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La talentuosa vita della signora Highsmith in una Svizzera per pochi

Patricia Highsmith nella sua casa a Tegna
Patricia Highsmith nella sua casa a Tegna nel 1988. © Rene Burri/magnum Photos

Patricia Highsmith, autrice di thriller psicologici diventati dei classici come "Sconosciuti in treno" e "Il talento di mister Ripley", martedì avrebbe compiuto 100 anni. Ha trascorso gli ultimi 14 anni della sua vita nella Svizzera meridionale, da sola ma non sola.

“Era, è, una terra di montagne che bloccano il sole, una terra di affioramenti di granito, di alberi che si aggrappano ai pendii inclinati ma che crescono comunque dritti verso l’alto…”. In A Long Walk From Hell, pubblicato originariamente in francese nel 1988, Patricia Highsmith ha dipinto un quadro vivido del Canton Ticino, la sua terra d’adozione dal 1981.

Il breve racconto di un contadino, scomunicato dal parroco del paese per una disputa su una proprietà, è stato probabilmente scritto nel suo fienile riattato ad Aurigeno, un villaggio della Vallemaggia. Questa è stata la prima casa della Highsmith in Ticino. Successivamente si è trasferita a Tegna, non lontana da Locarno e vicino al lago Maggiore, dove ha progettato la sua casa con l’aiuto di un architetto zurighese.

In questo documentario del 1982 della Radiotelevisione svizzera, Patricia Highsmith spiega, tra l’altro, perché si è trasferita in Ticino.

Mary Patricia Plangman nasce a Fort Worth nel Texas il 19 gennaio 1921. I suoi genitori divorziano dieci giorni prima della sua nascita. La scrittrice ha sostenuto in seguito che sua madre le ha detto di aver bevuto trementina mentre era incinta nel tentativo di abortire. Nel 1927 lei, sua madre e il patrigno Stanley Highsmith si trasferiscono a New York. Qui Patricia studia, poi trova lavoro come redattrice di testi per fumetti.

È difficile dire fino a che punto la sua educazione abbia influenzato la sua scrittura, ma le sue trame spesso ruotano attorno a intrighi psicologici, identità, esclusione e omicidio.

Patricia Highsmith è nata a Fort Worth, Texas, il 19 gennaio 1921.

Ha viaggiato molto, soprattutto in Europa, prendendo la residenza in Inghilterra nel 1964. Si è trasferita in Francia nel 1967 e infine in Svizzera (Ticino) nel 1981.

Highsmith ha scritto 22 romanzi, più molti racconti brevi, saggi e articoli di giornale. Deve gran parte della sua fama ai cinque romanzi su Tom Ripley.

Le sue opere hanno ispirato diversi film, di registi come Alfred Hitchcock, Claude Chabrol, Wim Wenders e Anthony Minghella.

Highsmith si è occupata soprattutto della psicologia dei suoi personaggi e del modo in cui i rapporti umani degenerano in violenza.

Il suo romanzo del 1952 ‘Carol’ (originariamente pubblicato con lo pseudonimo di Claire Morgan) tratta di una relazione lesbica, il cui lieto fine è stato considerato senza precedenti nella letteratura lesbica. Un adattamento cinematografico, Carol di Todd Haynes, è uscito nel 2015. La stessa Highsmith era lesbica.

È morta all’ospedale di Locarno (non lontano dalla sua abitazione di Tegna) il 4 febbraio 1995 all’età di 74 anni. È stata cremata al cimitero di Bellinzona e una funzione commemorativa si è tenuta nella chiesa di Tegna, dove sono state sepolte le sue ceneri. Non ha avuto figli.

Ha lasciato il suo denaro in eredità a Yaddo, la comunità di artisti di New York dove aveva studiato, e le sue carte all’Archivio svizzero di letteratura di Berna.

Il suo primo romanzo, Sconosciuti in treno, pubblicato nel 1950, riscuote un modesto successo. Alfred Hitchcock, attratto dalla semplice idea di due sconosciuti che si scambiano gli omicidi in modo che ognuno appaia privo di motivazione, lo adatta per il grande schermo l’anno successivo. Highsmith è generalmente soddisfatta del risultato, che aumenta non solo la sua reputazione, ma anche il suo saldo in banca.

“All’inizio degli anni ’50 Patricia Highsmith arrivò a Basilea con la sua ragazza. Il film tratto da Sconosciuti in treno era appena uscito, quindi aveva una certa disponibilità finanziaria”, ha raccontato il poeta e scrittore irlandese Padraig Rooney a SWI swissinfo.ch nel 2016 durante un tour letterario a Basilea.

