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In Svizzera il settore medico dipende sempre più dall’estero

tre medici al lavoro
L'aspetto positivo è che la professione sta diventando sempre più femminile e la parità si avvicina a grandi passi. © Keystone / Gaetan Bally

Quasi quattro medici su dieci attivi nella Confederazione hanno svolto i loro studi all'estero. La Federazione svizzera dei medici (FMH) suona il campanello d'allarme.

In Svizzera i medici sono sempre più vecchi e provengono sempre più spesso dall’estero. Il quadro tracciato mercoledì dalla Federazione dei medici svizzeri (FMH) nel suo ultimo bollettino Collegamento esternonon è nuovo e la tendenza ricalca quella degli ultimi anni.

La FMH inizia però ad essere assai preoccupata e il titolo dell’articolo è piuttosto eloquente: “Urgono misure per contrastare la carenza di medici”.

Quasi il 40% dei circa 40’000 medici che esercitano in Svizzera proviene dall’estero. Dieci anni fa, la proporzione era del 30%.

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La maggior parte dei medici stranieri, precisa la FMH, proviene dalla Germania (51,8%). Seguono Italia (9,2%), Francia (7,2%) e Austria (6,0%). Nel settore ambulatoriale, la quota di medici stranieri è del 36,4%, contro il 40,7% del settore ospedaliero.

Questa tendenza verosimilmente proseguirà, rileva l’organizzazione ombrello del settore. Nel 2021, 1’181 medici hanno ottenuto il diploma federale, mentre nello stesso anno la Commissione delle professioni mediche ha riconosciuto 2’736 diplomi di medici stranieri.

A preoccupare è anche l’età media dei medici. Nel 2021 è di nuovo leggermente aumentata, attestandosi a 50 anni. Ma un medico su quattro ha più di 60 anni.

Dalla statistica emerge anche che l’età media è di 11 anni superiore in ambito ambulatoriale (55 anni) rispetto a coloro che praticano nel settore ospedaliero (44 anni). A titolo di paragone, nel 2005, la media si situava a 52 anni in ambito ambulatoriale e a 40 anni nel settore ospedaliero.

Donne in aumento

L’aspetto positivo è che la professione sta diventando più femminile. La crescita di medici registrata l’anno scorso (+720 rispetto al 2020) è infatti dovuta principalmente all’incremento del numero di dottoresse in attività (+694).

La parità ormai è sempre più vicina: la quota di donne nel personale medico ha infatti raggiunto il 44,9%. A titolo di paragone, nel 2000 la proporzione di dottoresse era del 29,1%.

Per una parità a livello di gerarchia bisognerà però ancora aspettare. In ambito ospedaliero, più si sale nella scala, più la quota di dottoresse diminuisce fortemente. Tra i medici assistenti, la proporzione di donne è preponderante (59,5%), poi continua a calare: tra i capi clinica è del 49,8%, tra i medici aggiunti del 29,5% e tra i capi medici del 15,3%.


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