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Versare una tredicesima a chi è in pensione? Troppo caro

anziano attraversa una strada
Il Consiglio nazionale non ne vuole sapere di aumentare le pensioni. © Keystone / Christian Beutler

La Camera bassa del Parlamento svizzero ha bocciato mercoledì l'iniziativa popolare che chiede l'introduzione di una tredicesima mensilità dell'Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS).

Versare una rendita di vecchiaia supplementare non è ragionevole, prima di tutto perché sarebbe troppo caro. Il Consiglio nazionale ha così bocciato, per 123 voti a 67, il progetto, che dovrà ora passare al vaglio della seconda Camera e in seguito sarà verosimilmente sottoposto a votazione popolare.

L’iniziativa lanciata dall’Unione sindacale svizzera, la cui denominazione ufficiale è “Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità AVS)”, chiede che tutti i beneficiari di una rendita di vecchiaia abbiano diritto a un supplemento annuo pari a un dodicesimo di essa. Tale “extra” non dovrà comportare la riduzione delle prestazioni sociali complementari né la perdita del diritto alle medesime.

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Secondo il Governo e la maggioranza del plenum però, alla quale ha provato senza successo a opporsi il campo rosso-verde, il testo aggraverebbe i problemi di finanziamento a lungo termine dell’AVS, le cui prospettive future sono già ora incerte. Inoltre, sarebbe un modo inappropriato di sostenere i pensionati e le pensionate nel bisogno.

“Anche se la rivendicazione dell’iniziativa appare allettante, la sua attuazione sarebbe problematica: la situazione economica tesa non permette queste spese miliardarie”, ha detto la relatrice della commissione Céline Amaudruz (Unione democratica di centro, destra). “I costi sarebbero 16 volte più alti della costruzione della galleria del San Gottardo”, ha aggiunto l’altro portavoce Andri Silberschmidt (Partito liberale radicale, destra).

Sinistra indignata

Una linea approvata da tutti gli schieramenti, fatta eccezione per la sinistra, stando alla quale l’iniziativa contribuisce in modo significativo a combattere la povertà in età avanzata e ad assicurare un adeguato standard di vita durante la vecchiaia. “In migliaia non sanno come fare per riempire il frigorifero”, si è indignato il socialista Pierre-Yves Maillard.

“È una vera vergogna”, ha rincarato Denis de la Reussille (Verdi), ricordando come sia scritto nella Costituzione che le rendite devono coprire il minimo vitale appropriato. Appelli caduti nel vuoto visto che, al termine di una lunga discussione (oltre 50 oratori) protrattasi per diverse ore, il Nazionale ha chiaramente raccomandato a popolo e cantoni la bocciatura del testo. In sede di commissione preparatoria era anche stata scartata una proposta di controprogetto, con cui il supplemento sarebbe finito solo ai redditi più bassi.

Tre pilastri

In Svizzera la rendita massima dell’AVS per una persona sola è di 2’450 franchi al mese (a partire dal primo gennaio 2023), mentre la minima è di 1’225 franchi.

Una coppia sposata percepisce invece fino a 3’675 franchi al mese.

All’AVS si aggiungono poi le rendite percepite grazie al secondo pilastro (previdenza professionale obbligatoria) e al terzo pilastro (previdenza privata facoltativa). Queste ultime due fonti d’entrata variano però fortemente da una persona all’altra, a seconda della sua carriera lavorativa.

Regalo avvelenato

Il fronte del no si è mostrato compatto. C’è chi ha fatto notare che l’attuale combinazione tra AVS e prestazioni complementari garantisce già il sostentamento economico degli anziani. “Abbiamo un sistema che risponde ai bisogni”, ha riassunto la liberale radicale Regine Sauter.

Altri hanno criticato una soluzione che, pur con l’intento primario di aiutare i meno abbienti, finirebbe per rimpolpare le tasche anche dei ricchi. “Sarebbe assurdo versare una 13esima AVS ai privilegiati”, ha dichiarato ad esempio Melanie Mettler (Partito verde liberale, centro). “Si tratta di uno specchietto per le allodole, un regalo ben incartato ma avvelenato”, ha affermato lasciandosi ispirare dalle imminenti festività Pierre-André Page (Unione democratica di centro). Per molti, tra cui Anna Giacometti (Partito liberale radicale), verrebbe inoltre a crearsi una disparità di trattamento all’interno del primo pilastro: i beneficiari di una rendita d’invalidità o per superstiti sarebbero infatti penalizzati rispetto ai pensionati, ha spiegato la grigionese.

Nessun margine di manovra

Come detto, i contrari hanno martellato anche sui costi in caso di attuazione dell’iniziativa che, stando alle stime, ammonterebbero a circa 5 miliardi di franchi nel 2032. “Non è una mossa auspicabile in tempi di crisi”, ha messo in evidenza Benjamin Roduit (Alleanza del Centro).

“Comprendiamo le motivazioni degli autori, ma non c’è margine di manovra a livello finanziario”, ha confermato il consigliere federale Alain Berset, che ne ha approfittato per rammentare le altre riforme della previdenza per la vecchiaia su cui ha puntato e sta puntando il governo.

Molti parlamentari di sinistra hanno rimproverato ai colleghi e alle colleghe che, in realtà, questa attenzione per le finanze nasconde mere scelte di agenda politica. Tradotto: quando fa comodo i soldi si trovano sempre.

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