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Sovvenzioni gonfiate, altre aziende di trasporto coinvolte

Un bus della compagnia TPF circola per le vie del centro di Friburgo.
Un bus della compagnia TPF circola per le vie del centro di Friburgo. Keystone / Jean-christophe Bott

Dopo lo scandalo AutoPostale sono stati scoperti altri casi di sovvenzioni irregolari finite a imprese di trasporto pubblico. Le ultime in ordine di tempo coinvolgono la Bus Ostschweiz AG, la Transports Publics Fribourgeois (TPF) e la funicolare St. Imier-Mont-Soleil.

L’ammontare dei versamenti eccedenti è stimato in 12 milioni di franchi, a cui sommati gli interessi che verranno richiesti dall’Ufficio federale dei trasporti che in una nota ha fatto sapere che le rispettive procedure di rimborso “sono già avviate o in fase di preparazione”.

Possibili risvolti penali a San Gallo

Il caso più spinoso riguarda la prima azienda che in base ai primi accertamenti potrebbe sfociare in un procedimento penale. Il sospetto è che i dirigenti della società sangallese abbiano autorizzato operazioni al preciso scopo di aggirare l’esplicito divieto di ammortamenti sotto lo zero, in vigore dal 2011.

In particolare il Servizio cantonale delle finanze aveva constatato che la Bus Ostschweiz AG aveva venduto a un’affiliata autobus totalmente ammortizzati che successivamente quest’ultima ha noleggiato, dal 2012 al 2019, alla prima a costi gonfiati e fuori mercato. Il danno è stimato a 5,5 milioni di franchi e Berna è intenzionata a sporgere denuncia penale, soprattutto se emergeranno che la compagnia di trasporto ha agito a questo modo “in modo sistematico”.

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Errori contabili anche a Friburgo e Berna

Da una segnalazione del Canton Friburgo l’Ufficio federale dei trasporti ha potuto verificare che la Transports Publics Fribourgeois (TPF) non ha contabilizzato le entrate da pubblicità e i ricavi da assicurazioni nei comparti beneficiari di indennità (traffico regionale viaggiatori, infrastruttura e traffico locale).

Questi errori di contabilizzazione sono all’origine di sovvenzioni pubbliche in eccesso per circa 6 milioni erogate nell’arco di dieci anni ma secondo i dirigenti dell’azienda il sistema di contabilizzazione è stato nel frattempo corretto e non si riscontrano violazioni di legge.

A rendere delicata questa vicenda è semmai il fatto che alla testa della TPF ci sia stato dal 2011 al 2020 l’attuale ceo delle Ferrovie federali svizzere (FFS) Vincent Ducrot che, attraverso una nota, ha fatto sapere di avere preso atto degli errori emersi, ma sottolinea di non essere minimamente coinvolto nelle indagini.

Anche a Berna i servizi cantonali hanno appurato irregolarità nei conti della funicolare St. Imier-Mont-Soleil e trovato indizi circa “sovvenzionamenti trasversali a carico di comparti beneficiari di indennità”. Secondo le prime stime l’importo interessato è inferiore a un milione di franchi e il caso viene trattato a livello cantonale.

Trecento milioni già restituiti

In precedenza, oltre al caso clamoroso scoppiato nel 2018 che ha coinvolto i bus della Posta, l’Ufficio federale dei trasporti e i cantoni hanno scoperto casi analoghi di sovvenzioni irregolari anche presso le ferrovie BLS, le FFS, l’azienda dei trasporti pubblici di Lucerna Verkehrsbetriebe Luzern (VBL), come pure presso un’impresa olandese attiva nel traffico merci su rotaia (Shuttlewiese).

La maggior parte degli importi, ossia quasi 300 milioni di franchi, è stata restituita a Confederazione e Cantoni. La VBL ha invece ricorso in sede legale contro l’intimazione di rimborso della somma richiesta.

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