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Mattarella in Svizzera per ribadire gli ottimi rapporti tra i due Paesi

Le bandiere ti Svizzera e Italia.
Tira un buon vento nelle relazioni tra Svizzera e Italia. Keystone / Karl Mathis

I rapporti bilaterali tra i due Paesi, l’accordo sull’imposizione fiscale per i frontalieri ma anche la situazione della sicurezza legata alla guerra in Ucraina e la politica europea. Questi i temi che affronterà il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella nella sua visita ufficiale in Svizzera del prossimo 28 e 29 novembre. Il viaggio di Stato prevede colloqui ufficiali con quattro membri del Consiglio federale e una visita al Politecnico di Zurigo, il cui rettore è l'italiano Günther Dissertori.

Capita raramente che il presidente della Repubblica italiana incontri un suo pari grado all’estero di lingua madre italiana. Mattarella sarà infatti ricevuto a Berna dal presidente della Confederazione, il ticinese Ignazio Cassis, con i suoi colleghi di Governo Simonetta Sommaruga, Viola Amherd e Guy Parmelin, 

La diplomazia italo-elvetica ha fatto tutto il possibile per organizzare la visita in Svizzera di Mattarella entro la fine della presidenza di Ignazio Cassis (fine 2022). Sergio Mattarella sarebbe già dovuto venire in Svizzera lo scorso 21 e 22 ottobre in occasione della sesta edizione del Forum per il dialogo tra la Svizzera e l’Italia a Zurigo. Visita posticipata per il giuramento del nuovo governo italiano a Roma.

Il viaggio di Mattarella in Svizzera, il primo di un presidente della Repubblica dal maggio 2014, quando a venire a Lugano fu Giorgio Napolitano, è l’occasione per fare il punto sui rapporti tra Svizzera e Italia, che sebbene ottimi, non sono privi di screzi.

Rapporti ottimi

I due Paesi confinanti intessono da tempo ottime relazioni. Non solo condividono la lingua (l’italiano, ma non vanno scordati neppure il francese e il tedesco). I forti legami bilaterali sono pure testimoniati dall’importante colonia di italiani e italiane presente in Svizzera: con circa 600’000 persone, è la più grande comunità straniera in Svizzera (nonché la terza comunità italiana più grande nel mondo, dopo Argentina e Germania).

Le relazioni bilaterali tra la Svizzera e l’Italia si basano su un complesso corpus di trattati. Come ricorda l’ambasciatore Silvio Mignano, “solo negli ultimi tre anni sono stati siglati ben nove accordi. Il che testimonia la vivacità dei rapporti tra i due Paesi”.

Tra i canali istituzionali più importanti – che alimentano i rapporti tra i due Paesi – figurano il dialogo economico, il dialogo sulla cooperazione transfrontalieraCollegamento esterno e il Forum per il dialogo tra la Svizzera e l’ItaliaCollegamento esterno. I due Paesi hanno inoltre scambi regolari su questioni internazionali di attualità e collaborano in seno a organismi multilaterali.

L’Italia – Paese fondatore dell’Unione europea – potrebbe essere un ”amico” utile per migliorare i rapporti con Bruxelles, oggi tanto tesi. Anche se questa possibilità esiste, l’ambasciatrice svizzera a Roma, Monika Schmutz Kirgöz sottolinea che “Roma – spesso interpellata in questo senso – invita la Svizzera a risolvere da sola con Bruxelles i tanti problemi bilaterali UE-Svizzera. Anche perché, continua Silvio Mignano, “sebbene i rapporti italo-svizzeri siano ottimi, è anche vero che l’Italia fa parte dell’Ue e l’Italia sostiene la politica comunitaria e non può distanziarsi dalle posizioni di Bruxelles”.

Scambi economici

I rapporti tra Italia e Svizzera sono particolarmente vivaci. L’Italia è il terzo partner commerciale della Svizzera. Nel 2021 la Svizzera ha esportato in Italia merci per un valore di 15,5 miliardi di franchi e ne ha importate per un totale di 18,8 miliardi, registrando così con un volume commerciale complessivo di 34,3 miliardi di franchi.

Le relazioni transfrontaliere sono significative: il 40% degli scambi tra la Svizzera e l’Italia si concentra infatti nelle regioni di confine. Un’ulteriore testimonianza di questa vitalità è rappresentata anche dalle circa 80’000 persone residenti in Italia che ogni giorno vengono a lavorare in Svizzera.

La Svizzera ha investimenti in Italia per 21,5 miliardi di euro. Le oltre 3’000 aziende elvetiche attive in Italia hanno creato circa 120’000 posti di lavoro.

Come ha raccontato l’ambasciatore italiano in Svizzera Silvio Magnano durante il Forum per il dialogo tra la Svizzera e l’Italia tenutosi recentemente a Zurigo, “ci vorrebbe da parte dell’opinione pubblica italiana la coscienza di quanto sia importante questo Paese, piccolo per dimensioni e popolazione, 8 milioni, ma molto ricco e dinamico”.

Migrazione e frontalieri

Le relazioni non sono state sempre ottime. In passato i rapporti tra i due Paesi sono stati segnati dalle difficoltà di integrazione dei tanti migranti giunti in Svizzera. Oggi, con la nuova migrazione che è attiva soprattutto nel terziario, il quadro è decisamente cambiato. Gli italiani e le italiane che arrivano in Svizzera, ora, ricoprono incarichi importanti come l’attuale rettore del Politecnico federale di ZurigoCollegamento esterno Günther Dissertori. E la seconda giornata della visita ufficiale di Mattarella si concentrerà sull’innovazione e l’imprenditorialità e prevende una fermata proprio al Politecnico federale di Zurigo.

Al Politecnico Mattarella e Cassis potranno assistere all’illustrazione di una serie di progetti su ‘Tecnologia e innovazione’, ‘cultura, trasporto e stoccaggio della CO2’, ‘biomarcatori per la diagnosi del Parkinson’, ‘test Pcr veloci, affidabili e a prezzi accessibili’. Oltre ad una dimostrazione di bioingegneria per protesi neurologiche.

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Resta però ancora un nodo importante da sciogliere, soprattutto per la Svizzera. Si tratta dell’accordo tra i due Paesi sull’imposizione fiscale per i frontalieri. L’accordo esiste (è stato parafato già nel 2015) ma la ratifica del Parlamento italiano è slittata più volte con la caduta dei diversi governi, da ultimo quello di Draghi.

Rivisto nel frattempo, l’accordo è stato firmato il 22 dicembre 2020 a Roma Collegamento esternodalla segretaria di Stato per le questioni finanziarie internazionali, Daniela Stoffel, e dall’allora viceministro italiano dell’economia e delle finanze, Antonio Misiani. 

Il Parlamento elvetico ha dato il definitivo via libera all’accordo italo-svizzero il primo marzo del 2022Collegamento esterno. Ora, sul fronte italiano, bisogna seguire da capo l’iter parlamentare nel nuovo legislativo che si è insediato pochi settimane fa a Roma. 

Intanto giovedi 24 novembre, il governo italiano ha fatto il primo decisivo passo verso la ratifica: ha approvato un disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera. Ora l’ultimo passo spetta al Parlamento italiano.


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