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Addio a Franco Zeffirelli, l’ultimo grande del cinema italiano

Franco Zeffirelli
Franco Zeffirelli Keystone

Il regista e sceneggiatore Franco Zeffirelli è morto sabato mattina, all'età di 96 anni, nella sua casa sull'Appia Antica a Roma.


“Si è spento serenamente dopo una lunga malattia, peggiorata negli ultimi mesi”, hanno riferito i familiari, precisando che l’artista aveva ricevuto l’estrema unzione già una settimana fa. La camera ardente sarà allestita lunedì nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio a Firenze.

In eredità il regista toscano, nominato nel 2004 cavaliere dell’ordine dell’impero britannico (KBE), lascia una ventina di pellicole e di opere liriche acclamate nei più prestigiosi teatri del mondo. Franco Zeffirelli, che è stato spesso più apprezzato dal pubblico che dalla critica, è l’ultimo dei grandi autori del cinema italiano del dopoguerra, che si è distinto a livello internazionale con personaggi del calibro di Luchino Visconti, Federico Fellini, Vittorio de Sica e Michelangelo Antonioni.

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Nella sua lunga carriera ha diretto star di Hollywood come Elizabeth Taylor, Richard Burton, Laurence Olivier e Faye Dunaway e ha collaborato con i più famosi cantanti lirici, tra i quali Maria Callas, Placido Domingo, Luciano Pavarotti e Jose Carreras.

Cenni biografici

Figlio illegittimo di una sarta, Alaide Garosi Cipriani, e di un commerciante, Ottorino Corsi, Franco Zeffirelli è nato a Firenze il febbraio del 1923 e dopo essere restato orfano della madre all’età di sei anni, è stato allevato dalla cittadina inglese Mary O’Neil, circostanza che gli ha consentito di frequentare l’eccentrica comunità britannica del capoluogo toscano.

“Mi hanno insegnato tutte le cose importanti della vita. Queste donne mi hanno aiutato a capire la mia città, la mia cultura e la mia educazione”, disse in un’intervista del 1999, anno in cui ha terminato il film semiautobiografico Un tè con Mussolini che ritrae proprio quella particolare comunità. Finita la guerra, dopo aver studiato arte e architettura, è diventato assistente di Luchino Visconti, con il quale visse per tre anni.

Gli esordi

Negli anni ’50 ha diretto la sua prima opera e nel 1957 ha firmato la sua rima pellicola, Camping. Il suo Romeo e Giulietta del 1968 gli è valso due nomination agli Oscar e successivamente, nel 1977, produsse la serie televisiva Gesù di Nazareth che fu un successo internazionale. Sempre nel cinema ha girato Amleto con Mel Gibson (1990) e un adattamento del romanzo di Charlotte Bronte Jane Eyre (1996) con Charlotte Gainsbourg et William Hurt. Ma non vanno dimenticati anche altri successi come Fratello Sole, sorella Luna (1972) e Il campione (1979).

Numerosi anche i suoi trionfi nella lirica. La sua Aida che ha aperto la stagione della Scala nel dicembre 2006, 14 anni dopo la sua ultima apparizione nel celebre teatro milanese, è stata salutata con un quarto d’ora di scroscianti applausi.

Personaggio originale

Personaggio istrionico, Franco Zeffirelli era spesso al centro della cronaca per le sue controverse dichiarazioni. Eletto al Senato nel 1994 in Forza Italia di Silvio Berlusconi, aveva detto che le donne che praticano l’interruzione volontaria della gravidanza meritavano la morte. “Ho sempre avuto il culto della sincerità, dicendo quello che è falso e quello che è vero”, ha confidato in un’intervista dell’epoca.

Nel 2003 rivelò che alcune amiche, preoccupate per il suo futuro, avevano consigliato di abortire a sua madre “ma essa ha rifiutato” perché “riteneva che il figlio nascituro fosse opera del suo formidabile amore”. Omosessuale e fervente cattolico, Franco Zeffirelli rivelò anche nella sua autobiografia pubblicata nel 2006 di essere stato sedotto da un prete quando era adolescente ma aggiunse che non si trattò di un abuso, perché non subì violenza. Ammise poi che sono state due le sue grandi passioni, Luchino Visconti e Maria Callas.

Nel video che segue il regista fiorentino in un’intervista al Quotidiano della RSI nel 1987.

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