La televisione svizzera per l’Italia

È morto Hugh Hefner, il fondatore di Playboy

Hugh Hefner, il fondatore della rivista Playboy, è morto mercoledì nella sua casa di Los Angeles. Aveva 91 anni e con il suo marchio aveva sfidato il puritanesimo americano e incarnato l’espressione più patinata della rivoluzione sessuale.

Contenuto esterno

A darne notizia è stata la casa editrice di Playboy, oggi un impero dell’intrattenimento, popolato dalle sorridenti e avvenenti “conigliette” nate dalla fantasia di Hefner, che hanno acceso quella di uomini di tutto il mondo e di diverse generazioni.

Il 91enne è spirato per cause naturali, circondato dai familiari, nella sua villa nei pressi di Beverly Hills conosciuta come Playboy Mansion.

Contenuto esterno

Dall’intuizione all’impero

Hugh Hefner fondò la rivista nel 1953. Aveva 27 anni quando, giovane marito e padre, rinunciò al suo lavoro presso una rivista di attività per bambini.

Lasciò il segno nella cultura e nel costume della seconda metà del Novecento. Il ruolo di ‘Playmate’ è stato impersonato anche da molte star Hollywood, e il marchio fu presto sfruttato per spettacoli, video e gadget.

Osteggiata da alcuni, celebrata da altri, Playboy fu una riuscita operazione di marketing alla quale si prestò in prima persona: Hefner sarà ricordato per il suo look in vestaglia di seta, con l’inseparabile pipa, mentre è circondato da modelle.

Netta, anche nei suoi confronti, la spaccatura tra ammiratori e detrattori: se per alcuni è un simbolo positivo della rivoluzione sessuale, per altri è stato uno sfruttatore dell’immagine femminile.

Un milione di copie in 5 anni

La prima edizione di Playboy pubblicava foto di una giovane Marilyn Monroe senza veli e prometteva “umorismo, sofisticatezza e pepe”. In un anno, la tiratura raggiunse quasi 200 mila copie e in cinque anni furono un milione. 

Su Playboy non mancarono pagine di approfondimento su temi di attualità e cultura. Celebri, ad esempio, le interviste a Fidel Castro (1967) e Marlon Brando (1979).

Negli anni Settanta, il magazine contava ormai sette milioni di lettori e alcuni emuli, tra i quali Penthouse e Hustler.

Nel 2015, ha smesso di pubblicare immagini di donne nude in risposta all’enorme diffusione di immagini erotiche e pornografiche in rete.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR