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Quando lo sport è un pericolo

persona in sella a una mountain bike su un sentiero di pietre
Il downhill è una delle attività che causa più incidenti. © Keystone / Gian Ehrenzeller

Da uno studio della SUVA emerge che tra i passatempi all’aperto, il downhill è uno dei più pericolosi

Secondo una ricerca effettuata dalla SUVA (l’istituto nazionale elvetico di assicurazione contro gli infortuni) è emerso che parapendio, gare con veicoli a motore e ciclismo sono i tre sport che provocano il maggior numero di infortuni gravi in Svizzera.

Tra le attività più a rischio c’è anche il downhill, che implica la discesa in mountain bike da terreni ripidi e sconnessi. Mountain bike che è sempre più amata: sul Flumserberg (San Gallo) sono arrivati 20’000 appassionati nel 2021. Numeri che non hanno fatto che aumentare dal 2016, quando è stata aperta la prima pista.

La maggior frequentazione, però, implica anche un maggior numero di incidenti e le statistiche lo dimostrano: “Negli ultimi 10 anni questo tipo di incidenti sono aumentati quasi del 70%. Fortunatamente quelli gravi sono pochi”, spiega la portavoce della SUVA Natascha Obermayr.

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I bikers sono consapevoli dei pericoli che corrono e cercano di proteggersi il più possibile: caschi, ginocchiere, parastinchi, guanti, protezioni per la schiena fanno parte della tenuta abituale di questi sportivi.

Obiettivo della SUVA, ora, è ridurre il numero di incidenti in mountain bike e per questo motivo ha elaborato una serie di consigli ad hoc che possono essere consultati su questa paginaCollegamento esterno.

Anche chi è responsabile dei percorsi di montagna cercano di fare la propria parte, rendendo i sentieri sempre più sicuri: “È importante anche il modo in cui viene costruito il percorso. Si possono ad esempio costruire dei salti con dei buchi in cui cadere senza farsi male nel caso il salto non riesca. Oppure costruirli in modo tale da riuscire a superarlo senza problemi. Siamo in contatto con l’Ufficio prevenzione infortuni e visitiamo con loro i nostri percorsi, in modo che la sicurezza sia garantita”, spiega Katja Wildhaber, membro di direzione degli impianti di risalita Flumserberg.

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