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Nuova offensiva di Berna sui vaccini contro Omicron

Avanti con le terze dosi in Svizzera.
Avanti con le terze dosi in Svizzera. Keystone / Peter Klaunzer

Anche se la variante Omicron appare meno virulenta, la sua elevata trasmissibilità potrebbe portare a un aumento delle ospedalizzazioni, secondo quanto ha dichiarato venerdì il consigliere federale Alain Berset nella conferenza stampa svoltasi a Berna con la vicedirettrice della Conferenza dei direttori cantonali della sanità Rebecca Ruiz.

La Svizzera, ha precisato il ministro della sanità, si trova nel mezzo di una nuova ondata pandemica e le prossime settimane saranno difficili. Per questo motivo i responsabili cantonali della sanità concordano sulla necessità di mantenere le misure di protezione in vigore per prevenire lo spettro di nuove chiusure.

Tra le difficoltà che potrebbero sorgere, evocate da Rebecca Ruiz, figura anche l’assenza di personale contagiato, anche se i cantoni, ha rassicurato la consigliera di stato (assessora) vodese, si stanno attrezzando per poter reagire in caso di bisogno aumentando il numero di letti a disposizione per i malati di Covid.

Campagna per i booster

Intanto, da metà gennaio la Confederazione lancerà un’altra campagna per spingere gli indecisi già vaccinati a sottoporsi a un richiamo, che protegge al meglio contro complicazioni. In proposito Rebecca Ruiz constata una flessione di coloro che si fanno iniettare la terza dose – oggi il 68% della popolazione è completamente vaccinata e solo il 32% ha fatto il richiamo -, forse nell’attesa che sia pronto un vaccino ad hoc contro la nuova variante ma questo preparato, ha avvertito, potrebbe essere disponibile solo fra diversi mesi.

Da parte sua Alain Berset ha rassicurato che, a seconda dell’evoluzione della situazione, la Confederazione è pronta a intervenire con ulteriori provvedimenti restrittivi. Le misure adottate finora hanno dato frutti positivi, ha aggiunto, e rispetto a un anno fa non abbiamo dovuto ordinare chiusure grazie anche al vaccino e al certificato.

Omicron e immunizzati

Il capo del Dipartimento dell’interno ha inoltre ribadito quanto affermato mercoledì, ossia che la variante Omicron potrebbe segnare una svolta, lo spartiacque tra la situazione pandemica a una epidemica, e ciò grazie all’alto tasso di persone immunizzate (oltre il 90%) perché vaccinate o guarite dal virus.

Se la situazione dovesse evolvere nella direzione da noi auspicata, allora la situazione cambierebbe completamente, ha spiegato il ministro della sanità. In ogni caso, ha ribadito Berset, bisogna rimanere prudenti attraverso la riduzione dei contatti in situazioni ad alto rischio, l’isolamento in caso di sintomi e le restrizioni sugli eventi.

Per quanto riguarda la consultazione in corso, Rebecca Ruiz ha preferito non sbilanciarsi finché i cantoni non si saranno espressi lunedì sulle nuove misure del governo.

Le misure sul tavolo

Il 12 gennaio, il Consiglio federale ha deciso di ridurre la quarantena a cinque giorni e la validità del certificato Covid a 9 mesi (da 12). Allo scopo di evitare il più possibile il sovraccarico delle strutture ospedaliere, il Consiglio federale ha proposto inoltre di prorogare fino a fine marzo le misure adottate a metà dicembre.

Queste prevedono il regime “2G” (accessi garantiti solo a vaccinati e guariti) e l’obbligo della mascherina negli spazi chiusi, tranne che per consumare nei bar e ristoranti (ma solo stando seduti). Qualora non fosse possibile (per esempio per le corali o nelle discoteche) viene richiesto il cosiddetto “2G+”.

Il telelavoro rimarrebbe obbligatorio e le riunioni private con non vaccinati o guariti resterebbero limitate a 10 persone. L’esecutivo vuole anche ridurre da 365 e 270 giorni il periodo di validità di tutti i pass Covid allo scopo di garantirne la validità nei paesi UE.

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