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RUAG, fabbricante svizzero di armi nel mirino degli hacker

Anche informazioni riguardanti i membri dell'unità speciale dell'esercito svizzero per operazioni sensibili all'estero DRE 10 potrebbero essere finiti nelle mani dei pirati informatici che hanno preso di mira il gruppo aerospaziale RUAG. Keystone

I dati personali di circa 30mila dipendenti della Confederazione e di parlamentari elvetici potrebbero essere stati rubati nell'ambito di un massiccio attacco di pirateria informatica subito dal gruppo RUAG dal 2014 al 2016. Ritratto di un'azienda con legami molto stretti con la Confederazione e l'esercito svizzero.

Tramutata in una società di diritto privato nel 1998, la svizzera RUAG, specializzata nel campo degli armamenti, è stata trasformata negli ultimi dieci anni in un vero e proprio gruppo tecnologico internazionale. Impiega circa 8’000 persone in 9 paesi e genera oltre il 55% del fatturato (1,75 miliardi di franchi nel 2015) in attività civili.

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Si allargano contorni cyber attacco contro Confederazione

Questo contenuto è stato pubblicato al  Secondo la NZZ am Sonntag, che cita fonti bene informate del Dipartimento federale della difesa, i pirati informatici si sarebbero inoltre impossessati di informazioni relative al distaccamento di ricognizione dell’esercito (DRE 10), la truppa professionista utilizzata per operazioni a rischio all’estero. La portata esatta dell’operazione di spionaggio non è comunque ancora chiarita. Le investigazioni sono…

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Dal 2008, la RUAG ha notevolmente aumentato gli effettivi, con lo sviluppo della sua divisione aerospaziale attraverso l’acquisizione della società Space dal gruppo svedese Saab, dapprima, e poi dell’Austrian Aerospace e dell’Oerlikon Space. Alla divisione RUAG Space è in particolare affidata la produzione delle carenature dei razzi vettori europei Ariane e Vega.

Il gruppo ha altre quattro divisioni specializzate nei campi dell’aviazione civile e militare, della fabbricazione di munizioni di piccolo calibro, dello sviluppo di tecnologie metallurgiche e della manutenzione dei sistemi di difesa.

Nonostante la privatizzazione formale, la RUAG mantiene stretti legami con la Confederazione, che è al contempo il suo unico azionista e il suo cliente principale. Nel 2015, la RUAG ha conseguito quasi il 32% del fatturato grazie al Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). Il gruppo tra l’altro il mandato di fornire l’equipaggiamento e la manutenzione dei sistemi tecnici dell’esercito svizzero.

Come altre ex regie federali, quali Swisscom e La Posta, pure privatizzate negli anni 1990, la RUAG continua a pagare allo Stato dividendi redditizi per le finanze federali. Questa manna è ammontata a 47 milioni di franchi nel 2016, in netta crescita rispetto all’anno precedente (21 milioni).

Gli stretti legami tra la RUAG e il DDPS riguardano anche i sistemi informatici. Secondo i giornali domenicali svizzeri, il gruppo di armamento memorizzati i dati personali di circa 30mila dipendenti della Confederazione, nonché di parlamentari federali. Dati che potrebbero essere stati rubati durante l’attacco informatico, dietro il quale si sospetta che ci sia la Russia, subito dal gruppo RUAG tra il 2014 e il 2016.

Cosa ancora più grave, tra questi dati, secondo la NZZ am Sonntag, ci sarebbero quelli relativi ai membri delle forze speciali dell’esercito, l’unità DRE 10, che svolge missioni pericolose all’estero.

La portata dello spionaggio non è ancora chiara, ma si teme che nelle mani dei pirati informatici possano essere finiti anche dati ancora più sensibili, come progetti di armamento, di strategia militare, di logistica o di progresso tecnologico.

Sul piano politico, le operazioni rischiose della RUAG all’estero sono regolarmente criticate dalle cerchie antimilitariste e dai parlamentari di sinistra. Nel 2009, durante la campagna in vista della votazione sull’iniziativa popolare “Per un divieto di esportazione di materiale bellico”, l’allora deputato verde Josef Lang aveva anche denunciato il fatto che una società che si trova nelle mani il popolo svizzero [poiché di proprietà della Confederazione] partecipasse in modo occulto al finanziamento della propaganda degli oppositori dell’iniziativa.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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