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I contagi aumentano e Berna preme sul 2G

Scansione del certificato neillocali.
La regola del 2G permette l'accesso solo alle persone vaccinate e guarite, dal tedesco "geimpft" o "genesen". Keystone / Michael Buholzer

Il Consiglio federale ha posto in consultazione due possibilità: l’obbligo di consumare seduti e di indossare la mascherina nelle aree interne di ristoranti, bar e simili, oppure la chiusura temporanea delle stesse.

Nuove restrizioni in vista, soprattutto per i non vaccinati o non guariti, per combattere la pandemia di coronavirus qualora le misure in vigore attualmente non dovessero rivelarsi sufficienti. Oggi il Consiglio federale ha posto in consultazione due varianti che hanno in comune il passaggio alla “2G”, dal tedesco “geimpft” o “genesen” (vaccinati o guariti). La prima prevede anche l’obbligo di consumare seduti e di indossare la mascherina nelle aree interne. Qualora non fosse possibile (per esempio per le corali o nelle discoteche) verrebbe richiesto anche un test negativo (regola “2G-plus”). Nella seconda variante queste attività sarebbero chiuse, spazi interni dei ristoranti comprese.

In entrambe le opzioni verrebbero rafforzate le misure protettive di base, con l’introduzione dell’obbligo del telelavoro e la limitazione degli incontri privati (a cinque in caso di presenza di non vaccinati o non guariti). La consultazione durerà fino a martedì prossimo. Parallelamente il Governo ha avviato la consultazione anche in merito al ritorno – parziale – della gratuità dei test.

Le varianti più estreme, il non far niente o il chiudere tutto, sono state scartate fin da subito: causerebbero troppi danni. “Abbiamo cercato una via di mezzo, anche se non è semplice”, ha affermato il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa. Si è insomma voluto trovare un equilibrio tra salute pubblica e vita sociale e economica.

Il servizio del TG sulle decisioni del Consiglio federale:

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La situazione epidemiologica è molto critica e si sta sviluppando in modo sfavorevole, ha annunciato da parte sua il presidente della Confederazione Guy Parmelin. Secondo la Task Force scientifica della Confederazione, una prima soglia critica di 300 pazienti con Covid-19 in unità di terapia intensiva potrebbe essere raggiunta a metà dicembre (attualmente sono 289, ha detto Andreas Stettbacher, delegato del Consiglio federale per il servizio sanitario coordinato). A partire da quel momento non sarà più possibile garantire un’assistenza ottimale a tutti i pazienti ricoverati, poiché gli ospedali dovranno rinviare trattamenti. Se l’attuale tendenza non viene interrotta, i malati covid in cure intense raggiungeranno quota 400 entro Natale.

A ciò si aggiunge l’arrivo della nuova variante altamente contagiosa “Omicron” che potrebbe diventare dominante già da metà o fine gennaio 2022. Non è ancora chiaro quanto sia pericolosa né in che misura i vaccini attualmente in uso proteggano dal contagio e da decorsi gravi della malattia. A due settimane dalla sua scoperta le incertezze rimangono, ha affermato il consigliere federale Alain Berset.

Nuovi provvedimenti sono dunque necessari, ha sostenuto Parmelin. “Lo dobbiamo a tutti”, ha aggiunto, “ma soprattutto al personale medico e infermieristico nonché alle persone malate”. Per il presidente della Confederazione la soluzione passa comunque ancora dalla vaccinazione: “sono intimamente convinto che il vaccino resta la nostra carta migliore per porre fine a questa crisi”. “Fatevi vaccinare, per i vostri cari, per coloro che amate, per solidarietà”, ha aggiunto. Berset ha ricordato l’importanza della terza dose.

La vaccinazione rimane una decisione personale e volontaria, ha precisato Parmelin aggiungendo però che “la libertà individuale finisce dove inizia quella degli altri”. “Ognuno deve porsi la domanda – ha aggiunto – di cosa può fare per il bene di questo Paese”.

Le reazioni alla conferenza stampa odierna:

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Pronti in caso di necessità

Per essere comunque pronto nel caso in cui fossero necessari provvedimenti più restrittivi di quelli annunciati finora, il Consiglio federale ha deciso di inviare in consultazione già oggi due varianti. Soltanto tra alcuni giorni si potrà infatti capire in che misura le misure adottate la settimana scorsa saranno sufficienti per invertire la tendenza dei ricoveri.

“Il Consiglio federale è ottimista: siamo riusciti a controllare la situazione un anno fa, riusciremo a farlo nuovamente nelle prossime settimane”, ha dichiarato Parmelin. Quello odierno è un “esercizio di trasparenza” in vista di possibili nuove restrizioni, ha aggiunto. “Speriamo veramente che ciò che abbiamo messo in atto la scorsa settimana sia sufficiente. Se basta bene, ma se non dovesse bastare bisogna essere pronti”, ha aggiunto Berset. Si tratta insomma di poter agire rapidamente se necessario.

Variante 1: 2G e 2G-plus

La prima variante inviata in consultazione prevede il passaggio al dispositivo “2G” (ossia accesso riservato solo alle persone vaccinate e guarite, dal tedesco “geimpft” o “genesen”) in tutte le aree al chiuso in cui attualmente si applica la regola “3G”. In caso di infezione queste persone – ossia i vaccinati e i guariti – hanno infatti una probabilità molto alta di essere protette da un decorso grave o dall’ospedalizzazione.

