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Da 30 anni nello spazio

I razzi Ariane, qui il 33 lanciato il 12 febbraio 2005, sono uno dei fiori all'occhiello dell'ESA Keystone

In 30 anni di vita, l'Agenzia spaziale europea (European Space Agency - ESA) è passata dal lancio di satelliti geostazionari alla ricerca della vita su Marte.

La Svizzera è uno dei membri fondatori dell’ESA, nata il 31 maggio 1975 per dare una spinta alla ricerca spaziale europea.

L’ESA, di casa a Parigi, ha messo in orbita il primo satellite nel 1975. Da allora sono passati trent’anni, ma la missione dell’ESA è rimasta la stessa: sviluppare e coordinare i programmi spaziali europei.

La Svizzera è uno dei 16 paesi membri dell’ESA e contribuisce con 130 milioni di franchi al budget annuale dell’agenzia, che supera i 4 miliardi di franchi.

Molte aziende e molti scienziati elvetici hanno partecipato attivamente alla realizzazione di programmi dell’ESA, come quello con al centro la sonda Huygens, che da qualche mese invia fotografie di Titano, la luna più grande di Saturno.

I tre decenni dell’agenzia sono stati costellati da successi e fallimenti. La prima pietra miliare è stato il lancio del razzo Ariane nel 1979. Per contro, il fallimento della missione su Marte ha segnato un momento difficile per l’ESA. La sonda Beagle 2 è svanita senza lasciare tracce nel dicembre del 2003, poco dopo l’atterraggio sul pianeta rosso.

Una storia di successo?

Per Markus Bertschi, direttore dell’Ufficio spaziale svizzero (SSO), le esperienze positive superano di gran lunga quelle negative nei 30 anni di vita dell’ESA. «Dobbiamo capire che oggi, innumerevoli cose indispensabili alla vita quotidiana dipendono da sistemi spaziali. Senza i satelliti, il lavoro dei meteorologi o le telecomunicazioni sarebbero impensabili».

Sempre secondo Bertschi, la Svizzera sarebbe riuscita a conquistare una buona reputazione all’interno dell’ESA grazie al valore dei suoi ricercatori. «La presenza scientifica elvetica è di gran lunga più importante del contributo economico all’agenzia. Siamo uno dei paesi membri più piccoli, ma abbiamo un ruolo importante».

Sfida svizzera

Bertschi è stato nominato a capo dell’SSO solo due mesi fa. Prima di assumere questa carica è stato responsabile della pianificazione strategica presso l’ufficio del direttore generale dell’ESA, Jean-Jacques Dordain.

Il direttore dell’SSO non nasconde la preoccupazione che la Svizzera possa perdere importanza nel campo della ricerca spaziale visto che l’ESA e l’Unione europea – di cui la Confederazione non è membro – continuano ad avvicinarsi sempre più.

In Svizzera, 800 persone sono attive nell’industria spaziale. Ma il loro numero aumenta a più di 3000 se si prendono in considerazione le ditte che lavorano in subappalto.

In passato, l’SSO ha più volte chiesto al governo di incrementare i contributi alla ricerca spaziale europea. Bertschi respinge l’opinione di chi ritiene che questo tipo di ricerca, che comprende progetti come la base spaziale internazionale, sia uno sperpero di denaro.

«Sa chi spende di più al mondo per la ricerca spaziale? Non è l’ESA e nemmeno la NASA. Sono le Forze aeree statunitensi», sottolinea Bertschi. «Credo che questo sia un chiaro indizio dell’importanza dello spazio per la sicurezza nazionale».

Sguardo al futuro

Mentre l’ESA festeggia i suoi trent’anni, Bertschi ritiene che innumerevoli altre sfide attendano i ricercatori europei. «L’aumento dei sistemi spaziali sviluppati per la difesa e la sicurezza è una tendenza che sarà difficile contrastare, soprattutto ora che la Cina sta emergendo come potenza mondiale».

«Ma il futuro delle missioni che coinvolgono degli astronauti è decisamente aperto, in particolare per quanto riguarda il ritorno degli esseri umani sulla luna o il raggiungimento di altri pianeti».

Inoltre, il fallimento della missione Beagle 2 non significa che l’ESA abbia abbandonato il proposito della ricerca di vita su altri pianeti. Il mese scorso l’agenzia ha confermato la sua intenzione di riprovare a raggiungere Marte. Se il progetto rispetterà i tempi stabiliti, un robot dovrebbe lasciare la terra nel giugno del 2011 e arrivare sul pianeta rosso due anni più tardi.

swissinfo, Ramsey Zarifeh
(traduzione, Doris Lucini)

La prima conferenza ministeriale europea sullo spazio si è tenuta in Svizzera nel 1960.
L’Agenzia spaziale europea (ESA) è stata fondata il 31 maggio 1975.
Obiettivo: progettare e implementare il programma spaziale europeo.
16 membri: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e Svizzera.
L’ESA impiega all’incirca 1’900 persone.

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