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Il primo viaggio di Cassis a Roma

Il nuovo ministro degli esteri elvetico, il ticinese Ignazio Cassis, ha scelto Roma come prima destinazione ufficiale del suo nuovo incarico alla testa del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

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Il viaggio di oggi testimonia l’importanza riservata alle relazioni italo-svizzere dal neo consigliere federale, che ha così voluto interrompere la consuetudine istituzionale secondo la quale la prima visita di cortesia del titolare del DFAE si svolgeva a Vienna.

Ma se la comune lingua e l’affinità culturale sono destinate ad avvicinare i due paesi, restano sul tavolo questioni spinose che si trascinano da anni e su cui Berna si attende delle risposte da Roma. In particolare la firma dell’accordo sulla nuova fiscalità dei lavoratori frontalieri, su cui l’intesa tecnica tra le due delegazioni è stata raggiunta nel dicembre 2015, e il libero accesso al mercato italiano da parte degli operatori finanziari confederati.

Ma quella di oggi è anche l’occasione per una prima presa di contatto tra Ignazio Cassis e Angelino Alfano, giunto lo scorso 9 ottobre a Lugano in occasione del Forum per il dialogo tra Svizzera e Italia. Ma in quel frangente il responsabile della Farnesina, che aveva incontrato l’uscente Didier Burkhalter, non aveva voluto sbilanciarsi in merito alle menzionate richieste avanzate da Berna.

I due ministri parleranno anche della gestione dei migranti alle frontiere, su cui la collaborazione tra i due paesi è valutata da molti osservatori eccellente. In agenda, indica una nota del DFAE, figurano anche, oltre alle consuete tematiche di politica internazionale, le relazioni tra la Svizzera e l’Unione europea (UE), la visione italiana del futuro dell’UE e le sfide che essa dovrà affrontare.

Da parte della Svizzera vi è inoltre interesse per la guida dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) che nel prossimo anno sarà assunta proprio dall’Italia e in tale ambito Ignazio Cassis intende conoscere le priorità che saranno poste da Roma nel corso della sua presidenza.

Sullo sfondo del colloquio restano le intense relazioni tra i due paesi che vedono l’Italia quale quinto partner commerciale della Svizzera (con un volume di scambi pari a 34 miliardi di franchi), dove risiedono 320’000 cittadini della penisola e lavorano oltre 70’000 frontalieri mentre sono 50’000 gli elvetici residenti nel Belpaese.

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