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Quanto dovrebbero o possono guadagnare i municipali?

Innenhof des Rathauses von Bellinzona
Per il municipio di Bellinzona si avvicina l'ora della verità: le retribuzioni previste per i membri dell'esecutivo comunale sono corrette o esorbitanti? Sarà il popolo a stabilirlo nella votazione del 21 gennaio 2018. Keystone/Karl Mathis

Gli onorari dei membri dell'esecutivo della città di Bellinzona sono sottoposti al voto popolare domenica. Sia la destra sia l'estrema sinistra hanno infatti impugnato con successo il referendum. Il voto del capoluogo del Ticino riflette una tendenza nazionale: il lavoro politico nei comuni si professionalizza sempre più, le rimunerazioni aumentano, ma la popolazione non è necessariamente d'accordo.

120’000 franchi all’anno per il sindaco, 95’000 franchi per il vice, 80’000 franchi per gli altri cinque membri del municipio, a cui si aggiunge un importo forfettario quale rimborso spese. Sono queste le retribuzioni fissate dallo stesso esecutivo di Bellinzona e approvate dal consiglio comunale (parlamento). Si tratta di rimunerazioni esagerate? Oppure sono giustificate dal fatto che diventa sempre più complesso governare anche una città di medie dimensioni?

La risposta sarà data domenica dall’elettorato bellinzonese. L’esame delle urne è stato voluto da due schieramenti politici opposti: la Lega dei Ticinesi insieme all’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e l’estrema sinistra. Complessivamente i due comitati referendari hanno raccolto oltre 4000 firme, ossia nettamente più delle 3000 necessarie per portare al voto l’oggetto.

Se calcolato su un tempo pieno quello del sindaco equivale a “un compenso di 12’000 franchi al mese: è il doppio del salario mediano in Ticino. È un’assurdità”, dice Angelica Lepori, deputata comunale del Movimento per il Socialismo (MPS, estrema sinistra). “Questi onorari sono un assegno in bianco: nel regolamento comunale i compiti dei municipali non sono neanche menzionati”, afferma Tuto Rossi deputato dell’UDC.

Il sindaco Mario Branda (socialista) si batte personalmente per i nuovi onorari. Il suo carico di lavoro è stimato a un tempo del 70%, quello suo vice al 60% e quello dei municipali al 50%. Branda rammenta i molteplici e complessi compiti e doveri di rappresentanza che deve svolgere il sindaco, spesso di sera. La città di Bellinzona supera ormai i 43mila abitanti, in seguito alla fusione che ha riunito 13 comuni in uno solo. Rispetto ad altre città, i redditi dei membri del municipio di Bellinzona sono chiaramente inferiori alla media. 

Bellinzona: il voto e dopo?

La votazione sul Regolamento comunale di Bellinzona, il 21 gennaio, è il primo importante test popolare per l’esecutivo e il parlamento della nuova Bellinzona, nata nell’aprile 2017 dalla fusione di 13 comuni.

Il consiglio comunale (parlamento) aveva approvato il Regolamento a schiacciante maggioranza: 51 voti favorevoli e 6 contrari.

Nel mirino degli oppositori c’è solo l’articolo 91, ossia quello riguardante “onorari, indennità e rimborsi spese del sindaco e dei municipali”. Non essendo però possibile un referendum solo su un articolo, è sottoposto al voto l’intero Regolamento.

Se il 21 gennaio dalle urne uscirà una maggioranza di sì, entrerà in vigore. Se invece vincessero i no, municipio e parlamento dovranno adottarne uno nuovo. Contro di esso potrà nuovamente essere lanciato il referendum.

Tema controverso

Inoltre, rilevano i sostenitori delle nuove rimunerazioni, chi assume un mandato nell’esecutivo comunale non è più in grado di esercitare la propria professione o può esercitarla solo a tempo parziale. “Guardando dall’esterno, non ci si può nemmeno immaginare quanto impegno richiedano questi mandati”, dichiara Fabio Käppeli, capogruppo liberale radicale nel parlamento comunale, che sostiene senza riserve il nuovo regolamento di Bellinzona.

