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Il grigionese Segantini torna nella “sua” Milano

Oltre centoventi opere del pittore engadinese esposte nelle sale di Palazzo Reale

È la più grande mostra antologica mai dedicata all’artista, che visse a lungo in Engadina. Apre giovedì 18 settembre nelle sale di Palazzo Reale Collegamento esternoa Milano. Curata da Annie-Paul Quinsac e da Diana Segantini, la mostra ci si presenta come una completa raccolta che ripercorre il suo lavoro secondo il filo cronologico delle diverse fasi della sua vita e che mette a confronto le relative produzioni.

Sarà cosi possibile ammirare oltre 120 fra quadri e disegni fra i più significativi e importanti dell’artista, di cui molti mai esposti in Italia. Una panoramica completa delle opere di Giovanni Segantini la cui fama è indissolubilmente legata all’Engadina e ai capolavori paesaggistici, ma che in realtà non perse mai contatto con la sua città di adozione e di formazione: Milano.

Giovanni Segantini (1858-1899), uno dei più grandi pittori europei di fine Ottocento, ebbe – come detto – in Milano una vera e propria patria dello spirito, una città di riferimento per tutta la sua breve vita. Anche dopo il trasferimento in Svizzera, infatti, Milano restò il fulcro della sua parabola artistica e piazza favorita per l’esposizione delle sue opere.

Questa mostra riscopre il percorso artistico e la vita del pittore dall’infanzia, trascorsa nella vivace Milano post-unitaria, al trasferimento tra le montagne dell’Engadina, uno degli ultimi incontaminati paradisi naturalistici.

Il suo avventuroso pellegrinaggio dai colli della Brianza alle Alpi svizzere narra la storia straordinaria, ancora poco conosciuta dal grande pubblico, della creatività culturale che si sviluppò nelle valli tra l’Italia e la Svizzera all’inizio del secolo scorso.

La mostra prende il via con una sezione dedicata agli esordi milanesi del pittore, che con il suo ingresso all’Accademia di Brera diede inizio a un promettente e fecondo percorso artistico. Pittoreschi scorci dei Navigli rievocano lo splendore della Milano di fine Ottocento.

Vengono poi approfondite le tematiche del ritratto e delle nature morte: Petalo di rosa, Ritratto della signora Torelli, Ritratto di Carlo Rotta e alcuni autoritratti permettono di ripercorrere i legami affettivi del pittore, testimoniando la sua indubbia potenza di ritrattista.

Il servizio è di Nicoletta Gemnetti

(testo tratto in parte dal sito di Palazzo RealeCollegamento esterno)

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