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Omicron, “la quiete prima della tempesta”

Il reparto di terapie intensive a Neuchâtel.
Strutture sanitarie sollecitate soprattutto con l'arrivo di Omicron. Keystone / Laurent Gillieron

Terza dose anticipata a quattro mesi, più militari a sostegno degli ospedali che restano sotto pressione e alta incidenza del virus in Svizzera.

Negli ultimi giorni i contagi sembrano essersi stabilizzati attorno alla soglia – relativamente elevata – di ottomila al giorno ma a breve si prospetta un forte incremento dei casi dovuti alla variante Omicron che, secondo Patrick Mathys dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), manterrà critica la situazione sulle strutture sanitarie, in particolare nei reparti di cure intense.  

Alla relativa calma, ha precisato l’esperto federale nel consueto incontro settimanale con i media della commissione consultiva federale, è destinata a seguire la tempesta.

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Alta incidenza della pandemia in Svizzera

La Confederazione registra una delle incidenze del virus maggiori in Europa, con differenze cantonali pronunciate – in particolare nelle regioni della Svizzera centrale e orientale. Come indica Le TempsCollegamento esterno siamo attualmente il terzo paese al mondo per nuovi casi settimanali in rapporto alla popolazione (media settimanale di 1’045 infezioni al giorno per un milione di abitanti), dietro a Danimarca (1’545) e Regno Unito (1’137)

Una situazione che è destinata a riverberarsi sulle strutture ospedaliere dove le terapie intensive sono occupate per un terzo da pazienti Covid (oltre 300 malati). E preoccupa soprattutto la variante Omicron (al momento dal 10-20% dei nuovi casi), capace di raddoppiare le infezioni ogni 1-4 giorni, secondo quanto ha specificato Mathys alla luce dell’esperienza danese e britannica.

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Richiamo a 4 mesi

Anche per queste ragioni Berna ha raccomandato oggi il richiamo dei vaccini anti-Covid dopo 4 mesi, invece dei 6 previsti inizialmente, come già anticipato dal Consiglio federale la settimana scorsa. Una decisione accolta con sorpresa dai cantoni che non erano preparati a questa accelerazione.

Studi e osservazioni mostrano infatti, ha spiegato Christoph Berger della Commissione federale per le vaccinazioni, che la protezione dalla variante Omicron del coronavirus diminuisce molto più velocemente tra i vaccinati e i guariti rispetto alla variante Delta, ma con la terza dose torna ad aumentare sensibilmente (75%-80%).

Militari in campo

Intanto il Dipartimento federale della difesa (Ddps) ha annunciato che altri 120 militari, parte del battaglione d’ospedale 2, entreranno in servizio tra il 26 e il 27 dicembre in appoggio ai servizi sanitari di vari cantoni.

Da inizio dicembre, sottolinea una nota, soldati elvetici appoggiano le infrastrutture sanitarie, in particolare nell’ambito della vaccinazione di richiamo (attualmente circa 90 soldati in ferma continuata e volontari sono impiegati nei Cantoni Giura, Vallese, Neuchâtel e Friburgo).

Su questa materia c’è infine da segnalare che la Commissione Ue ha adottato norme relative al green pass, stabilendo un periodo vincolante di 9 mesi (precisamente 270 giorni) dei certificati di vaccinazione per i viaggi nell’Ue.

Al certificato digitale europeo finora hanno aderito 60 paesi e territori nei cinque continenti, tra i quali 28 paesi non facenti parte all’Unione. La Svizzera è stata ammessa al sistema alcuni giorni dopo l’entrata in vigore il 1° luglio. 

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