Ma tra i cittadini serpeggia un certo malcontento. Le retribuzioni dei municipali sono un tema controverso, non solo a Bellinzona. Ad esempio, l’elettorato della città di Lucerna ha deciso nel marzo 2015 di ridurre del 20% gli stipendi dei membri dell’esecutivo della città, come chiedeva allora l’UDC. I votanti hanno approvato l’iniziativa “200’000 franchi bastano!” con il 62,5% di sì.

Da allora sugli onorari dei membri del municipio di Lucerna vige quel tetto massimo imposto dal popolo. In precedenza, un municipale di Lucerna guadagnava circa 247’000 franchi all’anno e il sindaco fino a 264’000 franchi. Anche con il taglio deciso dall’elettorato, i lucernesi si trovano ancora tra i municipali meglio retribuiti della Svizzera. A Zurigo, nel 2000 l’elettorato ha concesso ai municipali un tetto salariale di 220’000 franchi.

Grandi disparità

In ogni caso, le differenze di remunerazione tra i membri degli esecutivi delle città e dei comuni svizzeri sono enormi. In grandi città come Zurigo e Losanna, gli stipendi dei sindaci raggiungono quasi 300’000 franchi. Da precisare, tuttavia, che – a differenza per esempio di Bellinzona – i mandati sono a tempo pieno.

Anche alcune città più piccole si mostrano molto generose nei confronti dei loro sindaci. Per esempio, a Sion, capoluogo del Vallese, che conta 34’000 abitanti, il sindaco riceve quasi 275’000 franchi all’anno. Il sindaco di Vernier, comune ginevrino di dimensioni analoghe, deve invece “accontentarsi” di poco più di 92’000 franchi. Divari giganteschi che sono stati recentemente messi in luce da una vasta inchiesta giornalisticaCollegamento esterno della Radiotelevisione svizzera romanda (RTS).

Un mosaico

“La situazione in Svizzera è come un mosaico”, dice il politologo Oscar Mazzoleni, direttore dell’Osservatorio della politica regionaleCollegamento esterno dell’università di Losanna. Ciò nonostante si delineano alcune tendenze generali, come la crescente professionalizzazione della politica e l’aumento delle retribuzioni.

In altre parole, contrariamente alla tanto decantata tradizione della milizia, i mandati politici comunali si esercitano sempre più spesso a tempo pieno e a pagamento, anziché a tempo parziale e gratis. La politica diventa una professione. In comuni della Svizzera orientale, i mandati politici vengono addirittura messi a concorso come posti di lavoro.

In diverse votazioni il popolo ha mostrato di non volere eccessi nella politica salariale. Di solito, capofila di coloro che vogliono contenere gli onorari dei membri degli esecutivi comunali è l’UDC. A Bellinzona, invece, in prima fila in questa battaglia popolare c’è anche l’estrema sinistra.


Verso un parlamento professionista

Una certa diffidenza da parte della popolazione svizzera nei confronti dei politici professionisti è riscontrabile anche a livello nazionale. Qui è questione del parlamento. Il 27 settembre 1992, ad esempio, l’elettorato elvetico ha seccamente bocciato una riforma che, oltre ad indennità più elevate per i deputati in parlamento federale, prevedeva un contributo di 24’000 franchi per l’assunzione di collaboratori personali dei parlamentari.

In seguito, i membri delle Camere federali sono comunque riusciti a migliorare gradualmente le proprie condizioni di lavoro. Uno studioCollegamento esterno dell’università di Ginevra, condotto su mandato del parlamento e pubblicato nel maggio 2017, ha concluso che i consiglieri nazionali (deputati alla Camera del popolo) dedicano in media l’87% del loro tempo di lavoro alle attività parlamentari, mentre i consiglieri degli Stati (deputati alla Camera dei Cantoni) vi dedicano il 71% del loro tempo di lavoro.

Questa evoluzione è spesso nel mirino delle critiche. “A livello comunale, il parlamento di milizia è una benedizione, a livello cantonale un vantaggio, ma a livello federale è una fiction”, osserva il politologo Claude Longchamp. Egli si schiera per la transizione verso un parlamento federale professionista.


(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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