix suisse de la scène”.

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