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Dal G7 una dichiarazione contro il terrorismo

Tutti d'accordo e pronti a scendere in campo sulla lotta al terrorismo che, a pochi giorni dalla strage di Manchester, irrompe sul tavolo tra le priorità del G7 di Taormina. Ma lontani sul clima, che rischia di essere il nodo più spinoso del summit.

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Il G7 si mostra al mondo unito contro il terrorismo, pronto a rafforzare misure e impegni comuni. Ma non riesce a fare passi avanti sul clima, che resta al palo, e rischia di chiudersi con un compromesso al ribasso sui migranti.

Al tavolo, come facilmente prevedibile, pesa la posizione del presidente americano Donald Trump che arriva dicendosi ‘aperto’ alla discussione. Ma poi di fatto ripropone e resta fermo sui suoi paletti. Non solo sull’accordo di Parigi, su cui continua a prendere tempo in attesa di trovare “la decisione giusta”, mentre i suoi parlano apertamente di due posizioni “forti”, ovvero contrapposte, tra Europa e America. 

La questione dei migranti

Sulla questione dei migranti, l’America di Trump sembra destinata a far valere la sua voce, ridimensionando le aspettative dell’Europa e della presidenza italiana. Che, forse, si dovranno accontentare di qualcosa che, alla vigilia del comunicato finale ancora da chiudere, non è certo il massimo che si poteva raggiungere.

Negoziati difficili

Che il lavoro, in questi due giorni siciliani, non sarebbe stato facile, il premier italiano Paolo Gentiloni l’aveva previsto. “Al G7 chiediamo risultati, sappiamo che non sarà un confronto semplice ma lo spirito di Taormina ci può aiutare nella direzione giusta”, aveva detto poche ore prima del via ai lavori in un videomessaggio. E alla fine della prima giornata del vertice, si mostra moderatamente soddisfatto nell’aver, almeno, centrato una “convergenza comune sui temi principali su cui si può lavorare” insieme.

Clima, questione aperta

“Resta una questione sospesa”, ammette il premier italiano a margine dei lavori, mentre da tutte le delegazioni rimbalza lo stesso ritornello: “Per ora niente intesa”, fa sapere Theresa May, mentre l’Eliseo rinvia al mittente qualsiasi ipotesi di accordo al ribasso che indebolisca l’intesa di Parigi. Anche Angela Merkel, nonostante il botta e risposta scambiato oggi con l’inquilino della Casa Bianca sul surplus tedesco, prova a convincere gli Usa a rispettare le conclusioni della Cop21. Senza successo.

Manchester, Therea May torna a casa prima

Il primo ministro britannico, che ha lasciato stasera Taormina in anticipo per tornare all’emergenza di Manchester, rientra in patria con l’attestato di solidarietà e vicinanza di tutto il vertice. Che non solo compatto condanna ogni forma di terrore, ma mette nero su bianco una dichiarazione – affidata simbolicamente nelle mani della May al momento della firma – per la lotta al terrorismo. Nel testo i leader si impegnano ad alzare il livello della battaglia comune: in particolare sul web, dove ‘corre’ l’estremismo, ma anche nella lotta ai foreign fighters, nella condivisione di dati e informazioni e nel taglio dei fondi e delle risorse, “linfa vitale” anche per chi cerca di radicalizzare i giovani che “minacciano i nostri interessi nazionali”, scrivono i Grandi.



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