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USA preparano distribuzione di un vaccino entro fine ottobre

uomo si fa iniettare un vaccino
Diversi vaccini sono allo stadio della sperimentazione clinica, ma non è ancora certo che uno di essi sarà efficace e sicuro. Copyright 2020 The Associated Press. All Rights Reserved

Le autorità sanitarie statunitensi hanno chiesto agli Stati di preparare la distribuzione di un vaccino contro il Sars-CoV-2.

I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) statunitensi “chiedono con urgenza” che gli Stati facciano quanto necessario affinché i centri di distribuzione di un futuro vaccino possano essere “pienamente operativi entro il 1° novembre 2020”, ha scritto il direttore dei CDC Robert Redfield, in una lettera citata mercoledì da diversi quotidiani e inviata agli Stati la scorsa settimana.

Con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali di novembre, il tema è diventato cruciale per Donald Trump, che ha accordato un aiuto federale di diversi miliardi di dollari a dei laboratori farmaceutici per accelerare lo sviluppo di un vaccino contro la malattia che nel paese ha contagiato oltre 6 milioni di persone e provocato più di 185’000 vittime. Vi sono poi considerazioni geopolitiche, con la Russia e la Cina che nelle scorse settimane hanno annunciato passi avanti importanti – tutti però ancora da verificare – nello sviluppo di un vaccino, registrandone alcuni.

Diversi vaccini sono attualmente in fase di sperimentazione clinica negli USA. Non è però certo che uno di essi sarà efficace e sicuro. Le autorità statunitensi si stanno però preparando per una possibile distribuzione per risparmiare tempo prezioso.

In uno dei documenti inviati dall’ente per il controllo e la prevenzione delle malattie agli Stati dell’Unione, vengono definiti tre scenari basati sui progressi di un “vaccino A” e di un “vaccino B”, che sembrano corrispondere – stando al New York Times – a quelli sviluppati dalla Pfizer e dalla Moderna. Con quest’ultima azienda, anche la Confederazione ha stipulato un contratto per l’eventuale acquisto di 4,5 milioni di dosi.

Gli Stati Uniti, dal canto loro, hanno preordinato milioni di dosi da queste due società, così come da AstraZeneca, Johnson & Johnson, Novavax e Sanofi.

Il servizio del TG:

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“America First” anche per il vaccino

Intanto, l’amministrazione Trump ha chiuso le porte alla partecipazione degli USA all’iniziativa globale per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di un vaccino sostenuta dall’Organizzazione mondiale della sanità.

“Gli Stati Uniti continueranno a collaborare con i partner internazionali per assicurare la sconfitta del virus, ma non saranno limitati da organizzazioni multilaterali influenzate dalla corrotta Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Cina”, ha affermato Judd Deere, portavoce della Casa Bianca.

La ‘Covid-19 Vaccine Global Access Facility’ aveva inizialmente attirato l’attenzione e riscosso l’approvazione di alcuni funzionari dell’amministrazioneTrump. Il presidente però non ha voluto sentire ragioni, snobbando l’Oms e ribadendo il suo mantra preferito – “America First” – anche per il vaccino.

Almeno 170 paesi stanno valutando di aderire all’iniziativa, che punta a velocizzare lo sviluppo del vaccino, ad assicurare che ci siano dosi disponibili per tutti i paesi e a una distribuzione equa, soprattutto fra i segmenti della popolazione a più alto rischio. Oltre all’Oms il progetto è organizzato e guidato dalla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations e da Gavi Alliance (una cooperazione di soggetti pubblici e privati). E la Cina ha fatto intendere che potrebbe aiutare il progetto.

tvsvizzera.it/mar/agenzie con RSI (TG del 3.9.2020)


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