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Da Foresta scura a bosco modello

La capriata della chiesa del convento è stata realizzata con il legno della foresta del monastero. Keystone

Da più di mille anni, il convento di Einsiedeln vive in armonia con il bosco, curandolo nel rispetto delle regole benedettine. Nel 2011, la sua gestione oculata e sostenibile è stata premiata con il riconoscimento Binding per il bosco, il più importante premio in campo ambientale in Svizzera.

È il profumo del legno e della resina a salutarti. Ti avvolge e ti accompagna lungo il labirinto fatto di alte cataste di assi ordinate, tronchi ammucchiati, macchine da lavoro a riposo. Lo segui come un filo di Arianna e alla fine sbatti contro il rumore straziante di una macchina che afferra e squarta tronchi, sputando infine assi.

Siamo nella segheria del convento di Einsiedeln. Per una volta non è la fragranza dell’incenso, il suono dell’organo, i pomposi stucchi e affreschi della chiesa barocca, la biblioteca del convento ad attirare l’attenzione sull’abbazia benedettina nel canton Svitto. È il suo bosco. È stato insignito del premio Binding, uno dei più importanti riconoscimenti in campo ambientale in Europa.

«Il premio ci gratifica e conferma la bontà della nostra attività forestale», afferma Daniel Mayer, da 26 anni guardia forestale responsabile del bosco del convento, con cui ha quasi un rapporto paterno. «Come un figlio, lo accompagno mentre cresce, rispettandolo e gestendolo in maniera sostenibile. Tento di guardare al suo futuro, preparandolo affinché lo possa affrontare senza problemi».

Da più di mille anni, il convento di Einsiedeln è profondamente legato al bosco. Il luogo in cui sorge oggi il monastero portava il nome di Foresta scura, foresta particolarmente fitta e pericolosa, caratteristica che costò la vita al primo benedettino eremita, san Meinrado, ucciso da due briganti. «Oggi il bosco non è più un posto tetro. Nei secoli è stato gestito con cura e riguardo, seguendo le regole benedettine. Abbiamo così fornito il nostro contributo alla salvaguardia del creato», afferma padre Lorenz Moser, economo del monastero. E sono stati proprio il rispetto, la lungimiranza e la gestione responsabile del bosco a convincere la giuria del premio Binding.

Dalla stufa in maiolica al teleriscaldamento

La proprietà boschiva dei monaci è sparsa a macchia di leopardo nei cantoni Svitto, Zurigo, Turgovia e nella regione austriaca del Voralberg. Con una superficie di circa 1000 ettari è il più grande bosco privato in Svizzera. Cresce dai 460 metri al limite del bosco ed è formato da aghifoglie e latifoglie. «Molto diffuse sono le betulle. Un tempo i monaci riscaldavano le loro celle con delle stufe a legna e sapevano che i ceppi di betulla avevano una resa calorica ben superiore a quella della legna di larice o abete», spiega padre Lorenz Moser.

Anche oggi, il convento viene riscaldato a legna, ma non più con pigne in maiolica, ma con un teleriscaldamento a trucioli. «Vent’anni fa il convento ha deciso di puntare sulle energie rinnovabili. Prima si bruciavano 750’000 litri di gasolio per riscaldare l’intero complesso del monastero. Dal 1991 si consumano 5’300 metri cubi di trucioli, con un bilancio pari a zero dal punto di vista delle emissioni di CO2», illustra Mayer. Il progetto pionieristico è costato 16 milioni di franchi, somma ricavata dalla vendita della scuola agraria di Pfäffikon.

Oltre all’impianto di riscaldamento, sono stati costruiti una segheria e una struttura per l’essicazione di assi e travi. «Lavoriamo circa 6000 metri cubi di legno all’anno, il corrispettivo della crescita del bosco in 365 giorni. Due terzi servono quale materiale da costruzione, un terzo finisce nel magazzino dei trucioli», spiega il forestale.

Verso l’autarchia energetica

Dopo due decenni, questo progetto avanguardistico ha tuttavia fatto il suo tempo. Il monastero sta ora studiando la possibilità di diventare completamente indipendente dal punto di vista energetico, sfruttando ulteriormente le energie rinnovabili. «L’obiettivo è di raggiungere l’autarchia in dieci anni», afferma padre Moser.

«L’intento è di ridurre il consumo energetico del 25%, ottimizzandolo mediante varie misure, per esempio con la riduzione delle perdite e l’utilizzo di trucioli asciutti. Vogliamo inoltre sfruttare il calore del sottosuolo con delle pompe di calore e del sole con un impianto fotovoltaico», spiega Daniel Mayer, aggiungendo che i costi del progetto sono stimati a circa 5-6 milioni di franchi.

I 200’000 franchi di cui è dotato il premio Binding verranno così investiti in parte nello studio di fattibilità per l’ottimizzazione energetica del monastero. Un’altra parte verrà invece destinata alla creazione di habitat per l’urogallo, la cui presenza nelle foreste svizzere si sta facendo sempre più rara. «È un progetto che il canton Svitto ha iniziato già anni fa con la creazione e il mantenimento di strutture boschive ideali per il gallo cedrone. Ora vogliamo continuarlo, concentrandoci però sullo studio genetico di questo tetraonide», conclude Mayer.

Da Foresta scura, il bosco attorno al convento di Einsiedeln si è trasformato nel corso dell’ultimo millennio in un luogo di protezione, produzione e svago, in cui si possono incontrare animali selvatici, turisti e, a volte, anche i monaci benedettini. «Non abbiamo molto tempo per goderci il nostro bosco, tuttavia qualcuno si ritaglia sempre un momento per percorrere i suoi sentieri», conclude padre Moser.

Il premio Binding per il bosco viene conferito ogni anno dal 1987 a proprietari svizzeri di aree forestali che dimostrano un impegno esemplare nella cura e la manutenzione della propria foresta.

Il premio ammonta a 200’000 franchi: 50’000 sono a libera disposizione dei premiati, 150’000 sono da destinare ad attività legate alla realizzazione di progetti. Il premio Binding per il bosco è uno dei riconoscimenti più importanti in Europa in ambito ambientale.

La consegna ufficiale del premio si terrà il 12 maggio 2011 a Berna.

Il vincitore viene deciso dal consiglio di fondazione, scegliendolo tra le proposte pervenute alla giuria dalle maggiori istituzioni attive nel settore forestale, come gli uffici forestali cantonali, i centri di formazione, le associazioni ambientaliste.

La fondazione Binding è stata creata nel 1963 e ha seda a Basilea. Sostiene progetti in campo ambientale, sociale, educativo e culturale in Svizzera. La somma elargita annualmente si aggira tra i tre e i quattro milioni di franchi.

Il convento di Einsiedeln possiede 1058 ettari di bosco ed è il maggiore proprietario privato in Svizzera. 933 ettari si trovano nel canton Svitto, altri ettari si trovano nei cantoni Zurigo e Turgovia, 20 ettari nella regione austriaca del Voralberg.

L’azienda forestale del convento occupa una guardia forestale, un responsabile della formazione degli apprendisti, tre boscaioli, due macchinisti. Nella segheria lavorano altre due persone e un apprendista.

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