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Il procuratore Motta, “Svizzera terreno fertile per le mafie”

La Svizzera è terreno fertile per la criminalità organizzata. A dirlo è l’ex procuratore antimafia di Lecce Cataldo Motta, ospite del Liceo di Lugano dove ha illustrato le problematicità della lotta al crimine organizzato le cui propaggini raggiungono realtà periferiche come la Confederazione elvetica.

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Una situazione confermata dai numeri: dal 2010 sono infatti almeno 25 le inchieste sulle organizzazioni mafiose in cui si sono evidenziati ramificazioni in Svizzera.

Il riciclaggio, ha spiegato il procuratore pugliese, costituisce una delle attività principali delle mafie per utilizzare nel circuito economico i proventi delle attività illecite, che spesso finiscono in realtà come quella elvetica, non attrezzate a sufficienza per contrastare il fenomeno. I fatti di Frauenfeld, ha aggiunto, ne sono la prova.

Ma a detta del magistrato vi sono anche gravi lacune a livello normativo. L’articolo 260ter del codice penale svizzero prevede una pena massima di 5 anni di reclusione per gli appartenenti ad organizzazioni criminali e comporta problemi di applicazione concreta, in particolare per quanto riguarda l’onere della prova.

Progetti di revisione delle disposizioni legislative per rendere più efficace la lotta alle mafie in Svizzera sono comunque in discussione a Berna. 

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