Il Natale del 1951 la Highsmith lo trascorre al Grand Hotel Les Trois Rois di Basilea. “Cenano a base d’oca nella sala da pranzo. Nei suoi diari, che ora si trovano nell’Archivio svizzero di letteratura di Berna, descrive la vista dalla sua finestra e il Reno che scorre veloce. E poi racconta della sua passeggiata sulla collina fino alla cattedrale. I suoi diari sono molto affascinanti”.

Il patrimonio letterario di Patricia Highsmith è stato acquisito dall’Archivio svizzero di letteratura (ASL) nell’agosto 1996.

La maggior parte della collezione è stata trasferita all’Archivio nel novembre 1996. Altri oggetti che erano stati conservati presso la casa editrice Diogenes Verlag di Zurigo sono stati trasferiti all’Archivo nel marzo 1998.

Da allora la collezione è cresciuta grazie a diverse donazioni e all’acquisto di oggetti.

Attualmente comprende manoscritti dattiloscritti di vari romanzi e racconti e saggi in parte inediti; circa 39 quaderni letterari tra cui un’ampia collezione di schizzi e acquerelli dell’autrice; corrispondenza con la famiglia e gli editori; cimeli come diari, album fotografici, documenti, alberi genealogici, oggetti di uso domestico (macchina da scrivere, fotografie, ecc.); raccolte tra cui edizioni delle sue opere, album di ritagli di giornale contenenti articoli sull’autrice, materiale audiovisivo, la sua biblioteca personale.

(Fonte: Archivio svizzero di letteratura)

In questo file audio in inglese del 1998, Radio Svizzera Internazionale, ora swissinfo.ch, visita l’Archivio svizzero di letteratura, dove dopo la sua morte, avvenuta nel 1995, è stato creato un archivio di opere e carte di Highsmith, composto da circa 120 scatole. Una delle sue vecchie amiche spiega anche com’era conoscerla di persona.

Mentre Patricia Highsmith amava i gatti, era meno interessata alle persone. Hugh Thomson, regista del documentario della BBC Highsmith: Her Secret Life (Highsmith: la sua vita segreta), nel 2004 ha scritto di aver “raramente realizzato un film in cui i collaboratori avessero una visione così polarizzata del loro soggetto”. Per esempio, Otto Penzler, uno degli ultimi editori americani di Highsmith, l’ha dichiarata “una delle donne più odiose che abbia mai incontrato, un’alcolizzata misantropa e razzista”.

Highsmith vicina a una fontana.
Highsmith nel suo giardino ad Aurigeno nel 1985. Keystone / Horst Tappe

“Molti dei suoi amici – ha scritto Thomson – concordano sul fatto che se non fosse stata in grado di scrivere, avrebbe senza dubbio commesso un omicidio o un suicidio”.

In Ticino aveva certamente il tempo, lo spazio e la libertà di scrivere – cosa che non era il caso, aveva notato, per la maggior parte delle donne locali.

“Nelle piccole città di questa zona, non è cosa normale per le donne incontrarsi nei bar o nei caffè dopo le 21: le donne presumibilmente hanno sempre qualcosa da fare a quell’ora, e soprattutto a casa”, ha scritto in un saggio del 1989, Of Time and the Country Life, citato da Padraig Rooney nel suo libro The Gilded Chalet: Off-piste in Literary Switzerland.

“In breve, la donna sposata con figli nella campagna [ticinese] è al servizio del marito e di tutti i figli, forse anche degli anziani suoceri, 24 ore su 24. È autista, cuoca, shopper, donna delle pulizie, sarta, hostess, infermiera”.

La stessa Highsmith è stata finanziariamente indipendente per la maggior parte della sua vita adulta. In effetti, sono stati i disaccordi con le autorità fiscali francesi a spingerla a trasferirsi in Svizzera.

Ma anche se era certamente riservata, non era una reclusa – voleva semplicemente la pace e la tranquillità per poter scrivere. Spesso andava a Zurigo per fare letture di libri e riceveva ospiti in Ticino.

Highsmith in un ristorante di Locarno
Vita sociale in un ristorante a Locarno 1988. Keystone / Str

In Of Time and the Country Life ha fatto il punto sulla vita nella Svizzera meridionale. “Da qualche anno vivo in Ticino, una regione forse meno formale di Zurigo o di Berna, ma i marciapiedi e le grondaie di Locarno non sono ancora disseminati di bicchieri di carta, bottiglie rotte e pacchetti di sigarette vuoti…”.

“La Svizzera è una specie di club”, ha concluso Patricia Highsmith. “Forse non tutti vorrebbero farne parte, ma per chi ama l’ordine e la vita tranquilla, la Svizzera è il posto giusto”.


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