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Il concerto che fa venire (volutamente) il sonno

Un concerto che comincia a mezzanotte, dura otto ore e durante il quale si può, anzi si dovrebbe, dormire. Sabato, alla Halle 622 di Zurigo, è stata eseguita per la prima volta in Svizzera l’opera del britannico Max Richter intitolata ‘Sleep’, sonno.

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“L’opera ci invita alla pausa”, spiega il compositoreCollegamento esterno tedesco di nascita, che ha impiegato due anni per scrivere la partitura la cui esecuzione dura otto ore. “Nel nostro mondo siamo sempre estremamente occupati, sempre attivi. SleepCollegamento esterno è un invito a non esserlo, a fermarci”.

“Il pubblico vive la musica anche nel sonno”

Una platea in pigiama

Il pubblico in sala ascolta il concerto a letto, dormendo. Questo non significa che non ascolti, sottolinea Richter, che ha studiato a fondo il processo del sonno.

“Il sonno è un’altra modalità dell’esistenza. Il pubblico vive la musica anche nel sonno, sente i suoni nella sala, ma lo fa in un altro stato di coscienza.”

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– DiscografiaCollegamento esterno di Max Richter
– CanaleCollegamento esterno youtube-VEVO di Max Richter

‘Sleep’ è quindi l’unico concerto dove una platea addormentata non è un cattivo segno, anzi: è pensato per favorire il sonno.

“Lo spettro di questa composizione è molto insolito per un pezzo musicale, non contiene alte frequenze per circa sette ore, solo verso la fine si fa più vivace.”

“Una notte particolare”

A circa mezz’ora dalla fine dell’esecuzione i primi spettatori si risvegliano. “Una notte particolare”, dice una spettatrice. “Si dorme accanto a degli sconosciuti ma mi sento una privilegiata per aver potuto ascoltare dei musicisti che suonavano per me.”

Sono le otto di mattina passate: Richter e i suoi musicisti possono, a loro volta, andare a dormire.


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