Allo stesso tempo sarà obbligatorio indossare una mascherina e le consumazioni sarebbero possibili solo restando seduti. Queste regole si applicano anche nelle aree di ristoro delle manifestazioni. Per gli eventi all’aperto con più di 300 persone continuerebbe invece ad essere applicata la regola “3G” (accesso riservato anche ai testati, “getestet”). Per quelli con meno partecipanti il pass covid continuerà a non essere richiesto, ha precisato Berset.

In questa variante le attività senza mascherina e il consumo di bevante e cibi senza restare seduti rimarrebbe possibile, ma a una condizione: oltre che essere in possesso di un certificato “2G” sarebbe necessario anche disporre di un test negativo. Questa regola chiamata “2G-plus” interesserebbe, ad esempio, le discoteche, i bar e certe attività sportive e culturali del tempo libero, come le prove di coro o di una banda ma anche i fitness. Grazie all’obbligo del test sarà garantito che nessuna persona positiva partecipi a tali manifestazioni.

Le strutture e manifestazioni soggette alla limitazione “2G”, per esempio palestre e ristoranti, potranno rinunciare all’obbligo della mascherina e all’obbligo di stare seduti durante le consumazioni se applicheranno volontariamente la regola “2G-plus”.

Variante 2: chiusura parziale

La seconda variante prevede anch’essa l’obbligo della mascherina e del certificato “2G”. A differenza della prima saranno chiusi tutti i luoghi in cui non è possibile portare la mascherina, compresi gli spazi interni dei ristoranti, delle palestre, delle discoteche e dei bar. Negli stadi chiusi, come nelle piste di ghiaccio, non sarebbe più permesso mangiare e bere.

“Si tornerebbe a disposizioni che non abbiamo voglia di prendere”, ha dichiarato Berset. Il solo modo per evitarlo è essere prudenti, rispettando le regole sulla distanza, l’obbligo della mascherina e l’igiene delle mani, ha precisato il ministro della sanità.

Resteranno consentite le attività sportive o culturali del tempo libero al chiuso compatibili con l’uso della mascherina e le attività sportive o culturali senza restrizioni per bambini e adolescenti al di sotto dei 16 anni.

Altre misure

Da notare che ambo le varianti saranno accompagnate dal rafforzamento dei provvedimenti di base, in particolare per gli incontri privati: se è presente una persona non vaccinata o guarita di più di 16 anni, questi saranno limitati a cinque persone, bambini inclusi. I limiti massimi assoluti, 30 persone al chiuso 50 all’aperto, rimangono.

Dovessero rivelarsi necessarie chiusure più restrittive, gli incontri privati saranno limitati a cinque persone, a prescindere dal fatto che i partecipanti siano vaccinati, guariti o non vaccinati. Questa regola ha lo scopo di evitare che riunioni e attività vengano spostate nella sfera privata per aggirare il lockdown.

Il Governo rimette anche sul tavolo l’obbligo del telelavoro. Resterebbe in vigore fino al 24 gennaio, ha precisato Parmelin. Se l’home-working non dovesse essere possibile, continuerebbe a valere l’obbligo di indossare la mascherina nei locali in cui è presente più di una persona.

L’obbligo di portare la mascherina protettiva verrebbe inoltre esteso alle scuole del livello secondario II (settore post obbligatorio, ndr.). L’esecutivo raccomanda però ai cantoni di estenderlo anche ai livelli inferiori. Nelle università e nelle scuole universitarie professionali si tornerebbe all’insegnamento a distanza. Gli esami si effettuerebbero invece in presenza.

Non sono invece previste misure per il commercio al dettaglio e le stazioni sciistiche. Questi settori hanno infatti annunciato volontariamente delle restrizioni di capacità per contenere la trasmissione del virus. Coop, Migros e Denner limiteranno il numero di clienti per punto vendita. L’associazione Funivie Svizzere ha detto che la capacità delle cabine che possono accogliere 25 persone o più sarà ridotta del 30%.

Rimborso dei test

In ossequio alle recenti decisioni del Parlamento, il Consiglio federale ha anche inviato in consultazione le disposizioni circa l’assunzione dei costi dei test anti-covid. Queste entreranno in vigore il 18 dicembre, a condizione che la riveduta Legge Covid-19 venga approvata il giorno prima dalle Camere federali durante le votazioni finali.

In futuro saranno assunti i costi dei tamponi necessari per il rilascio di un certificato covid. Saranno coperti i test antigenici rapidi e quelli PCR salivari aggregati. Non saranno invece rimborsati i test PCR individuali, quelli autodiagnostici e i test anticorpali eseguiti senza indicazione medica o epidemiologica.

A causa della crescente domanda, l’assunzione dei costi dei test PCR individuali comporterebbe infatti il sovraccarico dei laboratori. Per questa ragione resteranno prioritari i test PCR individuali per le persone sintomatiche e i loro contatti.

Viaggi internazionali

Il Consiglio federale ha infine discusso delle nuove regole d’entrata in Svizzera, in particolare del doppio test per i viaggiatori anche per le persone vaccinate o guarite. L’esecutivo annuncia la volontà di consultare i Cantoni e i settori interessati su possibili adeguamenti di questo regime. Concretamente, le persone vaccinate potrebbero limitarsi a un solo tampone invece di due, ha precisato Berset.

Le considerazioni della corrispondente da Berna Simona Cereghetti:

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